Giorgio Porro, Qui Londra, 1969 – cosa sto leggendo? 2 – 100

quando ho annunciato, sul blog dell’amico gaberricci e stimolato da lui, che intendevo annotare pubblicamente le mie letture, un commento, peraltro non rivolto direttamente a me, sospettava che ci fosse in questo una specie di intento autocelebrativo.

questo post dovrebbe smentire l’ipotesi: infatti le mie letture sono così poco sistematiche, così occasionali e capricciose, così situazioniste, per riprendere la definizione, che parlarne sarà piuttosto un modo di farsi del male.

e lo dimostro subito.

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la settimana scorsa, in preda ad un bisogno compulsivo di movimento, mi sono fatto una scappata sul Garda, questa volta al porticciolo di San Felice del Benaco che incredibilmente non conoscevo ancora.

bellissimo paesaggio, pur nella giornata grigia, da far venire voglia di riprendere la rubrica bortografia che ho sospeso dal primo gennaio; davvero io vivo a poca distanza di posti meravigliosi, mi sono detto.

poi nel primo pomeriggio che si rannuvolava, ecco un tipo dall’aria del sapiente trasgressivo che nella piazzetta, prima che cominci a piovere, raccoglie libri, stampe e un paio di quadri, belli, di un pittore locale davvero creativo (ma non ho più posto a casa mia per i quadri…

la sua piccola mostra è sormontata da un cartello discreto: I libri non si vendono, si regalano.

nella piccola esibizione mi colpisce una copertina grigia Qui Londra.

non è il libro fotografico del Gian Butturini che conoscevo in quanto bresciano, e me ne sono dovuto occupare anche recentemente, proprio perché un suo libro fotografico su Londra è stato al centro di un episodio vergognoso di censura di sinistra, dettata dalla pura stupidità: ma è il pensiero laterale stesso, cioè l’intelligenza creativa, a non essere più capita in questo tempo di demenza.

no, il libro è una normale edizione del Touring, ma del 1969, e di una serie, Città del mondo, che riporta al clima dei favolosi anni Sessanta.

poiché quell’espositore di libri usati non lo vende, gli lascio una mancia e me lo porto via, così lui potrà dire che me lo ha regalato, e poi comincio a leggermelo pian piano e senza fretta, gustandomelo parecchio.

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il testo è di Giorgio Porro ed ha la capacità di riportarmi a quella Londra che visitai nel 1975 (in quel viaggio conobbi quella che sarebbe diventata poi mia moglie, in un gioco di scambi sentimentali che ho raccontato altrove e che non starò certo a ripetere qui).

non solo, questa è anche la Londra oggetto del mio esame universitario di Geografia con Lucio Gambi, testo base: Le città del mondo.

non basta ancora? quando tornai a Londra nel 2004, a trovarvi la seconda dei miei figli che lì faceva un master, di nuovo fu quella stessa Londra che ritrovai e che ho raccontato in una recente serie di video e post sul mio blog di viaggi, oramai più ricordati che vissuti.

Londra 2004. il film intero. 10-18 aprile – quando si poteva viaggiare 36

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mi rendo conto che questa non è una recensione del libro, che del resto nessun altro potrebbe andarsi a leggere, ma un semplice pretesto per dei ricordi che portano a parlarsi addosso.

eppure, se qualcuno potesse ritrovarlo, glielo consiglierei, quel libro, denso non solo di notazioni storiche ed artistiche, ma anche di costume e di curiosità.

un bagno di nostalgica madeleine di più di cinquant’anni fa ed un modo per immergersi, anche per chi non lo ha vissuto personalmente, in un mondo che oggi ci appare magico, perché magicamente felice.

quando Londra era uno dei centri della nuova cultura giovanile e si sentiva profondamente europea, viaggiare, anche soltanto in Europa, aveva ancora il sapore dell’avventura ed andare a Londra era un modo per scegliere il futuro di un’Europa ottimista e rinnovatrice.

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ehi, il libro non parla affatto di questo, o meglio ne parla soltanto un poco, verso la fine, e in un tono un po’ troppo giornalistico.

questo è un onestissimo ritratto, corredato di moltissime fotografie, della Londra, oramai quasi immaginaria, di quegli anni.

sono io che sto usando il libro per raccontare cose che interessano a me.

eppure nel modo stesso nel quale è scritto questo libro questo spirito di allora lo attraversa, ed è un bagno di buona salute mentale ritrovarsi in un mondo intelligente e creativo, aperto al futuro con tutto l’ottimismo di chi non lo immaginava ancora, come sarebbe stato, il futuro.

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gian butturini. 30 settembre 2006 – bortologia 133 – 897

il grande fotografo Gian Butturini e le gorilla anti-razziste – 252 — Cor-pus 2020

Londra 2004. il film intero. 10-18 aprile – quando si poteva viaggiare 36

2 commenti

  1. Certi libri ti vengono a cercare loro. Sono i piu interessanti.

    Lucio Gambi, scopro ora, è stato mio concittadino. L’avevo confuso con Gianni Gambi, il mio vecchio preside.

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    • Lucio Gambi era un grande, anzi forse un grandissimo, e precorreva i tempi: il suo corso era sui problemi dell’immigrazione! 1966-67!

      condivido l’idea dei libri che ti vengono a cercare.

      ho finito Kahnemann che mi hai fatto conoscere tu, e ti ringrazio di nuovo di avermelo segnalato.

      "Mi piace"

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