in un recente post ho spiegato perché non andrò a votare (e spero che mi capisca anche qui viene a linkare dei post che invitano a farlo :-), ma non si confronta con i miei argomenti contrari, anche per criticarli, naturalmente).
e concludevo con un recupero in piena regola con uno dei vecchi punti forti sessantottini, di chi allora veniva definito extra-parlamentare: la politica vera si fa nel sociale, costruendo movimenti e in piazza, non in parlamento.
sapeva un po’ della vecchia favola della volpe che guarda l’uva, ma se considero che fine hanno fatto i vari eredi dei più vari movimenti che sono finiti in parlamento con lo scopo dichiarato di rappresentarli, allora non mi pare più così fuori posto.
ma oggi ho avuto l’occasione di capire al volo come mai questo mio modo di vedere le cose è completamente superato dai fatti.
si diventa vecchi, anzi matusa, per riprendere appunto un’espressione degli anni Sessanta, quando si continua a restare legati a visioni delle cose che non hanno più rispondenza nei fatti.
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un articolo di Marco Boscolo, su Le Scienze di agosto, L’era della repressione digitale, offre diversi spunti per capire la nuova realtà del controllo digitale delle popolazioni ed il ruolo centrale che hanno in questo i social. le nostre vite sono ormai digitali per larga parte, ma non ci rendiamo conto che in questo modo forniamo degli strumenti potentissimi per controllarci anche politicamente e nella vita reale.
nel 2017 in Myanmar si è acutizzato il conflitto fra la maggioranza buddista integralista e la minoranza islamica, concentrata soprattutto nella zona nord-occidentale del paese, i rohingya. vi sono stati massacri, che hanno assunto tratti di vero e proprio genocidio, condotti dalle forze di sicurezza del governo, che era purtroppo guidato da Aung San Suu Kyi, premio nobel per la pace, per la sua opposizione al precedente regime militare (poi anche successivo, dopo il nuovo colpo di stato militare che l’ha deposta e arrestata l’anno scorso).
bene, lo strumento principale che usavano le forze dell’ordine che massacrano i birmani aderenti all’islam era facebook, che è servito egregiamente loro per individuarli e sapere dove erano.
(ho conosciuto la strana tipologia degli islamici birmani, nel mio viaggio in quel paese nel 2012, per avere condiviso un viaggio in pickup con alcuni di loro.)
in Cina il social più diffuso, wechat, geolocalizza chi la usa per chattare; questo consente al governo di avere una visione esatta dei movimenti dei suoi utenti, grazie a potenti programmi di Intelligenza Artificiale; in questo modo concentrazioni anomale di cittadini che si radunano per protestare e manifestare possono essere individuate già nel loro farsi e questo consente alla polizia di intervenire per disperdere i manifestanti prima ancora che questi riescano a concentrarsi.
ma il controllo può diventare ben più pervasivo ed individualizzato se questi dati possono venire incrociati fra loro e combinati con i programmi di riconoscimento facciale.
e questo è il motivo per cui i manifestanti ad Hong Kong del 2019 scendevano in piazza con gli ombrelli, per impedire alle telecamere di inquadrare i loro volti.
in Cina vi era una rete di 170 milioni di telecamere già nel 2017 e potevano controllare centinaia di milioni di persone, con la giustificazione della prevenzione del crimine e della sicurezza.
si noti bene come l’agitazione del tema della sicurezza è lo strumento principale per la costruzione di uno stato autoritario che controlli i cittadini.
ma l’abitudine è antica e non solo cinese.
fu un trauma per me rendermi conto nel 2009 che qualcuno dei servizi singalesi stava usando il mio video della manifestazione di protesta dei tamil di Stuttgart, la minoranza induista e di origine indiana, contro i massacri che, nel quadro della sanguinosa guerra civile in corso, colpivano loro in Sri Lanka, da me pubblicato sul mio canale youtube per solidarietà; gli era utile per individuare i partecipanti e fargli avere delle grane, anche se non si usavano ancora programmi di Intelligenza Artificiale per farlo.
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ma sbaglierebbe chi pensasse che si tratta di problemi lontani che riguardano soltanto dittature o regimi autoritari.
chi direbbe mai che l’amministrazione comunale di Como nel 2020 ha acquistato 16 telecamere predisposte per il riconoscimento facciale? chissà se l’amico giomag qui dentro lo sa, lui che è di Como…
le hanno installate presso due giardini pubblici, per scoprire subito casi di loitering, come è bello dire in inglese, cioè di bighellonaggio, perché evidentemente oramai è diventato sospetto anche andarsene a zonzo senza meta, anziché recarsi al lavoro o al centro commerciale…
aggiungete la voglia di scoprire i migranti clandestini che da Como cercano di passa re in Svizzera: ma non sarebbero piuttosto da favorire? almeno secondo la mentalità di chi prende queste iniziative.
comunque il Garante per la privacy ha bloccato l’iniziativa nel 2020.
in ogni caso la polizia italiana ha un programma di riconoscimento facciale calibrato sull’identità di persone sospette o ricercate.
programmi di questo tipo sono già stati realizzati in 68 stati.
anche in alcuni di quelli che l’autore chiama democrazie liberali, con tipico neologismo italo-berlusconiano, che trovo curioso, perché induce a pensare che ci siano anche democrazie non liberali (ed è vero), e che queste non siano democrazia.
perché, per chi usa questa espressione, la democrazia non è un valore, ma è un valore il liberalismo.
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ma c’è di peggio, il Catalan Gate, lo scandalo scoppiato questa primavera: in Spagna un governo che viene tipicamente definito di democrazia liberale è fortemente sospettato di avere introdotto dei malware nei cellulari di membri del governo catalano che agivano rivendicando l’indipendenza della Catalogna.
Kashoggi, il giornalista saudita di opposizione al governo strangolato nel consolato di Istanbul del suo paese, era strettamente monitorato nei suoi movimenti, grazie ad analoghi programmi che avevano messo sotto stretto controllo il cellulare suo e della sua fidanzata.
ma azioni simili possono essere fatte anche da privati o mafie, come dimostra la vicenda ultima di quella donna uccisa dall’amante anche aveva lasciato, sì, quello che aveva fatto il testimonial contro la violenza sulle donne; e gli era bastato impadronirsi delle password della sua povera vittima, per infiltrarsi nelle sue mail e nei suoi social e sapere tutto di lei.
insomma, internet ci sta mettendo in pericolo ed ogni volta che diamo l’autorizzazione ai cookie non sappiamo bene che cosa stiamo facendo e a quale forme di controllo ci stiamo sottoponendo.
e ciononostante lo facciamo sempre con estrema superficialità, così come concediamo, non sappiamo neppure bene a chi, le password delle nostre mail per poter accedere a qualche nuova interessante piattaforma internet.
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chiudo con una riflessione che sembrerà un poco bizzarra, ma spero contenga qualche elemento di verità.
nei secoli passati nei paesi cattolici era l’orribile uso della confessione individuale che consentiva il controllo capillare della popolazione attraverso il clero.
nei paesi protestanti la confessione non esiste e non è praticata; cosa che spiega alla radice la tradizione culturale di maggiore rispetto per la libertà individuale, da quelle parti.
non è in discussione l’idea che il pentimento del peccato riconcilierebbe con Dio, ma la necessità di comunicarlo al prete, e perdipiù nel buio ambiguo di un confessionale.
solo Freud, col suo lettino dello psicanalista, ha inventato qualcosa di simile, attribuendo alla nevrosi il posto che aveva prima il peccato cattolico, e allo psicanalista lo stesso ruolo che era stato del confessore, cioè la liberazione dall’errore, in questo caso dalla nevrosi.
ma è oramai molto diminuito il ruolo potente che aveva avuto questo istituto della confessione nel garantire il conformismo di massa, a cominciare da quello dei comportamenti sessuali, giustamente visto come base di ogni altro conformismo.
ma come non rendersi conto che oggi il ruolo di guardiano ringhioso del conformismo di massa è stato assunto dai social assieme a quello di potenziale controllo politico preventivo di cui si parlava sopra?
certo, oggi difficilmente si parla ancora di peccato e in particolare di peccato di impurità nei comportamenti sessuali; oggi sopravvive una sola imperdonabile colpa ed è il libero pensiero, quindi necessariamente anomalo, che viene regolarmente aggredito e minacciato da turbe social di conformisti urlanti.
ma per quanto riguarda la funzione del controllo delle opinioni e delle azioni socialmente pericolose per gli equilibri del potere, oggi il confessore non è più necessario, dato che le nostre trasgressioni sono diventate social e quindi sostanzialmente pubbliche.
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è per questo che oggi pensare che delle manifestazioni possano ostacolare l’esercizio del potere potrebbe essere una ingenuità pericolosa.
Un attimo la giovinezza passa il corpo narra,la mente rielabora .
Le letture aiutano a chiarire i mutamenti poi ognuno mette l’abito che non copre da dignità .
Filosofia biologia altre scienze ve ne sono diverse si stringono.
all’inconsistente unicità .
I bambini li appiccico ovunque ho una fissa con motivazioni personali .
È un vissuto che in parte scorgo tutt’oggi
Nulla posso .
Mauro l’essenza dell’invecchiare è quella che accenni , restano i guizzi e restano i moti per me . Sono moti non impellenti,non voglio negarli … Semplicemente.
Ti chiedo
Da quanto ti senti vecchio ?
Non si tratta di annualità…
Anagraficamente non sei vecchio ,
l’età non è il riferimento assoluto ,
intellettualmente neppure , di cuore non mi pare…
Considerazioni approssimative magari le mie
La perdita esiste certi momenti un po’ inquieta.
Cosa è che induce a sentirsi vecchi come valore prevalente Quasi unico ?
È il vissuto… sono i pensieri pensati
È il prepararsi vivendo il tempo raggiunto forse no. Molto sperato
La vecchiaia è ricchezza ! E un bene che si è perso come pienezza di valore ,è vero !
Seguendo te ed altre persone a noi coetanee , ravviso che ci si prepara .
Anche io mi sto avviando lentamente
Si Mauro vivere tranquillimente sereni è una scoperta , suggella pienezza ,non totalizzante… magari
Ciao
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non so se mi sento ancora veramente vecchio; so solo che la mia vecchiaia ufficiale è iniziata col ritorno forzato dal viaggio nel marzo 2020 e col covid, quindi a 72 anni.
non riesco a separare la mia vita da quella del resto del mondo attorno a me.
anagraficamente sono certamente vecchio e se penso ai miei parenti delle generazioni precedenti, come li vedevo da giovane, dovrei concludere di essere veramente un rudere vivente. ma rimane lo stacco fra come ci si sente e come possono vederci gli altri.
agli occhi altrui sono certamente vecchio e questo cambia forzatamente anche l’immagine che io ho di me.
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Questi altrui da noi che siamo già in diversi sono un poco sovrabbondanti . Forse per te no . Mi viene un pochino da ribellarmi veramente ci provo ed leggo stupore misto a orticaria … Nooo per favore un po’ di empatia ,forza spremetevi ! …Niente da fare ,allora mi sbrigo e vado appena posso
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non trovo affatto che la vita passa in un attimo; questo è solo l’effetto della nostra incapacità di ricordarla bene. la vita è invece stata lunga come l’attraversamento di un pianeta.
è vero però che quando cominci a sentirti vecchio oppure gli altri cominciano a considerarti così, lascia meravigliati la velocità con cui avviene questo cambiamento.
era due anni fa, sono salito ai 2.200 metri del picco di Adamo, in Sri Lanka; poi, pochi giorni dopo ero a casa, in lockdown, ed ero diventato vecchio di colpo…
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Mi hai preso alla lettera, da quello che scrivo di solito, puoi realizzare che verbalizzato la sensazione di un attimo . Un attimo di getto ,come faccio spesso .
..Sul tempo e sulla vita nel tempo bisognerebbe che io fossi più riflessiva.
Convengo con te perché è stata lunghissima…. Ripercorsa tante volte ,mannaggia .Bello questo tuo parallelismo con immagine inconfutabile. Come si chiama ?
Comunque mi piace oltre ad essere bello, mette a fuoco molto bene l’annosa questione.
Riprendo l’attimo in cui mi sono fermata all’improvviso e ho visto il film della mia vita come una partita di calcio , siamo ai rigori… !
Fatto sta che sono un po’ troppi a considerarmi vecchia , proprio da quest’anno , i 70 sortiscono un effetto estremo.
In realtà un po’ dicono il vero .
Esagerano anche , per premura e per paura .
Sai che io in questo istante ti immagino già dove credo che andrai .
Ti invidio molto amabilmente ,sorrido e penso che vorrei anche io progettare forse è solo un bel sogno .
D’altro canto, ho osato nella mia vita, forse sarebbe ora di essere prudente nei miei slanci verso ,ora sono diversa . Subiamo l’influenza di chi ci è vicino … Però
Prima forse volavo un po’ ,avevo un incoraggiamento potente e sicuro .
Ora i conti devo farmeli ion …
Ci vuole attenzione a misurarsi in modo realistico , praticare un po’ …Senza dimenticare che la mia volontà deve emergere ,unita a quell’ ‘onda piccola di endorfine con effetti importanti .
Onda marina …
Abbiamo subito un danno enorme covid e restrizioni durate anni , perché la paura fa più che novanta !
Mi sento un ‘altra …
Tu partisti, ti seguii on line e rimasi
qua , quando ero pronta e con me il solito bagaglio a mano ,la famiglia fece fronte compatto per convincermi a rinunciare . Egitto per me ,sarebbe stata …la prima volta …
Ammetto che ero e sono imbranata, le mie distrazioni da ” imbambolata “, restano . Mi mi sveglio pure … 😳
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No ahimè bisbiglio , credo di ,non essere stata giovane …
Questo ho sempre sentito e pensato
Mal sopporto chi padroneggia sui bambini , ché sono persone ….
Grazie
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in riferimento a cosa la seconda osservazione?
quanto alla prima, ho detto che soltanto da giovani si può essere felici, nel senso che ho dato alla parola. questo non significa che si debba anche esserlo o che tutti possano esserlo.
giovani, poi, non va inteso in senso strettamente anagrafico.
c’è chi riesce ad essere giovane anche a ottant’anni e ha tutto il mio compatimento.
si sta perdendo la vecchiaia, ed è una perdita non da poco.
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Grazie però un attimo , per felicità intendo il piacere…
Soltanto l’immaginazione può soddisfare il desiderio del piacere – desiderio che è infinito – perché soltanto l’immaginazione può creare oggetti infiniti per numero, per durata e per estensione; l’uomo sperimenta una condizione di felicità quando può soddisfare la propria infinita sete di piacere con questi infiniti illusori, creati dalla sua facoltà immaginativa…
La cagione è la stessa, cioè il desiderio dell’infinito, perché allora in luogo della vista, lavora l’immaginazione e il fantastico sottentra al reale. L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non vede realmente…
…il piacere ch’io provava sempre da fanciullo, e anche ora nel vedere il cielo …attraverso una finestra, una porta, una casa passatoia, come chiamano. […]
Non si può provare sempre piacere, la vita non è così.
Per me, è più importante il modo in cui ci si approccia alla vita. È fatta di sfide, di momenti meravigliosi, di periodi noiosi o eccitanti.
In che modo ci si può approcciare alla vita per apprezzare ciò che si ha e ottenere il massimo da ogni esperienza ?
Del resto non si può provare sempre dolore e dispiacere
Sai io credo proprio che felicità sia per i bambini
E per chi si tiene vicino quel sé più innocente , non ignorante, né antico …
Tutt’ altro
Sulla bellezza
Più vado avanti con la ragione più sono infelice e triste …
Tutto mi sembra vano…
La nullità
M
Forse …
Dopo avere ascoltato lezioni di fisica quantistica, il tempo, la luce, gli extraterrestri…e di filosofia sono tornata sui miei passi …
Né so esattamente dove, se e come continuerò, questo è quanto so …
Confusione?! Può essere in realtà è caos, il mio andare nel caos non so esattamente come sia… Mi sento parte impercettibile dell’Universo, sono nella natura, fuori non potrei esistere
La mia infinitesima parte… Un essere minuscolo …
come non accettare?
Faccio quello che posso con quello che ho … Quasi un nulla
Un grido :
Ti amo !
L’eco rimbalzò di roccia in
roccia
Bellissimo …bisbigliai
La luce lacrimò di foglia in
foglia
Una clochard
Ubriaca di gioia
Adagiai una coperta
di ombre
sulle lacrime
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ma, attenzione, il piacere di cui parla il nostro Leopardi, nella citazione che ne fai, non è quello che intendiamo noi oggi…
è un concetto molto più ampio, che si confonde quasi con quello di felicità.
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commento ricevuto su un altro blog:
Sossu 28 agosto 2022 alle 6:28
Non sei mica fascista? – mi disse. Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai. – Lo siamo tutti, cara Cate, – dissi piano. – Se non lo fossimo, dovremmo rivoltarci, tirare bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s’ accontenta, è già un fascista —
Cesare Pavese “La casa in collina”
Sarà che è tardi, sarà che ho mangiato pane e fichi buonissimi, sarà che mi sento ubriaca di sonno, è tempo di dormire …
Solo che il tuo articolo di stasera mi turba… tristezza …
T‘abbraccio
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bortocal 28 agosto 2022 alle 6:33
traferisco il commento di là? 🙂
tanto è anche stato scritto ieri e pubblicato oggi, ahah
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Sossu 28 agosto 2022 alle 6:54
Mi sa che si può fare… Ieri sera sono addormentata senza pubblicare 😅
è domenica!! La vorrei felice, in fondo basterebbe poco, ce la possiamo fare🐞🍀
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la felicità è fuori dai miei orizzonti, di questi tempi.
mi basta quella serenità che è assenza di forte sofferenza, e questa direi che c’è stata, a domenica quasi trascorsa, ormai.
a te auguro che si sia stata anche la prima felicità, quella di grado maggiore… 😉
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Che vuol dire la prima felicità ?
Non sono sicura di avere capito .
È stato un giorno di festa , i
3 anni di Sofia
quanta tenerezza , vitalità ,intelligenza , fantasia ,caparbietà e capacità di osservazione .
Che bello !
Ricomincio con la felicità
Premessa
Siamo animali sociali ,la solitudine ,credo che sia una scelta indotta …
(alla mia età è accettabile )
Tanti Referenziati hanno parlato sulla
felicità …
un riferimento ai contemporanei
Per Nietzsche
Essere felici, allora, significa essere capaci di provare forza vitale attraverso il superamento delle avversità e la creazione di modelli di vita originali.
Secondo Ortega Y Gasset filosofo
ciascuno di noi definisce quali realtà possono portarlo alla felicità. Se riusciamo a costruire queste realtà, allora saremo felici.
Per Slavoj Zizek,filosofo
“il problema è che non sappiamo ciò che vogliamo davvero. Quello che ci rende felice è non avere quello che vogliamo, ma sognarlo”.
Per me è un cammino di vita che scopriamo lentamente,il crepuscolo paradossalmente aiuta , non esiste uno stato permanente di felicità come di infelicità.
Che l’infelicità non sia una compagna di vita e che la felicità
nasca dall ‘equilibrio raggiunto , il Nirvana forse lo chiamerebbero gli induisti .
Preferisco i buddisti …
Nessuna religione canonica può essere fonte di felicità. Parere personale senza alcuno spessore
Ho combinato anche qualcosa di positivo nella mia vita ?
Si ed è fonte di felicità .
L’infelicità scaturita è stata fonte di grande dolore .
Ho fatto pace con tutti
È fonte di felicità
Mi sono sentita amata mi è
bastata una volta .
Mi amo ? Si anche se ho qualche lacuna .
Amo la vita ? Si
Ho vissuto abbastanza
… Si però vivrei volentieri ancora un po’
Solo con dignità .
Ho iniziato a scegliere in ritardo da allora ho scelto …
Mi sto adagiando forse troppo .
Vi sono ragioni di felicità ma anche di infelicità .
I lutti di cui ora non voglio parlare .
Mi dispiace tanto che la felicità è fuori dai tuoi orizzonti .
Prima lo era ?
Ti auguro salute e gioia .
Ti auguro ogni bene e tanto amore ☮️
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con prima felicità intendevo dire la felicità piena, nel senso che si attribuisce di solito alla parola e non in quello vagamente leopardiano che avevo usato io.
il buddismo, col suo nirvana, o nibbana, come lo chiamavano in Myanmar, a volte sembra una religione per vecchi. bene, adatta come aiuto per invecchiare bene, allora.
la felicità è pagana e anche cristiana, per quel tanto di pagano che è rimasto nel cristianesimo.
solo da giovani si può essere felici, per quel tanto di tumultuoso che ha in se stessa la felicità; da vecchi è bello se si riesce ad essere tranquillamente sereni.
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Queste sbadataggini mie ho risposto . Tante attenzioni eppoi casco come …
Lingua sarda nelle radici ,
nelle ali il francese .
Comincio dalle radici
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