ieri per me è stata giornata di escursioni e la sera mi sono ridotto a spettatore del dibattito Letta Meloni, anziché provare a terminare l’ultimo post di introduzione alla ricostruzione e all’analisi dell’Annuncio del Nuovo Regno, cioè al tema dello Jeshuu storico.
mi sta dando parecchio filo da torcere un nuovo testo, finora mai considerato da chi analizza il problema e neppure da me: potrebbe essere capace di ribaltare le impostazioni che ho costruito lentamente da 15 anni a questa parte.
ammetto che trovo questo argomento molto più appassionante del testa a testa tra i leader dei due maggiori partiti per i quali voterà una minoranza di italiana più grande di quella che voterà per altri, ma sono sicuro che la mia predilezione non è condivisa da nessun altro dei miei lettori, e quindi, eccomi a darvi un contentino, e a dirvi le mie impressioni sul confronto.
sono state simili a quelle che si possono avere tra un originale e la fotocopia e quasi altrettanto grigie.
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ma chi era l’originale che l’altro cercava di riprodurre nel più fedele dei modi?
in questo caso il demokrat, che faceva il demokrat, mentre la sorella d’Italia cercava di fare la demokrat anche lei.
in poche parole, la Meloni ha cercato per tutti i 90 minuti di fare la moderata e di rubare voti al Partito Democratico, mentre Letta ha fatto il demokrat, anziché il fratello d’Italia; in poche parole non cercato di portare via voti alla Meloni, ma, a guardar bene, piuttosto ai 5Stelle o alla pinocchiesca coppia del Gatto e della Volpe, dove il Gatto è chiaramente Calenda e la Volpe Renzi.
invano Letta ha ripetuto monotono ogni dieci minuti quanto fosse utile quella discussione che dimostrava, secondo lui, quanto sarebbero differenti le due proposte.
la Meloni faceva l’anguilla e continuava a dimostrare, invece, che le differenze sono marginali.
era una finta? probabile, però l’effetto cercato era la somiglianza.
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in 90 minuti di melina la discussione ha avuto l’unico guizzo di vivacità e di autentico dissenso sul tema dell’amore, a proposito delle adozioni da proibire o consentire alle coppie omosessuali.
si può regolare per legge l’amore? ha strillato la Meloni, facendo la patetica per essere cresciuta senza padre, visto che se ne andò di casa quando lei era piccolina.
e Letta ha avuto buon gioco a dire che chi vuole farlo è lei, visto che pretende che lo stato vieti di adottare un bambino se chi lo chiede è omosessuale e vive in coppia con qualcuno o qualcuna del suo stesso sesso.
tema importante soggettivamente, non dico di no, ma chissà quanto capace di scaldare i cuori.
la coppia dei genitori etero è meglio, ha tuonato lei, e troverà certamente una maggioranza netta che le dà ragione, anche se l’affermazione è priva di senso: il buon funzionamento di una coppia di genitori non dipende certamente dal loro sesso, ma da come sono loro come persone.
l’unica conseguenza (negativa?) del crescere con genitori dello stesso sesso è che per quel bambino da adulto la cosa sembrerà del tutto normale, mentre per millenni non è mai stato così.
ci possono essere coppie di genitori etero terrificanti, e la cronaca ce ne ha appena dato lugubri esempi, e succedere anche il contrario; ma statisticamente questo potrebbe essere meno frequente, perché due omosessuali, femmine o maschi che siano, sono certamente un poco più motivati in una scelta non scontata e non sempre coerente con i loro stili di comportamento sessuale.
ma Letta non è stato capace neppure di essere davvero pungente su questo punto, mentre la Meloni sbracava nell’incoerenza, dando un segnale pericoloso di illogicità, che il maschilista di una volta (non sono io!) avrebbe detto uterina e tipicamente femminile.
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ma per il resto, ecco che la gara è stata a chi è più atlantista e filo-americano dei due;
a chi sostiene di più le sanzioni contro la Russia, perché sono efficacissime; nessuno dei due ha notato che lo sono altrettanto, e anche di più, nel mettere in pericolo grave la nostra vita e il nostro futuro.
europeisti sia Letta che la Meloni, che diamine, che sembrava quasi scandalizzata che qualcuno potesse metterlo in discussione ricordandole che cosa ha detto per anni, né Letta è stato capace di farlo;
tutti d’accordo perfino sui fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dato che la Meloni ha trasformato l’iniziale richiesta di ricontrattarlo nella più modesta e quasi logica proposta di ridefinirlo nei costi, vista l’inflazione scatenata dalla guerra in Ucraina;
e così via dicendo.
mentre Letta continuava a cercare di trovare le differenze, purtroppo sempre con la sua aria da professore noioso e per niente incisivo, la Meloni faceva l’allieva diligente e secchiona che dimostrava di avere studiato tutto a fondo e di sapere ripetere la lezione a memoria, imitando a perfezione il modello.
quindi alla fine chi ha vinto?
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deve per forza avere vinto qualcuno?
Letta difficilmente ha tolto voti alla Meloni, mi è parso che volesse toglierne piuttosto agli assenti al dibattito.
dunque ha vinto la Meloni? dialetticamente sì, l’unico messaggio che Letta è riuscito a far passare era il richiamo all’Europa, ripetuto all’ossessione, ma terribilmente inefficace in tempi nei quali, dopo l’esilio che si è autoimposto la Merkel, l’Unione Europea sembra piuttosto la causa che la soluzione dei nostri guai (e chi mi conosce sa quanto mi costa dirlo).
per il resto Letta è stato abile solo nell’evitare di rispondere alle domande più imbarazzanti per la storia del suo partito (ne cito una sola: il D’Alema presidenzialista che voleva diventare presidente della repubblica nel 2006 con una proposta del genere; chi se lo ricorda? io sì; venne battuto, al suo posto fu letto Napolitano, che poi però fece il presidenzialista di fatto).
ma la Meloni non credo possa avere tolto un solo voto a Letta, pur se si è dimostrata ben preparata e allenata sul piano della sovrapposizione fra politica ed economia che è sembrato il comune modo di pensare dei due candidati.
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io confido invece che, sforzandosi di apparire così moderata e vicina al comune sentire demokrat, la Meloni abbia invece perso parecchi voti dei suoi.
se Letta e Meloni sono la riedizione della coppia Mondaini Vianello, Sandra e Raimondo, ai quali in fondo assomigliano anche fisicamente, che cosa ce ne facciamo di una Sandra scipita e secchiona?
ma in fondo, per me, l’unica cosa interessante che mi aspetto il 25 settembre è di vedere se supererà il 50% la somma dei voti reali di Fratelli d’Italia e del Partito Democratico e di quanto supereranno il numero degli astenuti, se ci riusciranno.
certo, dibattiti come questo, così lontani dai problemi reali che stiamo vivendo, a me pare che aumentino l’astensionismo piuttosto che combatterlo.
Infatti la percezione a pelle (forse anche errata, non so) di chi segue dall’esterno, e non si appassiona a questa politica, è che Pd o FDI, non cambia quasi niente, sulle questioni fondamentali sono uguali. Forse per questo questa campagna elettorale è così piatta, e nessuno prova a “demolire” davvero l’avversario, perché si sa che il governo italiano conta poco, le decisioni importanti si prendono a Bruxelles.
E in fin dei conti meglio così!
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hai perfettamentre ragione, tranne forse su un punto.
oramai, con Biden, anche Bruxelles conta poco.
Trump almeno aveva deciso di lasciar perdere l’Europa come cosa poco importante; Biden ci ha rimesso sotto controllo e ha chiarito bene che siamo una semi-colonia, anche presi tutti insieme.
del resto, al tempo della guerra fredda, le trippe americane stavano in Europa occidentale e quelle russe in quella orientale; oggi quelle russe di occupazione lì non ci sono più, ma quelle americane non se ne sono certo andate…
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E tra l’altro, a tutti gli effetti, sulle questioni fondamentali PD e FdI SONO uguali.
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vedo che siamo d’accordo.
da qualche tempo sostengo che la cosa migliore sarebbe un governo fra loro due, con Lega e 5stelle all’opposizione: uno da destra e l’altro da “sinistra”.
e mi sembrava di essere scemo…
ma i diritti civili? che fine farebbero?
ma i diritti civili sono per il PD lo specchietto delle allodole; non andrebbero certo avanti con un governo del genere, però non vanno avanti neppure col PD nei vai governi.
i diritti civili dovrebbero restare fuori da un governo PD – FdI ed essere affidati semplicemente ai referendum.
passerebbero subito a furor di popolo, naturalmente.
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Il PD finge di difenderli perché è l’unica cosa che permette loro di qualificarsi come “di sinistra”… quando non è poi nemmeno vero che i diritti civili siano una cosa di sinistra. Un liberale serio, che di solito è di destra, è d’accordo coi diritti civili.
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è in gioco delle parti: il PD finge di difendere i diritti civili perché ha la fortuna che una destra molto forte gli impedisce di realizzarli.
l’immagine plastica di questo stato di cose è Letta che dice che si vergogna perché gli altri hanno impedito che si approvasse lo ius scholae; ma negli ultimi undici anni il PD non ha governato per un anno dal 2018 al 2019, col Conte I, e per tre volte e 5 anni ha avuto un presidente del consiglio suo, Letta, Renzi, Gentiloni, dal 2013 al 2018: una intera legislatura che ha visto approvare soltanto le unioni civili.
su un piano più generale non contrapporrei i diritti civili ai diritti sociali. è di destra (liberale) occuparsi dei primi ignorando i secondi.
il PD, che non si occupa né dei primi né dei secondi, è un partito di destra e neppure di destra liberale.
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Sono d’accordo con te, per altro secondo me i diritti civili sono anche diritti sociali.
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appunto, i diritti da difendere sono quelli dei più deboli, e non dovrebbe fare differenza se sono deboli sociali o civili.
chi difende solo i diritti civili, cerca alla fine di realizzare i diritti di chi sta già abbastanza bene, perché la debolezza nei diritti sociali impedisce di usufruire anche dei diritti civili.
a che serve, ad esempio, il diritto di adozione per i gay, se poi la coppia gay non le risorse per mantenere un figlio?
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