nel post precedente, esistono guerre legali? – 413, abbiamo visto come il concetto di legalità non sia rigorosamente applicabile alla guerra, dato che non esiste un sistema penale internazionale condiviso da tutti gli stati.
tuttavia esistono dei trattati internazionali che pongono dei limiti preciso all’uso delle armi da parte degli stati, e il principale è rappresentato dalla Carta dell’ONU e poi dal suo Statuto, che contiene il divieto dell’uso unilaterale della forza armata, ma anche della sua semplice minaccia e ammette solo azioni militari difensive o approvate dall’ONU stessa.
aderendo all’ONU ogni stato si è dunque impegnato a rispettare questi principi, almeno in teoria, visto che la pratica li ha visti continuamente calpestati.
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in conclusione, dato che ogni stato definisce legali le guerre che fa e illegale opporsi ad esse, dovremmo parlare piuttosto di guerre legittime o illegittime.
la cosa è ancora più evidente per stati come l’Italia, nei quali il principio della Carta ONU era anticipato forse perfino in una forma più ampia, nell’art 11: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
qui ogni guerra che non sia strettamente difensiva o legittimata dall’ONU diventa addirittura incostituzionale.
come del resto fu la guerra di Serbia del 1999, a cui noi partecipammo – lasciatemi ribattere sul chiodo – anche se senza nessuna conseguenza pratica.
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ma qui voglio sottolineare le conseguenze giuridiche dirompenti anche di tale definizione della guerra come illegittima, che è più limitativa in apparenza soltanto.
perché se una guerra è illegittima, e in Italia addirittura anti-costituzionale, allora diventa legittima ogni forma di disobbedienza civile alla guerra.
questo anche da punto di vista giuridico interno, e come tale dovrebbe essere riconosciuto anche dai tribunali.
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ma c’è di più, ben di più.
si legga bene l’art. 11 della nostra Costituzione: esso rifiuta la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.
qui si parla di popoli, non di stati.
lo Statuto dell’ONU parla dei conflitti tra gli Stati, ma la nostra Costituzione ha una visione più ampia, e rifiuta la guerra anche come offesa alla libertà dei popoli.
non rifiuta soltanto la guerra fra uno stato e l’altro o altri, ma anche la guerra interna con cuiun popolo ne opprima un altro all’interno di uno stato.
questo allarga di molto il concetto di guerra difensiva.
difensiva non è soltanto la guerra con la quale uno stato invaso difende il suo territorio, ma anche quella con la quale un popolo si difende dentro uno stato dal dominio di un altro popolo.
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queste conseguenze ribaltano a fondo il pensiero comune dominante, che esprime una visione insopportabilmente autoritaria dei rapporti civili, che si è affermata di recente in parallelo con la deificazione di quel moloch che è la cosiddetta democrazia liberale.
ho già spiegato meglio altrove come democrazia liberale è un ossimoro che nega il concetto stesso di democrazia, e come la liberalità non possa essere confusa con la libertà, dato che anzi ne è la negazione.
basti pensare come, secondo il pensiero dominante della inviolabilità delle frontiere e dei poteri esistenti, ogni guerra di liberazione anti-coloniale del passato, ma anche del presente e dell’eventuale futuro, andrebbe vista come una guerra illegale, quando si tratta invece di una guerra legittima.
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è il paradosso della guerra illegale che però è pienamente legittima.
un altro esempio del dilemma di Antigone, la donna della mitologia greca, che viola la legge concreta statale esistente che vieta la sepoltura del fratello ribelle, in nome di una legge più profonda che è quella inviolabile dell’umanità.
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e qui mi fermo, dato che mi si dice comunemente che i miei post sono troppo lunghi, e in effetti poco adatti ad una lettura veloce su smartphone.
lascio tutti i riferimenti sottintesi alla situazione all’intelligenza dei cliccatori di questo post, sperando che siano almeno i 27 che hanno cliccato sul suo precursore,
che almeno la metà di quelli che cliccano lo leggano,
che qualcuno arrivi anche fino in fondo.
se poi ci sarà uno che vorrà perfino commentarlo, lo ringrazio fin d’ora personalmente, immaginando chi potrà essere. 😉
[…] guerre illegali? o guerre illegittime? e guerre illegali legittime – 414 […]
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Dal punto di vista degli abitanti russofoni del Donbass questa è una guerra difensiva. Peccato che noi aiutiamo il loro aggressore, e credo in questo sia caduto in un equivoco anche l’Anpi ritenendo quella degli ucraini una guerra di resistenza. È come se si fossero armati i fascisti quando gli americani ci hanno invaso, nel ’43…
Dal punto di vista ucraino, che ha fatto delle leggi liberticide e discriminato di fatto una minoranza oltre che bombardarla per otto anni, l’intervento armato russo è una aggressione. Tanto da vietare ora perfino il negoziato, cosa che la nostra costituzione dovrebbe impedirci di continuare a prestare aiuto.
Citi la Serbia, ed è giusto: ma mi chiedo se allora la Serbia fosse stata aiutata militarmente come l’Ucraina (ma la Russia allora non ne aveva la forza) quanto avrebbe resistito?
E sinceramente mi chiedo anche un’altra cosa: se la Russia avesse bombardato Kiev per tre mesi come ha fatto la Nato con Belgrado (e attenzione perché la Russia non l’ha fatto non perché incapace, come si sta dimostrando, anche perché aveva una totale superiorità aerea, ma per mera scelta politica) la guerra ci sarebbe ancora?
Naturalmente prendila come una provocazione, non mi sarei augurato niente del genere, anche se adesso vanno (e andiamo) incontro a qualcosa di persino peggiore…
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forse sbaglio, ma io leggo il tutto alla luce della mia esperienza nell’infanzia sud-tirolese.
se noi non avessimo una Costituzione che riconosce i diritti delle minoranze linguistiche e avessimo impedito l’uso del tedesco in quella provincia e il separatismo armato degli anni Sessanta fosse andato avanti trasformandosi in guerra civile, anziché essere svuotato dagli intelligenti accordi con l’Austria di Moro? da che parte darebbe la resistenza?
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Secondo me non sbagli affatto. Poi chi perde è terrorista, e chi vince liberatore.
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Queste analisi saranno anche belle e interessanti, ma credi davvero che quando si arrivano a muovere gli eserciti ci si preoccupi della legalità?
Si fa la guerra e poi una giustificazione legale valida per chi attacca si trova (o si costruisce).
Anche le guerre piu stupide come le falkland o il qwait erano supportate da uno straccio di rivendicazioni pseudo legali
I trattati internazionali valgono solo in tempo di pace….
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purtroppo hai ragione, ma di guerra illegale sono piene le bocche vuote della propaganda in queste settimane e non è male mostrare l’assurdità di queste definizioni.
le uniche guerre legali sono quelle vinte, e dopo che sono state vinte. la guerra di chi la perde è sempre ingiusta, e quindi anche illegale.
la guerra che Putin ha iniziato a febbraio era una operazione speciale di pace, dal suo punto di vista propagandistico, esattamente uguale e contraria a quella che fece la NATO contro la Serbia nel 1999.
solo che la NATO tre mesi dopo l’aveva vinta, e invece adesso l’operazione speciale di Putin sta diventando una guerra vera e propria anche dal suo punto di vista.
i Democratici di Sinistra, che nel 1999 erano al governo e coinvolsero anche l’Italia nella guerra contro la Serbia alleata alla Russia, sostenendo la secessione dalla Serbia del Kosovo albanese, oggi sono nella posizione specularmente contraria e negano a Crimea e Donbass russi il diritto di staccarsi dall’Ucraina.
è inutile dirlo? lo so. ma non sempre si deve dire soltanto quello che è utile.
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Sono d’accordo con la tua analisi (e l’ho letta tutta, visto che sono da pc 🙂 ). Mi limito a sottolineare un aspetto affascinante, che è “sottotraccia” nel tuo post: e cioè, che almeno in campo internazionale, una determinata azione può essere considerata contemporaneamente legale ed illegale: tutto dipende dal punto di vista di chi osserva.
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ecco un interessante aiuto a leggermi anche “sottotraccia”. grazie.
(sei comunque un commentatore in più, comincio a segnarmi le tacche… ahha)
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Chissà perchè fra i mille esempi di guerre legali e/o legittime mi vengono in mente solo i serenissimi che occupano il campanile di san mar co a venezia….
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ovviamente la tua è una battuta.
era guerra quella? oppure una carnevala fuori stagione? 🙂
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si, una battuta, ma nella testa bacata dei serenissimi voleva essere una guerra, per loro legale dato che si sentivano invasi e occupati dai tempi dell’nnessione allo stato italiano nel ‘800.
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da wikipedia: “…dichiaravano di richiamarsi alla disciolta Repubblica di Venezia: a supporto delle loro rivendicazioni professavano l’illegittimità (e quindi l’invalidità) sia dello scioglimento dello Stato veneziano (avvenuto il 12 maggio 1797 a seguito dell’invasione napoleonica) sia il plebiscito del Veneto del 1866 che ratificò l’annessione della regione al Regno d’Italia. Da ciò, a loro avviso, derivava la fondatezza delle istanze indipendentistiche per il Veneto.”
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io però direi che perché ci sia una guerra, dovrebbero esserci almeno dei caduti, e allora per fortuna non ce ne furono.
La Corte di cassazione nel 2011 non vide neppure i reati di costituzione di banda armata e di associazione sovversiva per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, in quanto l’organizzazione fu ritenuta strutturalmente inidonea a raggiungere lo scopo per mancanza di strumenti.
il famoso tanko esibito in piazza era fatto in casa. 🙂
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