Baphomet, un blogger che da anni si occupa delle origini cristiane, ha riscoperto un paio di miei post sul tema, anche se tardivamente, e li commenta.
è il bello del blog questa dilatazione temporale; qualcuno potrà scriverci anche quando saremo morti e l’unico inconveniente per lui è che la risposta dovrà andare a cercarsela da solo tra tutto quello che è già stato scritto.
Baphomet ha commentato da ultimo la prova finalmente trovata che lo Jeshuu storico è il profeta egiziano sparito nel 53 d.C. – 295 del 24 agosto 2020.
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Baphomet 13 OTTOBRE 2022 ALLE 22:40
La stessa tematica l’ho affrontata 16 anni fa su questo blog arrivando alle stesse conclusioni: La morte di Gesù TUESDAY, APRIL 11, 2006
Tuttavia col senno di poi e continuando le mie ricerche, alle fine le fonti mi hanno portato alle stesse conclusione del redattore di Atti degli Apostoli e cioè che l’Egiziano fosse proprio Paolo di Tarso e che il suo arresto non fu proprio un errore:
“36 La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: «A morte!».
37 Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: «Posso dirti una parola?». «Conosci il greco?, disse quello, 38 Allora non sei quell’Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?».”
Studiando a fondo la biografia di Paolo di Tarso, mi sono accorto assieme ad altri studiosi, che la sua vita corrisponde in molti punti a quella di Simon Mago della Samaria, che stando alle Pseudo Clementine e ad alcune testimonianze patristiche, si spacciava per Dio, il profeta e si faceva chiamare il Cristo o GESÙ.
Lo stesso Svetonio, segnala che i giudei sotto a Claudio, erano continuamente in rivolta, a causa di un certo “Cresto” e che Claudio fu costretto a cacciarli tutti da Roma.
Nello stesso tempo, gli Atti di Pietro e Paolo, segnalano che a Roma, sotto a Claudio, ci fosse Simone il Mago (che si spacciava come il Cristo).
Nelle stesse omelie Pseudo Clementine, Simone Mago risulta essere stato in periodo in Egitto ad apprendere la magia e al suo ritorno, pretese e ottenne il comando della setta di Giovanni il Battista.
Esattamente come il Gesù dei vangeli, era capace di fare miracoli e tra questi, era capace di volare, esattamente come il Gesù ben Stada Talmudico, quando apprese il nome di Dio, lo scrisse su di un bigliettino e lo cucì sotto la sua pelle.
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come si vede, non si capisce bene in base a quali elementi concreti il senno di poi abbia condotto Baphomet ad una ipotesi così pesantemente priva di elementi storici concreti di supporto.
ma purtroppo questo modo di affastellare notizie eterogenee e di procedere per identificazioni avventate è tipico di diversi cultori della materia ben poco professionali.
comunque, ecco la mia risposta.
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comma22corpus 17 OTTOBRE 2022 ALLE 7:33
ti ringrazio della risposta e ho letto con attenzione il tuo articolo del 2006.
credo che il senno di poi ti abbiano portato fuori strada, dando credito alla intenzionale manipolazione dei fatti degli Atti degli Apostoli, composti a mio parere poco prima della metà del secondo secolo, che cercano di confondere le acque tirando in ballo Paolo per provare a smentire l’identificazione di Jeshuu col profeta egiziano, chiaramente corrente a quei tempi, e attribuiscono l’identificazione invece a Paolo, perché oramai si attestavano su una falsa cronologia che aveva anticipato di circa vent’anni tutta la vicenda di Jeshuu e giusto anche per smentire questa identificazione.
ma di Paolo nessuna fonte racconta che + nel 52-53 d.C. + avesse portato i suoi seguaci sul Monte degli Ulivi in attesa della caduta delle mura di Gerusalemme per l’intervento divino, come racconta Giuseppe Flavio del profeta egiziano, mentre molto di simile raccontano le stesse fonti evangeliche su Jeshuu.
quindi l’unico col quale può avvenire questa identificazione è Jeshuu e Paolo è intenzionale inchiostro di seppia diffuso ad arte dai cristiani nel secondo secolo.
sulle tue altre considerazioni del commento devo sempre muoverti la stessa critica radicale: dai troppo credito a fonti tarde totalmente manipolate e semi-leggendarie, senza neppure tentare di contestualizzarle, preliminarmente, e di comprendere il perché delle loro invenzioni.
è abbastanza chiaro, infatti, che tutto quello che si aggiunge sulla biografia di Jeshuu nei secoli successivi va guardato con estrema diffidenza e può essere preso in considerazione soltanto se prima si dimostra quali reali radici storiche possono eventualmente avere + queste notizie + e perché possono essere considerate almeno vagamente attendibili.
prendendole in blocco, come fai tu, si affonda in una coacervo di contraddizioni insanabili, dato che queste fonti inventavano a man salva, in conflitto le une con le altre, visto che sostenevano interpretazioni molto eterogene e spesso contrapposte tra loro.
l’analisi del tuo post del 2006 è troppo complessa e piena di luci e di ombre per svilupparla qui. magari le dedico un post intero sul mio blog attuale e poi tornerò qui a segnalartelo nei prossimi giorni.
a presto e grazie ancora.
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ed eccomi, allora, ad analizzare il post citato sopra di Baphomet, che nel 2006 si firmava come RENATO S..
inizia citando le notizie date da Celso probabilmente nella seconda metà del secondo secolo, nella sua opera Contro i cristiani, che ci è giunta frammentariamente attraverso le citazioni polemiche fatte dal cristiano Origene all’inizio del terzo secolo nella sua opera Contro Celso.
le ho già citate varie volte anche io, ma le riporto di nuovo:
“Colui al quale avete dato il nome di Gesù in realtà non era che il capo di una banda di briganti i cui miracoli che gli attribuite non erano che manifestazioni operate secondo la magia e i trucchi esoterici. La verità è che tutti questi pretesi fatti non sono che dei miti che voi stessi avete fabbricato senza pertanto riuscire a dare alle vostre menzogne una tinta di credibilità”.
“Essendo la sua famiglia povera, Gesù fu mandato in Egitto a cercare lavoro; e quando arrivò lì, egli acquisì certi poteri magici che gli egizi si vantavano di possedere; quindi ritornato fiero per i poteri che acquisì, per tali poteri si proclamò Dio da se stesso.“ (Contra Celsum, I, 32)
“Gesù si circondò di 10 o 11 uomini scellerati, i peggiori dei pubblicani e dei pescatori; e con questi se ne andava di qua e di là, in modo vergognoso e meschinamente raccoglieva provviste.” (Contra Celsum, I, 62)
queste notizie vengono correttamente ricondotte alla tradizione rabbinica […] che Gesù avesse appreso “la magia” dall’Egitto; le affermazioni collegate, di Renato S., che queste tradizioni più tardi confluirono nel libello Toledòth Jeshua, cioè La Vita di Gesù, andrebbero espresse con molta più prudenza, dato che le prime versioni scritte in ebraico del testo vengono fatte risalire al periodo fra il IV e il VI secolo, se non più tardi.
ne possediamo un centinaio di redazioni differenti, e fu tradotta in latino e resa nota in Occidente soltanto nel 1278.
si tratta comunque di una raccolta di notizie semi-leggendarie, che non diventano più autorevoli e fondate per il fatto di appartenere alle invenzioni religiose ebraiche, anziché a quelle cristiane.
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totalmente infondata è poi, per come è fatta, l’affermazione E’ ovvio che [Gesù] fosse L’Egiziano ben Stada, descritto bene da Giuseppe Flavio, perché Giuseppe Flavio non dice affatto come si chiamava il profeta egiziano.
alquanto semplicistico è dire con certezza che Jeshuu era ancora in vita al tempo dell’imperatore Claudio (anche se io pure credo che sia vero), soltanto perché Svetonio disse: [l’imperatore Claudio] scacciò da Roma i Giudei che, istigati da Cresto, erano continuamente in lotta…” (Claudius XXV, 4).
infatti non è del tutto chiaro se Cresto sia il nome di un ebreo romano (il nome era effettivamente in uso), oppure sia una cattiva trascrizione del termine Cristo, e in questo caso significa soltanto messia, e di pretesi messia la storia ebraica del periodo ne conosce diversi, non solo quello che in seguito venne considerato fondatore del cristianesimo.
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di nuovo è addirittura grottesco affermare che Paolo sosteneva che Gesù fosse ancora vivo tra il 58 e il 60, citando Atti 25:19: Essi avevano contro di lui certe questioni intorno alla propria religione e intorno a un certo Gesù, morto, che Paolo affermava essere ancora in vita.
qui chiaramente si fa riferimento alla fede nella resurrezione, forse fraintesa dagli ebrei, ma siamo chiaramente oramai nel campo delle leggende cristiane che si sviluppano nel secondo secolo, almeno se si accetta il mio tentativo di dimostrare che le Lettere attribuite a Paolo risalgono a quel periodo.
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di seguito il post cita correttamente l’opinione di Ireneo, nel secondo secolo, che scrive:
4. Avendo 30 anni al battesimo, e con la giusta età da Maestro, Egli venne a Gerusalemme. Essendo un Maestro, di conseguenza aveva l’età di un Maestro, senza disdegnare alcuna condizione umana, ma santificando ogni età… Dal momento che Egli è venuto per salvare tutti per mezzo di Lui, tutti coloro che attraverso Lui sono rinati a Dio: fanciulli, ragazzi, giovani e anziani. Perciò Egli ha attraversato ogni età, divenendo un fanciullo per i fanciulli, così santificando i fanciulli; un ragazzo per i ragazzi, santificando così coloro di quell’età, per essere un esempio di pietà, onestà e sottomissione; giovane per i giovani, divenendone un esempio e santificandoli per il Signore. Allo stesso modo fu un anziano per gli anziani, così da essere un Maestro perfetto per tutti… Ora, che la prima parte della vita abbracci i trenta anni e si estenda fino ai 40 lo ammette chiunque; ma dal quarantesimo al cinquantesimo anno un uomo si avvia verso la vecchiaia, che il nostro Signore aveva mentre ancora adempiva al suo ministero, come anche i Vangeli e gli anziani testimoniano; e coloro che parlarono in Asia con Giovanni, il discepolo del Signore, il quale aveva trasmesso loro queste notizie.
questa affermazione che Jeshuu era anziano, alla fine della sua azione religiosa e politica, appoggiata alla solide testimonianza degli anziani, che trasmettevano le informazioni orali sulla sua vita, venne poi smentita dalle ricostruzioni canoniche successive.
giustamente si cita poi un passo del Vangelo secondo Giovanni:
I giudei […] si sdegnarono […]: “Non hai ancora 50 anni e hai veduto Abramo?” (Giov. 8,56- 58).
evidentemente, se Jeshuu era nato poco prima della morte di Erode, cioè verso il 6 a.C., non poteva essere vicino ai cinquant’anni quando discuteva con gli abitanti della Giudea, a stare alla cronologia tradizionale che si è imposta in seguito smentendo Ireneo e i suoi testimoni, che erano separati dai fatti da una generazione soltanto.
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tralascio un coacervo di notizie semi-leggendarie inserite a forza nel post: ad esempio il racconto dell’incontro del re Shalivahan in Himalaya con un sant’uomo dalla pelle chiara e dagli abiti bianchi, di nome Isa, che si trova in un testo indiano che afferma di essere stato composto nel 115 d.C., ma risale probabilmente al terzo secolo.
ma questo re regnò dal 78 al 102 d.C., se non sbaglio.
sulla base di questa leggenda il post prosegue: Sicuramente Gesù sarà scappato in India, assieme a Tommaso, dopo il tentativo di arresto tenuto da Felice, nei pressi del monte degli Ulivi (54/56 d.C. ca).
a parte la data sbagliata, da anticipare al 52-53 d.C., non è mirabolante che diverse tradizioni cristiane narrino di questa fuga in India di Giuda il Gemello, cioè Tommaso in ebraico, e non ci dicano nulla di una eventuale concomitante fuga di Jeshuu?
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ma qual’è il seguito della fantasiosa ricostruzione?
Gesù probabilmente ritornò nella sua patria quando Felice fu sostituito da Porcio Festo (61 d.C ca). L’Egiziano tornò ad operare nella sua Patria, siamo tra il 61 e il 62 d.C. In questo periodo, Saulo lo beccò sulla via di Damasco e Gesù gli disse: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».
non sarebbe stata una apparizione miracolosa, dunque, ma un incontro reale.
e qui il post identifica il profeta egiziano anche in un episodio successivo narrato da Giuseppe Flavio e riferibile all’anno 61 d.C., o poco dopo:
Libro XX:185 – 10. Quando Festo arrivò in Giudea, la trovò devastata dai ribelli che incendiavano e saccheggiavano un villaggio dopo l’altro; […] 188 Festo mandò un corpo di cavalleria e di fanti contro quelli sedotti da un impostore che aveva promesso la salvezza e la fine dei tumulti, purché lo seguissero nel deserto. La forza inviata da Festo li eliminò tutti, l’imbroglione e i suoi seguaci.
ma che elementi abbiamo per pensare che questo impostore fosse ancora il profeta egiziano, cioè Jeshuu, a parte la somiglianza del giudizio liquidatorio e sprezzante di Giuseppe Flavio?
se fosse stato così, perché Giuseppe Flavio non ce l’avrebbe detto?
non è più probabile che fosse qualche seguace suo o di Giovanni il Battezzatore?
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in un punto però il post arriva alle mie stesse conclusioni:
Nella realtà tutti questi eventi riportati nei vangeli sono tutti accaduti sotto Antonio Felice e Porcio Festo e sotto i sommi sacerdoti, Anania figlio di Nebedeo, Giusepp, soprannominato Kabi e Anano figlio del sommo sacerdote Anano.
allo stesso modo viene identificato col Giovanni dei vangeli un altro Giovanni citato da Giuseppe Flavio nella Guerra giudaica:
Libro III:11 Guidavano la spedizione tre uomini eminenti per il valore e l’intelligenza: Niger il Peraita, Silas il Babilonese e Giovanni l’Esseno.
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ma queste sono le conclusioni di questo rapido studio:
L’Egiziano ben Stada, detto Gesù (che significa il salvatore), morì probabilmente, come ci dice Giuseppe Flavio, nel 61 d.C., sotto Porcio Festo e il sommo Sacerdote Giuseppe soprannominato Kabi sostituito dai redattori dei Vangeli da Giuseppe soprannominato Caifa).
I redattori dei Vangeli, in particolare […] Marco (il primo evangelista secondo molti) e Luca, hanno spostato la vita pubblica di Gesù circa 25 anni prima, per due ragioni fondamentali:
1) Per non permetterci di individuare la vera figura storica di Gesù: il loro intento era quello di allontanare Gesù, da ogni coinvolgimento politico.
2) Per adempiere le profezie:
Partendo dalla profezia di Daniele (9, 1) si stabilì che il periodo messianico nel quale “…si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme” e che finisce con la distruzione di questa dovesse avere una durata di settant’anni.
Considerando poi che sono 40 gli anni menzionati nel Salmo dell’invito all’adorazione (94 (95), 10), durante i quali Dio resta “disgustato” di “quella generazione… dal cuore traviato” nei confronti della quale giura il suo “sdegno” vietandogli l’ingresso nel luogo del suo “riposo” ,
e procedendo con una semplice sottrazione (70-40) si arriva al 30 come primo anno dei 40 durante i quali Dio esita prima di distruggere la nazione ebraica, benchè disgustato da “quella generazione” che avendo crocifisso il messia, non aveva raccolto l'”invito all’adorazione” dello stesso.
Perfettamente “allineato” a questa cronologia appare Luca (discepolo di Saulo), che fa iniziare la missione di Gesù nel 27 d.C. “anno decimoquinto dell’imperatore Tiberio” (Lc, 3, 1) dandogli così il tempo di compiere l’opera nei canonici tre anni prima di finire in croce in perfetta puntualità con l’anno 30 d.C.
l’analisi delle motivazioni dello spostamento è condivisibile; il resto è molto avventuroso e non può essere accettato.
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il post sottolinea anche che Celso metteva in dubbio, che il nome “Gesù” fosse il vero nome del messia dei Cristiani, difatti fino al 150 d.C. nessuno storico e nessun Vangelo riportava il nome del messia.
la prima parte, riferita agli storici è vera solamente se si ritiene (come in realtà si dovrebbe) che sia un’interpolazione cristiana il Testimonium Flavianum, il passo delle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio, che invece lo nomina chiaramente, e anche il successivo riferimento nella stessa opera, a proposito di un certo Giacomo, fratello di Gesù (ma si tratta abbastanza chiaramente di un caso di omonimia, con successiva interpolazione cristiana).
comunque queste precisazioni vanno fatte, altrimenti si risulta semplicemente poco credibili.
quanto all’affermazione che fino al 150 d.C. […] nessun Vangelo riportava il nome del messia è una tale enormità che si stenta a credere che sia stata scritta.
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il post continua citando altri passi di Celso, che ho commentato anche io più volte, sul modo col quale venivano elaborati i testi cristiani:
È noto a tutti che ciò che avete scritto è il risultato di continui rimaneggiamenti fatti in seguito alle critiche che vi venivano portate.
di interessante per me sono due citazioni che vengono aggiunte a conferma, pur se dicono qualcosa di simile, ma più edulcorato:
Origene (185-250 d.C.), Comment. Matteo, 15.14 – Le differenze tra i manoscritti (dei Vangeli) sono divenute grandi, o per la negligenza di alcuni copisti o per la perversa temerarietà di altri; costoro o trascurano di correggere quanto hanno trascritto oppure, mentre correggono, allungano o abbreviano, a loro piacimento.
S. Girolamo (340-420 d.C.), Epistola LXXI, 5 – (I copisti) trascrivono non ciò che trovano, ma quel che ritengono essere il significato e, mentre tentano di correggere gli errori di altri, non fanno che rivelare i propri.
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conclusioni: il post e il commento sono ben lontani da un metodo di analisi rigoroso e alternano affermazioni e citazioni interessanti con estrapolazioni e voli pindarici tanto audaci quanto sconclusionati.
non meraviglia pertanto che, dopo essere arrivato vicino all’interpretazione storica più ragionevole della figura di Jeshuu, secondo me, cioè alla identificazione con il profeta egiziano disprezzato da Giuseppe Flavio, ma seguendo accostamenti di dati estemporanei e privi di metodo, in seguito l’autore la abbia abbandonato, per suggestioni soggettive altrettanto poco fondate e poco esaminate rigorosamente.
tuttavia non mancano affatto intuizioni anche potenti e riferimenti molto utili ad aspetti anche poco noti della tradizione sul tema.
e questo spiega anche, spero, il senso dell’operazione faticosa di analisi che ho fatto.
Bel lavoro, ben fatto e pur essendo alcune conclusioni comuni o quasi con i post citati, è importante mantenere viva una rigorosa analisi critico-storica, come fai tu.
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grazie mille, Roberto. il tuo apprezzamento mi fa molto piacere, come puoi immaginare.
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