Etiopia, Addis Ababa, 1-2 luglio 2005 – quando si poteva viaggiare [bortoround 312-318] – 496

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la novità di questa settimana nel mio blog bortoround sta tutta nei due post e video degli ultimi due giorni, e la anticipo per darle il rilievo che merita, secondo me, ricopiando o quasi qualche parte del post che ho appena finito di scrivere per quel blog:

ebbene sì: tra l’altroieri e ieri ho montato questo film, Come l’acqua che scorre, sul mio soggiorno ad Addis Ababa dal 21 giugno al 2 luglio 2005, che raggiunge una durata complessiva di più di due ore.

sono molto soddisfatto per il suo impianto generale, nonostante qualche piccola sbavatura tecnica qua e là: ritoccherei, se avessi dieci vite a disposizione, e non la decima parte, forse, di quella vissuta finora, nella ipotesi più sfrenatamente ottimistica.

quindi, se qualcuno vorrà dedicargli tutto questo tempo, in alternativa a qualche Grande Fratello televisivo, coglierà, spero, lo spirito che ha animato le riprese di 17 anni fa e il montaggio di queste ore, e considererà quei difetti di un montaggio così artigianale come dei piccoli tocchi di autenticità in più.

sempre che il suo gusto non sia stato già irrimediabilmente compromesso anche dalla globalizzazione delle tecniche della comunicazione visiva.

però sono anche consapevole che il procedere implacabile del politically correct renderà ben presto stomachevole il mio modo di riprendere la miseria e la povertà, non sempre col consenso degli interessati, anche se mi sono astenuto, per rispetto umano, dalla ripresa dei moribondi di fame per le strade di questa città, e dunque finisco per darne a mia volta una immagine addolcita.

però mi rendo conto che non è troppo lontano il tempo nel quale film come questi risulteranno urtanti per eccesso di verità e verranno proibiti dalla censura; quindi, chi può si affretti, prima che spariscano.

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l’impresa abbastanza incredibile del montaggio di un film di due ore in due giorni non sarebbe stata possibile ovviamente, senza il precedente lavoro di due mesi di montaggio della cinquantina di video che sono poi confluirti in questo,

non è la prima volta che costruisco un video d’insieme globale su un viaggio, ma finora avevo svolto la cosa per produrre qualche filmato di viaggi familiari, ad uso interno e personale soltanto.

un viaggio intero di esplorazione, fatto da solo, è la prima volta che lo monto, anche se di recente non sono mancati i diari visivi di una sola giornata.

la cosa è stata resa possibile anche dai forti limiti che hanno caratterizzato il mio soggiorno di una decina di giorni ad Addis Ababa.

guardandoli a risultato ottenuto, questi mi sembrano ora quasi provvidenziali, perché hanno trattenuto almeno in parte la mia tendenza alla prolissità, del resto ben nota, sia negli scritti che nelle riprese.ù

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alla fine esce una immagine di me come viaggiatore e reporter visivo che mi gratifica:

l’opposizione alla globalizzazione conformistica, che è il filo rosso della mia vita, e la solidarietà umana per il mondo dei poveri, emarginati dal trionfo del consumismo autodistruttivo, emergono netti da queste riprese, una volta che sono state estratte dall’informe accumulo come appunti disordinati e riportate ad un senso evidente.

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ma finisco la sgradevole operazione del lodarmi da solo e lascio alla visione anche di questo secondo tempo del film.

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ed ora ecco il consueto riepilogo settimanale degli altri post da bortoround:

il fango dai monti di Entoto. Addis Ababa 30 giugno 2005 – quando si poteva viaggiare. 2021/125 – 312 – 27 novembre 2022

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ritorno alla chiesa di san Giorgio. 1 luglio 2005. Addis Ababa vintage – 313 – 28 novembre 2022

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addio all’autentica Addis Ababa. 1 luglio 2005. vintage – 314 – 29 novembre 2022

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videodiario Addis Ababa 1 luglio 2005. vintage – 315 – 30 novembre 2022

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un piccolissimo zoo. videodiario Addis Ababa 2 luglio 2005. vintage – 316 – 1 dicembre 2022

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15 commenti

    • eh, caro mio, le ho sparse qua e là nei due video, le bellissime ragazze abissine che ballano e cantano, per rompere la monotonia.
      e anche come contraltare alle scene di miseria.
      magari giusto per confermare che la felicità si sviluppa meglio dove ha davanti la povertà, come affermano le ricerche sociologiche.
      pare che la migliore spinta a sentirsi soddisfatti della propria vita nasca dalla visione di chi sta peggio, infatti.
      che brutta bestia l’uomo e che cosa contro natura la perfetta uguaglianza…

      per trovare le stangone non ti resta che lo zapping.
      oppure ripiegare sui video singoli, andando su Youtube e digitando bortocal + la parola chiave che ti interessa (in inglese, preferibilmente) – visto che il sito ha eliminato di recente la funzione di ricerca interna ad ogni canale.
      comunque il video con la contortionist sta veleggiando verso gli 800 clic, e forse ti basta quello. 🙂

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