contro il PNRR (e per il MES) – 527

per iniziare, un’occhiata ai numeri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR; anche le parole hanno la loro forza, e queste sono un poco bislacche, con quella Resilienza, così alla moda, aggiunta in coda e quasi all’ultimo momento).

l’Italia riceverà dall’Unione Europea in tutto 191,5 miliardi, di cui 122,8 sotto forma di prestiti, a tassi agevolati, e 68,9 di aiuti a fondo perduto.

in sostanza, l’Europa ci regala, forse, quasi 70 miliardi di euro, a condizione che noi ci indebitiamo ulteriormente per più di altri 120 miliardi.

è una scelta assennata con un debito pubblico di oltre 2.770 miliardi di euro?

il PNRR lo farà crescere ancora, verso traguardi che potrebbero arrivare a sfiorare i 2.900 miliardi.

chiederselo non dovrebbe essere un delitto di lesa maestà, anche se il presunto merito di questo ulteriore balzo in alto del nostro indebitamento ha un protagonista chiaro, taciuto e villaneggiato in ogni modo proprio da coloro che lo hanno liquidato, per poter mettere direttamente le mani sui soldi cospicui che aveva portato a casa (per la maggior parte a debito): Conte, il leader in pectore della scalcagnata semi-sinistra italiana.

. . .

già, ma sta di fatto che la linea economica della sinistra in tutti questi anni post-Prodi è stata quella di considerare positivo l’indebitamento: si è detto e si ripete che non si può ridurre il debito in fase di crisi, perché questo accentua la crisi; e quanto più si sentiva di sinistra l’economista, tanto più forte affermava che il debito è bello.

del resto la destra berlusconiana e salviniana non è da meno, e sia merito al nostro presidente Melone, se è l’unico che cerca di arginare la corsa demagogica allo sparpagliamento di risorse per tenere alto il PIL.

temo con questo di essermi sputtanato con i miei tre o quattro lettori di questo post, se pure ci saranno, ma ho buttato la maschera: sono o non sono di destra?

lo sono, se è di destra chi dice che bisogna ridurre il debito e che, per farlo, occorre una fase di austerità risanatrice, per evitare di precipitare in un collasso economico globale: proprio quella vecchia sana austerità anti-consumisitica, che era il mantra dell’ultimo Berlinguer.

ma purtroppo io non sono un economista.

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però mi permetto di osservare, a partire dalle mie povere nozioni economiche di base, che, se stampi moneta per alimentare ogni tipo possibile di consumi e sparpagli i bonus (oltre 500!) per tenere buono al momento il popolo, alla fine poni le premesse di una inflazione assolutamente inevitabile.

per esempio, fatto 100mila miliardi, per dire, il valore della massa monetaria del paese, e tu la porti a 110mila miliardi circolanti, allora o cresci il valore reale dei beni del paese del 10%, aumentando la ricchezza vera, oppure avrai una diminuzione del 10% del valore della moneta.

che è poi giusto quello che sta succedendo oggi, con una inflazione attorno al 10%.

e non è l’effetto di qualche complotto, neppure della guerra in Ucraina (anche se ci mette del suo) o dell’aumento dei prezzi dell’energia.

questi prezzi aumentano perché diminuisce il valore del denaro, visto che se ne è fatto circolare troppo, semplicemente stampando euro, nei tre anni del covid; non è che avviene il contrario.

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stiamo spendendo, al momento, un po’ più di 65 miliardi di interessi l’anno sul nostro debito pubblico: una cifra quasi pari ai fondi che ci verranno regalati in tre anni dall’Unione Europea, attraverso la stampa di euro, che poi finiamo di ripagare comunque anche noi con l’inflazione.

riuscissimo a liberarci del debito e dei relativi interessi, riceveremmo ogni anno l’equivalente del PNRR triennale e la nostra economia sarebbe radicalmente risanata.

non sarebbe questo un obiettivo da perseguire con tutte le nostre forze?

ben venga dunque chiunque cercherà almeno di ridurlo, questo debito: ci provò Prodi, e venne fatto fuori dai suoi.

ora ci riprova Meloni, e credo che potrà fare la stessa fine…

ma dico queste cose guardando ai dati macro-economici, non traduco questo discorso in una valutazione sul modo orrendo nel quale l’obiettivo viene perseguito da questa destra, con misure anti-povertà che ne rovesciano il peso addosso ai più fragili e costruiranno uno scenario sociale da terzo mondo per la parte più debole della popolazione…

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a questo punto occorrerebbe aggiungere anche una valutazione specifica del modo nel quale ci stiamo preparando a spendere questi soldi a debito.

ho soltanto un piccolo osservatorio locale, la mia valle modesta e resiliente già di suo, visto che si definisce già ufficialmente tale.

ma i progetti che vedo avanzare sono spese improduttive, di abbellimento, e direi quasi da lunapark: niente che assomigli ad una ristrutturazione profonda del territorio e delle sue relazioni; del resto ne mancano i presupposti stessi, visto che i maledetti soldi vanno spesi tutti e subito.

ad esempio, non sarebbe stato utile impiegare questi fondi per la metropolitana leggera che la congiunga a Brescia?riattivando le antiche linee ottocentesche, poi smantellate in omaggio ai trasporti su strada.

se ne è cominciato a parlare, ma i tempi necessari per farla sarebbero ben altri; e nel frattempo si arena perfino il prolungamento previsto della superstrada fino ad Idro, che crolla sotto il peso dell’aumento dei costi, determinato proprio anche dal PNRR, come abbiamo appena visto.

quindi niente di male, a mio modesto parere, se i progetti meno utili di questo grande piano finiranno nel nulla della disorganizzazione burocratica, dei tempi morti, della mancanza di efficienza e fantasia.

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e invece veniamo al MES, o Meccanismo Europeo di Stabilità; per gli amici, Fondo Salvastati.

un capitale europeo di 700 miliardi di euro – pure lui -, versato dagli stati membri pro quota, che può concedere prestiti ai paesi in difficoltà – e lo ha fatto finora con Cipro (6,3 miliardi), Grecia (61,9 miliardi) e Spagna (41,3 miliardi) – ma sulla base di rigide condizioni.

chi riceve i prestiti si obbliga a precise e impopolari misure per tagliare il suo deficit e debito e a riforme strutturali.

è un meccanismo che è stato introdotto dall’Unione Europea proprio anche su pressione dell’Italia, nei momenti in cui si profilava una crisi pesante dei nostri equilibri di bilancio.

la speculazione finanziaria internazionale non aspetta altro che una crisi di credibilità di un paese, per spolparlo aumentando i tassi usurai ai quali concede dei prestiti.

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ora, la nostra destra rifiuta di ratificare il trattato istitutivo; si distingue in questo il gigantesco e debordante Crosetto, che sta cercando di fare le scarpe al Melone.

la scelta è veramente pazzesca: decidono come se stessero discutendo se richiederlo, al momento, e non se approvarlo come uno scudo in più.

indubbiamente l’ideologia li acceca completamente.

ma credo che dovranno fare i conti proprio con l’aumento dei tassi di interesse in maniera insostenibile molto presto, e proprio per questo.

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naturalmente se si dovesse ricorrere al MES, per salvarsi da un fallimento statale di tipo argentino, la battaglia sarebbe tutta da fare su chi debba pagare i costi sociali di una massiccia riduzione della spesa pubblica.

ma su questo non troveremmo certo la destra, che finge di essere populista per sostenere i privilegiati.

e tuttavia sono questi i nodi che stanno già venendo al pettine in queste ore, e il governo Melone sta scavandoci la fossa sotto i piedi, come si vedrà molto presto, come anzi si sta già vedendo.

purtroppo l’opinione pubblica è lobotomizzata, la cultura politica è stata completamente cancellata e tutti si divertono a giocare con le figurine dei politici come se fossero un gioco da tavolo, una nuova edizione nazionale di Stratego.

ma pagheremo tutti molto presto questa ignoranza politica ed economica di base.

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2 commenti

  1. Come non essere d’accordo in linea di principio ad una riduzione anche drastica del debito per poi averne i vantaggi di riduzione degli enormi interess da pagare.
    Il problema sta nel decidere a quali strati sociali verranno addossati i duri sacrifici necessari.
    La Grecia ne è un esempio: il magna, magna della borghesia ladrona per quanto ne so non ha pagato mentre si è ridimensionato brutalmente il wellfare sociale, sanità, paghe e pensioni oltre che svendita dei beni pubblici, porti compresi.
    all’UE tutto ciò è andato piú che bene.
    E quel coglione di Tsypras è riuscito ad imputare alla sinistra il macello avvenuto distruggendola.
    Se l’UE non fosse come è paladina del libero mercato dovrebbe imporre il rientro a chi ha “rubato” con evasioni, esportazioni di capitali, finanza di rapina, truffe a iosa, mafie politico economiche, di finanziare il rientro.
    In qs anni il liberismo sfrenato ha trasferito per quote mostruose il reddito sociale dai salari ai profitti tant’è che negli ultimi decenni anni i salari italiani sono diminuiti a fronte della crescita del Pil.
    Pur vero che i greci e gli italiani hanno supportato con il voto chi li ha fregati, destra e cosiddetta sinistra, ma sappiamo bene che le democrazie rappresentative sono pura truffa…
    Pur vero che il consumismo stupido e distruttivo impera ma è stato voluto ed incentivato sempre piú e che è sensato pensare di ridurlo, ma al contempo anche la povertà vera sta aumentando.
    In conclusione se il rientro del debito non lo si fa pagare agli strati sociali che si sono intascato i soldi presi a prestito…siamo alle solite.
    Soluzione equa non è certo in vista se non la impossibile remissione generale del debito visti gli interessi enormi già versati.

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    • come non essere d’accordo con te? hai fatto bene a sottolineare questi aspetti del problema, che io ho lasciato solo accennati nel post, visto che ne ho parlato diverse altre volte.

      ricordo che crisi del debito degli stati ci sono state anche in epoca pre-industriale e che i signori assoluti di quei tempi le risolvevano cancellando i debiti con un tratto di penna, e a volte, se proprio occorreva, tagliando al testa ai banchieri.

      ho letto qualche tempo fa, ma non ho dimenticato, che dai tempi della prima esplosione del debito pubblico italiano, di cui siamo debitori a Craxi e al suo mandante del tempo, Berlusconi, non ancora in politica, ad oggi, l’Italia ha restituito agli speculatori, in interessi, due volte e mezzo la massa dei crediti ricevuti.
      per cui davvero una confisca globalizzata degli speculatori sarebbe solo un recupero parziale di quello che ci è stato tolto.
      ma naturalmente ciascun economista serio, cioè ben inserito e riconosciuto dal sistema, dirà che queste sono solo fantasie puerili e distruttive.

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