mi spiace, avete sbagliato Natale – 541

questo se siete in Ucraina.

per gli ortodossi il Natale non è arrivato ancora, ma sarà il 7 gennaio, con diversi giorni di ritardo rispetto al Natale cattolico.

ma anche la chiesa greca cattolica ucraina si adeguava finora al calendario giuliano, ancora in vigore nei paesi ortodossi, almeno sul piano liturgico.

ma ora le due chiese si sono accordate per spostare entrambe la festività al 25 dicembre, si pensa a partire dall’anno prossimo.

così si separeranno dalla Russia anche sul piano religioso.

già da quest’anno, comunque, con una decisione presa ad ottobre, la chiesa ortodossa di Kiev consente di celebrare il natale sia il 25 dicembre, sia il 7 gennaio, e quindi c’è stata anche la messa della vigilia il 24 dicembre.

insomma, una specie di test pubblico sulle opinioni politico- religiose dei credenti; e meglio fare gli agnostici, per non farsi schedare.

poi si farà il bis al 6 gennaio.

e la Pasqua? una commissione ha cominciato a studiare come spostare anche questa…

alla faccia di chi crede che religione e politica possano essere separate, quando sono due facce della stessa medaglia:

la fede religiosa organizzata è soltanto la forma che assume la politica per il gregge dei credenti (ma stavo per scrivere creduloni, che dio mi perdoni se sono così poco natalizio).

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qualcuno potrebbe dire che questa manovra, sia cattolica sia ortodossa, non è poi molto cristiana, visto che esacerbare gli animi non sembra molto coerente con la religione del perdono, ma considerando le posizioni che ha preso in Russia la chiesa ortodossa locale, invocando una specie di guerra santa, si direbbe che questo è perfino un male minore.

ma si tratta comunque, per queste due chiese, di appoggiare comunque quel fascista di Zelensky che il 2 dicembre ha firmato un decreto che mette fuori legge la Chiesa di Mosca, nel suo ramo ucraino, che rappresenta decine di migliaia di fedeli in quello stato: tra il 6 e il 20% della popolazione.

il decreto dovrà essere approvato dal parlamento di Kiev e Zelensky aveva annunciato appunto anche la celebrazione del Natale quest’anno in due date.

in una informazione che non interessa nessuno la stampa informa che solo l’11% degli ortodossi di Ucraina quest’anno ha modificato le loro abitudini, secondo dati dell’istituto Rating, festeggiando il natale il 25 dicembre degli occidentali.

in mancanza di meglio, temo che questo possa essere il tasso reale di adesione a Zelensky nel paese.

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ma se in Ucraina ci sono elezioni e un parlamento, come mi permetto di definire fascista Zelensky?

replico alla mia stessa obiezione: come se non ci fossero elezioni e parlamento anche in Russia.

Putin è eletto dai russi esattamente come Zelensky si è fatto eleggere dagli ucraini.

dove sta la differenza? entrambi limitano, perseguitano, e se possibile massacrano i partiti di opposizione…

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ho fatto una visita recente alla storica bancarella dell’usato a Brescia nella fascistissima Piazza della Vittoria, voluta da Mussolini distruggendo completamente un bel pezzo di centro medievale per motivi igienici, perché i fascisti odiavano i poveri esattamente come i post-fascisti di oggi.

sembrava che mi aspettasse un vecchio numero dei Quaderni di Limes sul Kosovo.

l’ho letto con interesse, in un crescendo di indignazione:

lì intervenne la NATO, senza mandato ONU, e con la partecipazione incostituzionale dell’Italia di Ciampi, D’Alema e Mattarella, a fianco del democratico Clinton e del laburista Blair, per garantire la sostanziale indipendenza del Kosovo dalla Serbia, alleata della Russia.

lì avvenne la trasformazione sostanziale della NATO da alleanza occidentale difensiva in alleanza aggressiva, oggi su scala mondiale.

lì avvenne la trasformazione antropologica della sinistra occidentale in uno schieramento militarista e aggressivo, per l’imposizione al mondo del politically correct.

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torno allora alla domanda: che cosa c’è di diverso dalla Ucraina di oggi?

solo il numero delle vittime kosovare che servirono a giustificare l’intervento umanitario NATO: erano allora un centinaio, enfaticamente gonfiate a dismisura dai media strumento della propaganda neo-imperiale americana, rispetto alle 14mila del Donbas in Ucraina dove si parla il russo.

e l’altra differenza è che Milosevic si arrese dopo tre mesi di bombardamenti e non inflisse al suo popolo le sofferenze atroci che sta provocando Zelensky al suo, col rifiuto di quella autodeterminazione, che invece fu concessa giustamente ai kosovari.

ma l’ucrainificazione forzata di un paese composito per lingue, tradizioni, culture diverse, che sta realizzando Zelensky, in che cosa è diversa dalla italianizzazione forzata del cosiddetto Alto Adige o dell’Istria slovena e croata realizzata da Mussolini?

sì, nella sostanza Zelensky è un fascista e noi stiamo appoggiando il fascismo, per ora fuori casa…

11 commenti

  1. Lo spostamento del natale per legge è triste quanto grottesco.
    Considero l’ucraina e la russia 2 stati molto simili; stesso livello di democrazia (basso), stessa brutalità politica, stesso trattamento degli oppositori. Litigano fra di loro e non vedo perche noi si debba preferire l’uno all’altro, anzi, dal punto di vista utilitaristico sarebbe da preferire chi offre di piu, cioè chi ha il gas.
    Magari dopo il natale al 25/12 decideranno di adottare l’alfabeto latino? Bisognerebbe spiegargli che l’adesione all’occidente dovrebbe passare innanzitutto da una vera democrazia, dal rispetto delle minoranze linguistiche etc. non dal natale. E’ anche vero che noi si dovrebbe dare l’esempio…
    Probabile che la tua stima del 11% di sostegno al loro leader sia proprio veritiera.

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    • ma dovremmo pure accorgerci che anche la decisione di fissare il Natale al 25 dicembre fu una decisione politica, soltanto presa secoli e secoli fa, per contrastare la festa del Sol invictus, che cadeva quel giorno: il culto che l’imperatore Giuliano aveva cercato di contrapporre al cristianesimo trionfante del dopo Costantino.
      noi veneriamo ancora religiosamente (almeno chi lo fa) tradizioni inventate come strumento di lotta politica del declinante impero romano. solo che il tempo trascorso ci annebbia la vista e le prendiamo per disinteressate.

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      • Il nostro Natale è ormai una festa laica su cui è costruita uan gigantesca e oliata campagna commerciale. L’aspetto religioso o spirituale è completamente marginale e nessuno si chiede perchè propio il 25 dicembre. Molti lo sanno che questa data è una covenzione che viene da molto lontano anche se si intuisce che ha a che fare con il riallungarsi delle giornate.
        Ce lo teniamo il 25 dicembre perchè è così in quasi tutto il mondo e in un certo senso ci è andata bene.
        Ho trovato l’elenco delle festività ucraine ed il doppio natale è stato introdotto nel 2017 (avevo capito che era una decisione di oggi dettata dalla contingenza bellica).
        https://www.officeholidays.com/countries/ukraine/2022

        Sempre pensando al peso politico delle feste, pensa però alle altre feste che stiamo importando dagli usa di cui personalmente non sento alcun bisogno: Halloween, BlackFriday e qualcuno osa anche accennare al Thanksgiving!
        Te li immagini gli ucraini festeggiare il giorno del ringraziamento?

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        • sì, è evidente che il nostro Natale è la festa del consumismo.
          però niente di strano, visto che sostituì non solo la festa del giorno natale del Sol Invictus e anche quella, mi pare, del dio Mitra, ma soprattutto prese il posto dei Saturnalia del paganesimo classico, una festa introdotta nel 217 a.C., portata a due giorni da Giulio Cesare e poi via via prolungata fino a sei giorni da qualche imperatore successivo in cerca di popolarità.
          si festeggiava, in coincidenza col solstizio d’inverno, l’auspicio del ritorno all’abbondanza dell’età d’oro di padre Saturno, ci si scambiavano doni, gli schiavi vivevano da liberi per qualche giorno, e si estraeva a sorte, fra liberi e schiavi, un saturnalicius princeps, parodia del senatus princeps, cioè dell’imperatore, e dunque vestito con una tunica rossa, in segno di potere (non solo come Babbo Natale, analogo simbolo dell’abbondanza, ma come i cardinali cattolici), mentre le strade erano addobbate con festoni di abete, in onore del dio Giano.
          insomma un Natale pagano con tutte le regole.
          ma questo aveva ancora un suo senso in una società della relativa presenza di privazioni; ora è diventata la festa del consumismo balordo, abbastanza ripugnante, assieme ad altre americanate, che ho visto introdurre nel corso della mia vita, e che giustamente ricordi.

          quanto allo spostamento del Natale in Ucraina, la notizia che ho dato deriva da diverse fonti giornalistiche, tutte concordi, ma nell’articolo che hai linkato non ho trovato che questa decisione fosse stata presa nel 2017. però forse mi è sfuggito qualcosa.

          bene che commenti, è segno che va meglio col covid… 😉

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            • bene, e auguri a tua moglie.

              a tutti coloro che escono dal covid personalmente consiglio di far un check up generale qualche tempo dopo l’apparente guarigione, per evitare che non ci sia qualche strascico pericoloso.

              lo dico alla luce della mia situazione personale: per fortuna ero già sotto controllo periodico per il diabete; altrimenti non mi sarei accorto della glicemia alle stelle, e avrebbe potuto provocarmi danni irreparabili, prima che riuscissi a riportarla sotto controllo, come è stato.

              .

              grazie anche per il link, che mi ha chiarito alcune cose.

              nel 2017 il parlamento ucraino ha votato per rendere il Natale cattolico festa nazionale: una scelta opportuna, considerando che l’Ucraina nord-occidentale, attorno a Leopoli, è cattolica.

              la decisione presa adesso è però diversa, perché, su input di Zelensky, la chiesa ortodossa ucraina ha deciso di spostare il suo Natale al 25 dicembre.

              con questa mossa Zelensky, incidentalmente ebreo, non si è accontentato di avere messo fuori legge la Chiesa ortodossa di Mosca, in Ucraina, ma ha deciso di sconvolgere la tradizione religiosa della stessa chiesa ortodossa ucraina.

              posso sbagliare, ma mi sembra una mossa molto avventata e capace di fargli perdere enormi consensi, ammesso che ne abbia davvero.

              quando verrà il tempo nel quale si parlerà di Zelensky, comunemente, come di un altro Quisling o di un maresciallo Petain?

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  2. Non posso commentare perché sono d’accordo su tutto… stasera al tg facevano vedere le solite storie di propaganda, ong tedesche e americane che portavano generi alimentari e letterine di Natale. Mi è venuto di pensare se gli ucraini sapessero che oggi per noi è Natale, o se fosse tutta una pantomima. Poi c’era un babbo Natale con il mitragliatore, quello proprio non si poteva guardare

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    • siamo in difficoltà, caro giorgio: a forza di commentarci, abbiamo finito per confluire o quasi su posizione gemelle, ed è una soddisfazione le rare volte che ci troviamo in disaccordo…
      credo che dobbiamo diventare abbastanza cinici da dire che il sentimento religioso è una cosa, ma le religioni strutturate sono politica allo stato 0uro e quasi sempre cattivissima politica.
      ricordo qualche anno fa delle polemiche in Germania, quando vivevo lì, perché erano stati messi in vendita dei Babbi Natale che facevano il saluto nazista e vennero fatti ritirare.
      comunque, se vuoi riprenderti dallo shock del Babbo Natale col mitra, spero che tu riesca a dare un’occhiata a quel video che Youtube ha voluto vietare ai minori di 18 anni, per qualche suo imperscrutabile motivo… ahaha.
      non è mio, io l’ho soltanto ospitato sul mio canale, ma mi dispiace non esserne l’autore…

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  3. A questa cosa devi aggiungere che Milosevic venne scagionato – dopo la morte avvenuta in carcere – dai presunti crimini commessi e che furono pretesto per la guerra allucinante di cui parli, non da un consesso di terroristi d’ispirazione bolscevica, ma dal tribunale dell’Aja.

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    • scagionato dubitativamente e indirettamente, peraltro, proprio perché morì in carcere, dove il Tribunale dei Diritti Umani lo aveva lasciato senza adeguata assistenza medica: bel paradosso, no.
      con tutta l’ingiustizia di questa fine da vittima (non troppo diversa da quelle toccate a Ceaușescu, Saddam o Gheddafi), anche Milosevic resta un personaggio simile a Putin o a Zelensky, e ha contribuito alla dissoluzione della Yugoslavia con la sua politica nazionalistica.
      non fu dimostrato che si sia macchiato di crimini personali diretti, particolarmente diversi da quelli dell’esercizio brutale del potere che è regola da quelle parti, come sottolinei giustamente.
      come con le armi di distruzione di massa di Hussein, la propaganda occidentale gioca sporco, quando si tratta di aggredire qualcuno.
      fa meraviglia, piuttosto, che larga parte dell’opinione pubblica non abbia memoria storia ed abbocchi ogni volta alle stesse esche, oramai ammuffite e stantie, che sono poi i cosiddetti diritti umani (quelli dei nostri, o presunti tali).
      la Jugoslavia sarebbe stata cancellata lo stesso dalla carta geografica, la sua posizione storica di paese non allineato tra i due blocchi era oramai un fastidio per gli americani e insostenibile, ora che uno dei blocchi non c’era più, e questo avevano deciso Clinton, Blair e Wojtyla: di distruggerla, senza che l’Unione Europea riuscisse neppure allora a delineare scelte politiche alternative, indebolita anche allora come oggi dal filo-americanismo senza riserve dei nostri politici tutti.
      Italia, palla al piede, di un’Europa almeno un poco più autonoma.
      ma occorre pur dire che tutti questi personaggi autoritari e nazionalisti del mondo slavo sono anche sostenuti da parti importanti delle loro opinioni pubbliche che queste catastrofi belliche se le vanno anche a cercare, a volte persino con qualche entusiasmo.
      sono probabilmente minoranze; la Russia profonda potrebbe essere ancora più tolstoiana che militarista, ma sono le minoranze aggressive che guidano i popoli e fanno la storia, anche nell’Europa Orientale, non troppo dissimile, del resto, politicamente, dall’Italia.

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