l’omosessualità è un concetto talmente pacifico e scontato, che è veramente sorprendente rendersi conto che è una invenzione culturale; la diamo per assolutamente ovvia e scontata, come la legge di gravità; ma come cent’anni fa è stata messa in discussione questa, così forse è giunto il momento di mettere in discussione anche quell’altra.
il che significa anche smettersi di battersi contro le discriminazioni degli omosessuali, perché nessuno è omosessuale senza che vi siano una mente e uno sguardo a vederlo come tale.
frutto di una cultura che classifica alcune persone in base ai comportamenti sessuali e ne difende poi il diritto all’esistenza e proclama la tolleranza, dopo averle però ben sistemate in un ghetto mentale.
mi rendo conto che sto dicendo cose sicuramente strane, però prego di continuare a seguirmi nella mia presa di coscienza che l’omosessualità è una invenzione della bibbia ebraica, di lì travasata poi nel cristianesimo, a proposito di radici ebraico-cristiane della cultura dell’Europa oscurantista.
l’analisi richiede alcune citazioni bibliche, chiedo pazienza.
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Levitico, 18, 1 Il Signore parlò a Mosè e disse: 2 «Parla agli Israeliti dicendo loro: «Io sono il Signore, vostro Dio. 3 Non farete come si fa nella terra d’Egitto dove avete abitato, né farete come si fa nella terra di Canaan dove io vi conduco, né imiterete i loro costumi. 4 Metterete invece in pratica le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi, seguendole. Io sono il Signore, vostro Dio. 5 Osserverete dunque le mie leggi e le mie prescrizioni, mediante le quali chiunque le metterà in pratica vivrà. Io sono il Signore.
6 Nessuno si accosterà a una sua consanguinea, per scoprire la sua nudità. Io sono il Signore. […]
21 Non consegnerai alcuno dei tuoi figli per farlo passare a Moloc e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.
22 Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole.
23 Non darai il tuo giaciglio a una bestia per contaminarti con essa; così nessuna donna si metterà con un animale per accoppiarsi: è una perversione.
24 Non rendetevi impuri con nessuna di tali pratiche, poiché con tutte queste cose si sono rese impure le nazioni che io sto per scacciare davanti a voi. 25 La terra ne è stata resa impura; per questo ho punito la sua colpa e la terra ha vomitato i suoi abitanti. 26 Voi dunque osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni e non commetterete nessuna di queste pratiche abominevoli: né colui che è nativo della terra, né il forestiero che dimora in mezzo a voi. 27 Poiché tutte queste cose abominevoli le ha commesse la gente che vi era prima di voi e la terra è divenuta impura. 28 Che la terra non vomiti anche voi, per averla resa impura, come ha vomitato chi l’abitava prima di voi. 30 Osserverete dunque i miei ordini e non seguirete alcuno di quei costumi abominevoli che sono stati praticati prima di voi; non vi renderete impuri a causa di essi. Io sono il Signore, vostro Dio».»
è il terzo libro del Pentateuco, cioè della Torah, il testo baso della religione ebraica; come usuale nel mondo antico religione e legge sono inscindibilmente collegati e questo testo ha contemporaneamente il valore di un codice penale, come lo chiameremmo oggi, e di una serie di prescrizioni morali.
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nessun altro codice e nessun precetto religioso di nessun altro popolo antico contiene divieti di particolari comportamenti sessuali; questa è la più banale delle osservazioni: è la prima volta nella storia che una religione ed uno stato pretende di regolamentarli.
nell’antichità ogni manifestazione sessuale era vista positivamente, come espressione di vitalità, forza creatrice, piacere dell’esistenza, ed era anche pacificamente ammesso che in ogni individuo queste manifestazioni potessero assumere forme diverse, che non era il caso di classificare, perché spesso mutevoli, come le diverse divinità che direttamente li ispiravano, né tanto meno di cercare di regolamentare, ammettendone alcune e vietandone altre.
ma allora quando viene creato questo divieto, che è evidentemente nuovo anche nel mondo ebraico?
naturalmente nessuno pensa che l’autore del Levitico fosse quel Mosè, figura mitica, al quale viene attribuito il libro che lo contiene e secoli oramai di ricerca sulla bibbia hanno mostrato il suo carattere stratificato.
questo passo, come quasi l’intero libro del Levitico, appartiene ad un testo detto sacerdotale, o P, dall’iniziale tedesca dell’aggettivo corrispondente, che, secondo le ultime analisi di Richard Elliott Friedman, Chi scrisse la Bibbia?, ed. italiana 1991, venne inizialmente composto per contrapporsi alla precedente versione del testo sacro, a sua volta nata dalla fusione di due versioni più antiche, Jahivista, J, ed Elohista, E.
ma in seguito anche a P toccò lo stesso destino, e venne fuso proprio con quel testo misto che aveva cercato di combattere proponendone versioni alternative.
secondo Friedman il testo è nato nell’ambiente sacerdotale dei discendenti di Aronne, tra il 722 e il 587 a.C., cioè tra la caduta del regno settentrionale ebraico di Israele, dedito al culto degli Elohim, ad opera degli Assiri, che ne deportarono gran parte della popolazione, e la caduta successiva del più piccolo e meridionale regno di Giuda, centro del culto di Yahweh, che subì la stessa sorte e la distruzione del primo tempio di Gerusalemme, ad opera dei Babilonesi, più di un secolo dopo.
e quindi è al regno di Giuda che dobbiamo guardare e al primo tempio di Gerusalemme.
la caratteristica principale del regno di Giuda, sul piano religioso, fu la forte centralizzazione del culto attorno al tempio e l’uso intensivo della religione come fondamento dell’identità del piccolo regno.
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il passo riportato lo mostra con evidenza fin dalle prime parole e giustamente la traduzione CEI gli premette, sia pure arbitrariamente, il titoletto Prescrizioni sulle relazioni sessuali, dando per ovvio e scontato che Dio si preoccupi di darne:
occorre che gli ebrei superstiti del regno di Giuda si differenzino dagli usi degli egiziani e degli stessi abitanti della Palestina; ciò che è normale per costoro, tra i comportamenti sessuali, non deve esserlo per il popolo del regno di Giuda, dato che esso è in grado di contaminare la terra stessa che ne è il teatro e di provocare la rovina del popolo che la pratica, per la maledizione divina che lo colpisce.
ed ecco i divieti, espressi solamente per i maschi, dato che le femmine non sono neppure considerate un possibile oggetto di normazione, e sono viste solamente come oggetto passivo, in tutta naturalezza di un maschilismo indistruttibile.
viene vietata ogni forma di incesto (parte omessa nella citazione), visto anche in una accezione molto larga, assieme ai rapporti omosessuali tra maschi, e a quelli con animali.
quanto fossero considerati normali questi allora in generale, altrove, lo dimostra la debordante mitologia dei vari popoli antichi, che trabocca di episodi simili, narrati con una naturalezza per noi sconcertante, e che evidentemente non suscitavano l’orrore che provocano in noi.
ma un’analisi attenta del testo mette in rilievo alcuni altri aspetti centrali: nonostante tutto non viene proibita l’omosessualità come categoria complessiva, ma soltanto il comportamento dell’omosessuale attivo che usa un altro uomo come si fa con donna; ma il passivo, che si è assimilato ad una donna, non viene neppure preso in considerazione, in quanto inferiore e femminilizzato.
questa morale riguarda solamente i maschi, ed è facile capire che il divieto vuole escludere che le energie sessuali siano destinate ad altri scopi che alla procreazione, per garantire la forza militare del regno.
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ma quindi, prima di questo periodo, non vi era una esplicita proibizione di specifici comportamenti anche nel mondo ebraico?
mi si potrà ricordare, in obiezione, la storia di Sodoma e Gomorra, ben più antica, visto che appartiene alla prima stratificazione del testo, quella della versione J.
Genesi, 18, 20 Disse allora Yahweh: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». 22 Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma. […]
e qui Dio annuncia ad Abramo che vuole distruggere la città, ma Abramo gli strappa la promessa che la risparmierà se si troveranno almeno dieci persone giuste nella città.
ma in che cosa consiste il male a cui le due città sono dedite, non viene specificato.
lo si potrebbe dedurre da quello che succede nel capitolo successivo, ma si rischia di essere condizionati dalle interpretazioni successive.
1 I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. 2E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte sulla piazza». 3 Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere pani azzimi e così mangiarono.
4 Non si erano ancora coricati, quand’ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono attorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. 5 Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». 6 Lot uscì verso di loro sulla soglia e, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, 7disse: «No, fratelli miei, non fate del male! 8 Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto». 9 Ma quelli risposero: «Tìrati via! Quest’individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell’uomo, cioè contro Lot, si fecero avanti per sfondare la porta. 10 Allora dall’interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot e chiusero la porta; 11 colpirono di cecità gli uomini che erano all’ingresso della casa, dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta. […] 23 Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, 24 quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. 25 Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.
lo sconcertante racconto, a leggerlo bene, dimostra che la malvagità degli abitanti delle due città non consiste tanto nelle intenzioni di violentare sessualmente degli altri maschi, ma nella violazione della legge dell’ospitalità, tanto che Lot può proporre le proprie figlie vergini, come sostitute dei suoi ospiti, senza considerare una colpa neppure lo stupro, evidentemente.
la violenza contro le figlie vergini è considerata meno grave di quella compiuta contro gli ospiti maschi della casa; e dunque non è il carattere omosessuale di questa violenza che la rende colpevole agli occhi di Yahweh, ma quella contro ospiti maschi, che devono essere considerati sacri.
quindi, paradossalmente, il passo, se bene interpretato dimostra che in precedenza, appunto, neppure nel mondo ebraico l’omosessualità non era considerata moralmente riprovevole in se stessa.
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nessun dubbio è possibile sulla violenza della proibizione della omosessualità attiva nella successiva cultura sacerdotale, che ovviamente avrà cercato di far discendere il nuovo esplicito divieto da qualche tradizione, peraltro piuttosto vaga ed incerta fino a quel momento
(è abbastanza grottesco che oggi gli omosessuali ebrei osservanti cerchino qualche interpretazione arzigogolata per negarlo; ed è paradossale che oggi la tolleranza dell’omosessualità. così ferocemente negata dai loro testi sacri, sia diventata in Israele un’occasione per distinguersi dal mondo palestinese islamico, che invece la stigmatizza, anche se il Corano, che pure la proibisce, lo fa in modo più blando che la bibbia.
per ora soltanto, però, perché il nuovo governo Netanyhau si prepara a una politica repressiva del mondo gay, necessaria per mantenersi l’appoggio dell’estrema destra religiosa ebraica).
è dunque l’idea che nella grande varietà di comportamenti sessuali umani, vi sia qualche particolare categoria da proibire, per differenziarsi dai popoli circostanti e garantire la crescita demografica e la potenza del popolo, e che una di queste fosse in origine l’omosessualità attiva (soltanto), deriva dalla costruzione di un ebraismo rigorosamente integralistico e sacerdotale, qualche decennio prima della distruzione del primo tempio.
che peraltro l’osservanza così scrupolosa dei divieti non valse a sventare.
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ebbene, la stigmatizzazione dell’omosessualità, dopo averla definita come categoria di esseri umani, e non come comportamento, più o meno occasionale, come la sua tolleranza (che Marcuse avrebbe definito repressiva), sono le due facce della stessa medaglia e attraverso l’egemonia culturale occidentale e la particolare derivazione islamica, sempre dalle radici ebraiche, si sono ampiamente diffuse nel resto del mondo.
l’invenzione della categoria gay segna il trionfo di questa nuova impostazione culturale totalizzante quasi ovunque.
ma le culture, soprattutto orientali, che non sono state toccate ancora a fondo dalla cristianizzazione occidentale o dall’islamizzazione che ha scimmiottato i divieti ebraici, ignorano tuttora che esistano dei particolari comportamenti sessuali che fanno appartenere qualcuno ad una particolare categoria distinta.
ignorano che quello che si compie piacevolmente facendo sesso possa essere giudicato morale o immorale, almeno fino a che non ha a che fare con violenza vera e propria (come era anche per gli stessi ebrei prima dell’affermazione della concezione religiosa imposta dalla casta sacerdotale).
mantengono ancora un’idea che forse dovremmo anche noi fare propria: l’omosessualità non esiste, esiste solo la sessualità.
ed è una forza creativa che scardina ogni classificazione scolastica dei comportamenti sessuali, per categorie, e la rende semplicemente ridicola.
commento ricevuto da Francesca 6 gennaio 2023 alle 5:52 su un mio altro blog
Grazie per i tuoi articoli, ho apprezzato molto quello sulla sessualità, L’invenzione gay della religione ebraica, riferimenti compresi
Il genere sessuale non è la sessualità che invece è influenzata da biologica, psicologica e sociale, tutte e tre relazionate tra loro.
La sessualità favorisce la comunicazione e rinforza l’amore ecco qua e come dici è sintomo di vitalità, non va repressa!
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il sesso ha assunto un ruolo centrale nella società consumistica, visto il suo ruolo fondamentale come fornitore di piacere, una volta esaurita quelli che derivano dal soddisfacimento di altri bisogni più primari.
a questa centralità corrisponde un crescente delirio classificatorio delle sue manifestazioni, che ricorda molto da vicino le disperanti classificazioni della cultura bizantina della decadenza.
certo, in questo modo lo conosciamo meglio, ma nello stesso tempo la cultura attula esta cancellandone il valore più profondo di espressione vitale, per cercare di trasformarlo in un consumo come gli altri: si dispongono i bisogni e le manifestazioni sessuali come negli scaffali di un supermercato e ciascuno scelga la forma di sessualità che preferisce, come in un sexi shop, dando per scontato che poi ciascuno abbia la propria, ben definita e costante.
il principio dell’esplicito consenso che si sta introducendo legalmente va nella stessa direzione, tipicamente puritana del resto: eliminare dal sesso la sua dimensione irrazionale e in fondo magica.
per questo guardo con fastidio alla distinzione scolastica tra sesso, genere, identità di genere e via dicendo e sono contento che alla fine non abbiano trovato spazio nella nostra legislazione.
sta già combinando autentici disastri la cancellazione di ogni differenza fra stupro e atti di libidine violenta, la vecchia definizione dei reati sessuali, che lasciava nella sfera dell’innocenza peraltro gli atti di desiderio non violenti.
è in questo modo che si sta distruggendo la sessualità anche come forma di comunicazione empatica fra gli esseri umani.
questo delirio repressivo della sessualità del resto non lascia nessun dubbio, alla lice delle esperienze storiche, sul fatto che si sta andando verso un’epoca di guerra e di impoverimento non solo materiale, ma anche emotivo.
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Leggendo questo articolo, mi è venuto in mente che il divieto ebraico dell’omosessualità potrebbe essere dovuto al fatto che, allora come oggi, gli ebrei avessero occupato un territorio e stessero tentando di mantenerlo; ed in questo contesto (che è quello del “Crescete e moltiplicatevi”) la relazione omosessuale potrebbe essere vista come “concorrenziale” rispetto alla relazione eterosessuale, che genera nuovi soldati per combattere i filistei…
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è esattamente la spiegazione principale di questo divieto che do anche io; gli si abbina, non a caso, anche il divieto assoluto di matrimoni misti, per mantenere la purezza della razza, che ha sempre la finalità di difendere l’integrità territoriale di un paese molto debole rispetto ai grandi imperi vicini: Egizi: Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci ellenistici, Romani.
come per Hitler, razzismo e persecuzione di chi ha rapporti con persone del suo stesso sesso procedono appaiati e sono le due facce della stessa concezione imperialistica della società.
un’altra caratteristica profonda dell’ebraismo storico, senza la quale non si comprende molto neppure dell’ebraismo israeliano attuale, è che la Palestina non risulta la patria originaria e perenne degli ebrei, ma la patria in qualche modo perduta che deve sempre essere riconquistata strappandola a qualcun altro, che la possiede al loro posto: Cananei, Filistei, e oggi arabi, che sono poi, per paradosso, i discendenti autentici degli abitanti originari e anche in una parte importante degli ebrei antichi. visto che buona parte degli ebrei attuali sono formati da popoli convertiti dell’Europa Orientale e non sono affatto discendenti neppure alla lontana degli ebrei di 2mila anni fa, come recita la vulgata.
il 92% degli ebrei europei, prima della shoah, erano aschenaziti; e questi a loro volta derivano dall’emigrazione in Europa centrale dei cazari, come dimostrano le ricerche sui tratti caratteristici del DNA. questa era una popolazione delle steppe dell’Europa Orientale appartenente alla famiglia turca, sottoposta a forti pressioni religiose sia da parte bizantina che islamica, che, nell’VII o IX secolo, decisero di convertirsi all’ebraismo, probabilmente perché, come religione terza, garantiva loro l’autonomia dai due grandi imperi confinanti. Nestore di Pecerska, monaco e cronista ucraino vissuto attorno al 1100, nel Racconto dei tempi andati , riferisce di un invio di rabbini a Kiev, da parte dei cazari, per una disputa, organizzata dal principe della città, er decidere quale fosse la religione migliora; ma i rabbini non la spuntarono e l’Ucraina rimase ortodossa.
ma, tornando la punto, insomma l’individuazione dell’omosessualità come particolare categoria di comportamento sessuale da proibire nasce dal militarismo e dal nazionalismo di una società maschilista.
al contrario, nel mondo greco, che fonda il suo predominio mediterraneo sull’intraprendenza mercantile e sulla superiorità economica, e non principalmente nulla forza militare, le relazioni omosessuali vengono approvate e perfino celebrate, in quanto sono uno strumento naturale meno sgradevole di altri per il controllo delle nascite, vitale in una società che si sviluppa in un ambiente molto povero di risorse ed è costretta a periodiche colonizzazioni per scaricare l’eccesso di popolazione.
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