verso un pluri-verso superluminale? – 8

è abbastanza noto che Einstein ha affermato che nell’universo non è possibile superare la velocità della luce, quanto meno a corpi dotati di massa, dato che per farlo serve una forza che deve diventare tanto più grande quanto più ci si avvicina a quella velocità e alla fine, per raggiungerla completamente, servirebbe una massa infinita.

esperimenti successivi hanno dato qualche buona conferma della sua teoria.

Einstein pensava che l’universo fosse uno solo e che fosse reale; aborriva l’idea che l’universo sia solamente potenziale, e reso reale dall’osservazione, che è invece l’immagine della realtà costruita dalla fisica quantistica.

a maggior ragione Einstein non è neppure mai arrivato neppure a sospettare che possano co-esistere infiniti universi potenziali, differenti fra loro, che tutti insieme costituiscono un pluri-verso di mondi differenti.

. . .

del resto solo questa idea della non invariabilità di un unico universo permette di risolvere il cosiddetto paradosso dei gemelli, di cui uno si muove ad una velocità maggiore dell’altro e dunque fa scorrere il tempo in una maniera più lenta.

nel nostro mondo comune queste differenze di velocità e di tempi soggettivi sono talmente trascurabili da non essere percepibili, ma per spostamenti maggiori del comune e a velocità più alte è stato possibile verificare la discrepanza tra i tempi di cui ha viaggiato lontano e veloce nello spazio e di chi è rimasto a terra ad aspettarlo.

ognuno ha vissuto il suo tempo soggettivo e non esiste un tempo oggettivo separato da chi lo vive, nel quale questo paradosso diventerebbe irrisolvibile.

ma che succederebbe se qualcuno viaggiasse ad una velocità superiore a quella della luce?

invertirebbe il corso apparente del tempo e ritornerebbe sulla Terra prima di esservi partito, come nella vecchia saga di Ritorno al futuro, potrebbe innamorarsi di sua madre e prendere edipicamente il posto di suo padre, impedendosi di venire al mondo.

assurdo? e perché mai, se è chiaro che, superando la velocità della luce, si entra in un altrove, diverso da questo, e quindi quello che succede in questo nuovo universo non può influenzare quello che accade, o meglio è accaduto, nel nostro.

però possiamo stare tranquilli che questo non succede, perché la velocità della luce non può essere superata, no?

. . .

un momento, però; la velocità della luce non può essere superata da corpi che abbiano una massa; particelle senza massa, come i fotoni, che viaggiano alla velocità della luce, vivono in universo senza tempo.

del resto è impossibile fare loro superare la velocità della luce, proprio perché non hanno una massa a cui applicare la forza per farli accelerare oltre.

tutto ok, allora?

eh no, perché recentemente è stata fatta un’ipotesi che non mette in discussione la teoria di Einstein, visto che è confermata sperimentalmente, ma ha osservato che la velocità della luce può essere il limite insuperabile in un universo che conosciamo attraverso la luce, ma questo limite potrebbe separare due realtà diverse e quasi opposte fra loro:

la nostra, nella quale non si può superare la sua velocità, e tutto si muove ad una velocità inferiore;

ed un’altra, nella quale tutto si muove a velocità superiore a quella della luce e in nessun modo si può scendere al di sotto di quella.

questi due mondi sarebbero dunque del tutto in-comunicanti fra loro, salvo che per particelle che viaggiassero ad una velocità nel nostro pluri-verso superiore a quella della luce.

e come queste particelle potrebbero penetrare nel pluri-verso alternativo super-luminale (dove tutte le cose si muovono ad una velocità maggiore che la luce), allo stesso modo particelle superluminali potrebbero penetrare da quell’altro pluriverso nel nostro.

. . .

però qui tenetevi forte, perché quello che sto per dire sconvolge tutti i nostri luoghi comuni e perfino la nostra stessa capacità mentale di ragionare e di immaginarsi cose più assurde che le incisioni di Escher o le pitture di Bosch.

chi ha cominciato a formulare questa ipotesi, è stato anche in grado di definire con calcoli, che per me restano incomprensibili ed irripetibili, come sarebbe quest’altro lato della realtà al di là di c, che è la lettera con cui si descrive la velocità della luce.

il pluri-verso super-luminale ha ancora uno spazio, ma ad una sola dimensione, ed ha ancora il tempo, ma lì il tempo ha tre dimensioni (quali? passato, presente e futuro, verrebbe da dire).

ma servirà una bella fantasia per immaginare un ipotetico osservatore che potrebbe muoversi nel tempo in tre diverse direzioni, come noi facciamo nello spazio.

liui vedrebbe scorrere lo spazio in una sola dimensione, come avviene a noi per il tempo…

sono cose che sconvolgono la mia mente, che col tempo sta diventando sempre meno elastica, ma non cessano di affascinarla, per il semplice fatto di non potere essere capite.

Pubblicità

2 commenti

  1. toh, deve trattarsi di un qualche tipo di entanglement mentale, avevo accennato a questa teoria proprio nell’ultimo reply poco fa.
    o più semplicemente ci interessano le medesime letture 🙂
    questa era datata di qualche settimana.

    ieri sera, così per caso dal nulla, per gioco e storpiando pure qualche parola, recitai alla mia compagna la frase ‘sempre caro mi fu quest’ermo colle’, e mi fermai perchè non ricordavo più come continuava.
    solo poco fa mi sono reso conto che era l’incipit dell’infinito di Leopardi…

    per inciso, non recito mai poesie, non me le ricordo -_-‘

    "Mi piace"

    • … e questa siepe che da tanta parte
      dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

      vengo da una scuola molto dura e forse assurda, dove lo studio a memoria dei testi poetici principali era un requisito richiesto; compreso l’apprendimento integrale dei Sepolcri o della Ginestra, discretamente lunghi.
      larga parte di quel sapere si è logorato nel tempo; resistono ancora frammenti di citazioni.

      la coincidenza è veramente sorprendente ed escludo che uno di noi due avesse letto l’altro prima di scrivere dello strano universo a tre dimensioni temporali ed una spaziale che potrebbe esistere aldilà del nostro, ma senza escludere interazioni possibili fra particelle prive di massa che si muovono esattamente alla velocità della luce, limite superiore di questo, ed inferiore di quello.

      da tempo ero arrivato per mio conto all’idea di un universo che è in realtà una specie di nastro ad una sola dimensione che contiene tutte le istruzioni per sviluppare l’apparenza di un universo come il nostro, a quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale; quindi non faccio neppure fatica a pensare che le stesse istruzioni consentano lo sviluppo di altri universi. mi è difficile soltanto capire come è strutturato un mondo nel quale le dimensioni del tempo sono tre.
      ma mi sforzerò di far nascere in me almeno il barlume di un’intuizione, come se fosse un esercizio di meditazione yoga.

      e poi perché mai non pensare, per completezza, anche ad un universo che abbia due dimensioni spaziali e due temporali?
      come un foglio di carta che si può spostare nel tempo andando nelle due direzioni, visto che il tempo ha anche uno spessore..

      solo che è sempre più difficile capirlo, direi…

      "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...