precipitosa la parabola di monsignor Gaenswein: da braccio destro e factotum di un papa, sia pure emerito, da ultimo, ma pur sempre contrastare di quello effettivamente in carica, cioè nel suo officium, e in pratica quasi un vice-papa in ombra, a monsignor nessuno, sfrattato dal convento di Santa Marta a fine mese, dall’appartamento che condivideva con Ratzinger verso qualche amoveatur non ancora precisato, ma che non sarà sicuramente un promoveatur.
e nel frattempo collocato per bene sotto la spada di Damocle di una inchiesta sul caso delle ragazze Gregori e Orlandi, sparite nel 1983, di cui certamente lui e il suo boss defunto sapevano e sanno ben più di quel che hanno detto.
cosa peraltro perfino ovvia e indiscutibile, dato che finora non hanno detto assolutamente niente.
nel frattempo, ignaro dello svolgersi dei tempi e delle beffarde coincidenze della storia, ma presentendo la fine del suo massimo protettore, lui ha partorito un libro di memorie sugli anni della sua incondizionata dedizione a Benedetto XVI, che, vedi caso, era pronto per le stampe giusto al momento della sua dipartita.
certo, non poteva immaginare che proprio adesso papa Bergoglio aprisse le indagini su quel caso, e dunque anche su di lui.
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questo spiega come mai nel libro, che non poteva tacere del tutto l’argomento, Gaenswein si sia lasciato andare ad una piccola, palese bugia, che è certamente un peccato veniale nell’ambiente in cui vive, ma è terribilmente rivelatrice, purtroppo per lui.
ha infatti scritto, a stare ai virgolettati giornalistici, sul caso Gregori – Orlandi: Non ho mai compilato alcunché in relazione al caso Orlandi, per cui questo fantomatico dossier non è stato reso noto unicamente perché non esiste.
ma qui il monsignore gioca con le parole e mente senza mentire, nonostante il titolo del suo libro sia Testimoniare la verità (bella facciatosta, mi si permetta lo sfogo).
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Paolo Gabrielli, il maggiordomo del Papa, che fu l’autore della fuga dei documenti riservati del Vaticano, che precedette di poco le dimissioni di Ratzinger, disse al giornalista Nuzzi che sulla scrivania di Ganswein aveva visto un dossier su Emanuela Orlandi, compilato dal capo della gendarmeria vaticana, e non aveva potuto fotocopiarlo perché era chiuso e graffettato e rischiava di essere scoperto.
sia vero oppure no il dettaglio (potrebbe anche essere che il dossier sia stato fotocopiato lo stesso, ma che la bugia serva a mettere in allarme chi aveva cose gravi da nascondere), conferma che un dossier in Vaticano esisteva.
e si può forse pensare che non ci sia? c’è motivo di dubitare anche di questa testimonianza? a me pare di no.
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la legale della famiglia Orlandi, da parte sua, racconta quanto avvenne anni fa:
Lo andai a trovare [intende Gaenswein] alla Prefettura della Casa Pontificia quando ancora esercitava in modo sostanziale il munus di Prefetto – già perché da ultimo, con sottile perfidia gesuitica, Bergoglio tolse a Gaenswein l’esercizio dell’officium pratico di prefetto, lasciandogli però il munus, cioè la carica e il titolo, giusto per metterlo nella stessa condizione in cui si era messo Ratzinger con le sue bizzarre decisioni di diventare papa non attivo, ma contemplativo.
continua la Sgrò: e fu lui stesso [Gaenswein] a dirmi, tra le altre cose, che esisteva, eccome, un dossier riservato su Emanuela e che avrei dovuto insistere per farmelo consegnare dalla Segreteria di Stato. Quando gli chiesi di conoscerne il contenuto, o almeno qualche elemento di esso, ribadì che avrei dovuto indirizzare le mie richieste alla Segreteria di Stato.
la richiesta partì, ma non ebbe nessuna risposta: nessuno si prese la responsabilità di dire che quel dossier non esisteva.
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dunque le testimonianze sull’esistenza di un dossier, ben conosciuto da Gaenswein, sono due; quindi sufficienti, anche secondo la legge mosaica, a stabilire la verità, se confermate sotto giuramento.
e del resto Gaenswein fa il furbetto, perché dice che il dossier non esiste, PERCHE’ lui non ne ha compilato nessuno. smentisce dunque soltanto di avere compilato un dossier – cosa della quale non lo accusa nessuno.
ma non riesce a smentire anche che esista qualche altro dossier compilato da altri e che lui conosce bene.
e nello stesso tempo sembra dire che l’unico che può compilare un dossier su questo tema è lui, in quanto depositario ultimo del segreto? visto che non può esistere nessun dossier, se non lo ha compilato lui.
oppure sta cercando di dire, per vie traverse, che oggi non esiste alcun dossier, a parte quello che potrebbe mettere in piedi lui, perché quello che c’era è già stato distrutto?
e che dire della sua promessa Di distruggere tutte le carte dell’archivio personale di Ratzinger, perché così avrebbe disposto lui nel suo testamento?
per cancellare altre prove?
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ma così si gestisce la verità in quei sacri palazzi.
sono troppo occupati a parlare della Verità assoluta e universale, per ricordarsi delle povere verità di due vittime quindicenni, probabilmente di intrighi loro o in cui loro sono comunque profondamente coinvolti.
del resto l’abitudine a fare della menzogna Verità e della verità menzogna è ben radicata da quelle parti.