
bella la neve, sempre, anche quando si limita a due o tre centimetri; bastano per cambiare l’aspetto del mondo e introdurre una nuova realtà dove il bianco si mette in relazione dialettica con quel che resta dei colori normali, che però sembrano come svuotati ed esausti, come se avessero ceduto tutto il loro splendore alla neve.
bella quando cade nel grigio del cielo e quando ricopre quasi ogni cosa, lasciando emergere soltanto i tronchi e i rami nudi, i muri, le pietre.

ma bella anche quando si lascia disciogliere dai raggi di un sole che brilla più intenso nell’azzurro di cristallo, il giorno dopo.

ma l’effetto piscologico più bello della neve, per chi non ha obblighi di lavoro, oppure se lei cade in giorni festivi, è l’autorizzazione, che dà, a sentirsi pigri.
perfino gli animali della fattoria oggi aspetteranno invano la razione giornaliera di mangime; e qualche ora di digiuno non può fargli male, anzi è igiene alimentare; ma chi ha voglia di uscire nel gelo, sotto i fiocchi, sfidando la brema?
mi sento così bene nel combattuto tepore della casa, mentre dalle vetrate mi godo il riverbero nevoso là fuori.
nessun dovere mi chiama; solo la postina suona e lascia un pacco; che sarà?
. . .
ecco, era il giorno più adatto per ricevere le copie ordinate dei miei due libri autoprodotti di dicembre e verificarne la riuscita.
qualche erroruccio di impaginazione qua e là e fin dalla copertina; ma il difetto principale, segnalato da una amica che li aveva ordinati, e cioè i caratteri troppo fitti e piccoli, non mi viene confermato.
era la preoccupazione maggiore che mi aveva indotto a fermarmi, in attesa di verificare questo primo risultato.
ed ecco invece un buon motivo per procedere col terzo volume della serie,
non mi aspetto lettori, ma sono un feticista del libro: è un oggetto quasi magico, per me.
la carta profuma quasi di immortalità, ma ha lo stesso colore della neve, ed è destinata a sciogliersi pure lei sotto l’onda di qualche disgelo, che avverrà soltanto più in là.
ma che importa? vedersi pubblicati è una emozione impagabile, accresciuta dal fatto che poi sono stato io stesso a pubblicarmi, a scegliere la copertina, l’impaginazione, e il libro mi è arrivato senza altro sforzo che quello, lungo, della composizione.
ecco, ho tra le mani i miei primi due agili libretti di un centinaio di pagine ciascuno; e sto rilassato sul divano e me li sfoglio, senza neppure rileggerli, pigro e soddisfatto, e la mia giornata è piena.
fuori nevica, non ho altro da fare, non ho niente da fare.
. . .
viva la neve bianca, viva le mie pagine bianche, su cui stanno incisi dei segni, come le piccole orme delle mie galline nel pollaio coperto di neve.
non valgono di più che la sensazione del bello conquistato, ma temo che la vita non abbia niente di meglio da offrirci.

[…] lodi della pigrizia da neve. autobiografismi post covid 1 – 23 […]
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La neve è bella, semplicemente. Fortunato che la puoi vedere sui tuoi monti.
Noi nella piana ci dibattiamo fra piogge e nebbie.
A me con la neve sovviene sempre la frase conclusiva dei Morti di Joice.
“La sua anima si dissolse lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l’universo, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e su tutti i morti”
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io non dimenticherò mai la sublime scena finale di The Dead – Gente di Dublino, che ne ricavò John Huston, nel suo ultimo film.
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Bellissimo, non lo avevo mai visto. A tratti sembra quasi un film russo che per un regista americano mi sembra il massimo complimento.
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sì, è un film memorabile ed anche speciale nel senso che dici tu; ti consiglio di guardarlo tutto.
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Due copertine terribili, se mi posso permettere.
Titoli enormi e lunghissimi, font anonimi, scritte bianche su fondo bianco, etc.
Poi quel “il” in seconda riga è inguardabile.
Ripensaci se sei in tempo…
Mi spiace essere così diretto ma non ho resistito.
Se vuoi te le faccio due io copertine, non dico professionali, ma almeno presentabili.
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ma fai benissimo! anzi, grazie! 🙂
sono proprio d’accordo con te, e cercherò di migliorare i prossimi.
oltretutto sono anche molto diverse le une dalle altre, il che per una collana non è il massimo…
aggiungo che anche l’impostazione grafica interna dei due volumi è risultata difforme, e non ho capito perché.
varrebbe la pena di rifarle, le copertine, se i due libri avessero qualche smercio, ma siccome credo che resteranno del tutto a livello di hobby amatoriale mio, temo che sarebbe fatica sprecata.
comunque, se dovesse divertirti rifarle, non mi oppongo, anzi… 🙂
e in questo caso produrrei una seconda edizione… – che esagerazione per due testi di cui non si è neppure venduta quasi una copia della prima… 😉
l’unica cosa a cui tengo è il mantenimento delle due foto scelte…
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Mandami le foto ed i testi che ti riamndo dei PDF dekke copertine.
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mi sono dimenticato di dirti prima che, naturalmente, non ho pubblicato i libri rendendomi conto che le copertine avessero quei tremendi difetti. nella visualizzazione del sito sembrava tutto a posto. poi quando ho visto l’edizione, mi sono cadute le braccia, ma oramai erano pubblicati e non avevo voglia di rifare il lavoro.
i file li devo cercare, perché può darsi che siano andati persi nel guasto del pc di fine anno scorso. poi non esiste un file della copertina, né fa parte del PDF del testo, né si carica come PDF. la si costruisce direttamente sul sito.
nel caso rifacessi la copertina, dovrei poi anche intervenire sul testo, per correggere qualche lapsus ed altri difetti.
quindi, grazie davvero per questa generosa offerta di collaborazione, ma non so se valga la pena di continuare.
vorrei anche concentrarmi sul terzo volumetto della serie. se riesco a fare una copertina giusta, allora forse posso anche capire come rifare bene queste due. 😉
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Si è vero , io non voglio trascrivere la poesia di Boris Pasternak…
“Non ci sarà nessuno a casa ”
E allora te ne invio una semplice che a me piace
Dust of Snow
The way a crow
Shook down on me
The dust of snow
From a hemlock tree
Has given my heart
A change of mood
And saved some part
Of a day I had rued
Robert Frost
Il modo in cui un corvo
di sopra una cicuta
scrollò sopra di me
una neve minuta
diede al mio cuore un tale
Mutamento di umore
da salvare un mio giorno
ormai senza valore.
Traduzione di Attilio Bertolucci.
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molto bella, in effetti.
quella di Pasternak la copio e incollo io…
Non ci sarà nessuno a casa
Non ci sarà nessuno a casa,
tranne il crepuscolo. Il solo
giorno invernale in un trasparente spiraglio
di cortine non accostate.
Solo di bianchi boccoli bagnati
il rapido aleggiante balenio.
Solo tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, – nessuno.
E di nuovo arabeschi intesserà la brina,
e di nuovo mi domineranno
lo sconforto dell’anno passato
e le vicende di un altro inverno.
E mi schermiranno di nuovo per una
colpa non ancora perdonata,
e una fame di legna avvinghierà
la finestra lungo la crociera.
Ma inaspettatamente per la tenda
scorrerà il tremito di un’irruzione.
Misurando coi passi il silenzio,
come l’avvenire tu entrerai.
Tu apparirai sulla soglia, indossando
qualcosa di bianco senza stranezze,
qualcosa proprio di quelle stoffe
di cui si cuciono i fiocchi di neve.
da Poesie – Edizioni Einaudi – traduzione di Angelo Maria Ripellino
credo che questa risenta molto di problemi di traduzione, e non mi entusiasma troppo, comunque.
sento che le idee sono belle, ma le parole inciampano.
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Che bello !!! Spettacolo che mi piace ammirare per ore …perfino la notte si fa bella. Evviva la neve il focolare i libri con tanto di copertina super bella ! E sai che ti dico
Che bello sentirti euforico come un ragazzino .
Evviva le foto !
Io credo la vita riservi anche sorprese ,noi non vediamo oltre “l’angolo ”
Spero belle per te …Ciao
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be’, euforico sì, ma anche con una bella nota di malinconia.
come è giusto, del resto…
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