la latitanza mafiosa di Messina Denaro – 28

ma chi è il vero mafioso?

quello che ammazza e si arricchisce con i suoi delitti? accumulando un patrimonio enorme che stranamente sfugge allo stato, così occhiuto e malevolo nel perseguire le piccole magagne tributarie dei cittadini che non contano niente…

oppure la gente perbene che lo ammira e festeggia attorno a lui, e che naturalmente adesso dà addosso al delinquente? (effettivamente tale, ma non diverso da loro).

oggi gridano al mafioso soprattutto coloro che devono nascondere i loro rapporti con lui.

perché la cosa più tragica che rivela l’arresto di quest’uomo, che ha 18 ergastoli addosso ed ha ammazzato più di una decina di innocenti, è che per trent’anni la sua cosiddetta latitanza si è svolta tranquillamente alla luce del sole, contando su un’omertà diffusa.

ma la parola omertà è inadeguata: si tratta di vera e propria compiaciuta complicità.

e c’è da chiedersi come potrebbe fare parte di un’Europa civile un paese come il nostro, se l’Unione Europea non fosse il tempio dei mercanti tenuto insieme soltanto dall’esigenza di commerciare meglio tutto, anche la legalità.

. . .

e, a proposito, ecco il selfie del medico che curava il boss mafioso, fatto assieme a lui…

altre notizie su questo selfie, qui:
https://www.open.online/2023/01/19/messina-denaro-selfie-medico-clinica-la-maddalena-indagine-disciplinare/

. . .

ed ecco che mi trovo ad approfondire la questione, quasi mio malgrado, perché ritengo alla fine che in questo momento faremmo meglio ad occuparci di problemi ben più gravi, come il rischio crescente di guerra globale a partire dall’Ucraina.

ma dall’articolo che ho citato ricavo queste ulteriori notizie, via ANSA, su questo medico che si fa il selfie col becchino:

Il selfie risalirebbe a oltre un anno fa, quando Messina Denaro era già in cura presso La Maddalena per le terapie nel reparto di oncologia. Subito dopo l’arresto, il medico avrebbe inviato la foto in chat a un collega e alcuni famigliari. Da quel momento si sarebbe diffusa senza controllo, finendo anche sui giornali.

naturalmente oggi il medico ha spiegato però che all’epoca non era a conoscenza della vera identità del paziente, che in quell’ospedale era noto come Andrea Bonafede.

non lo sapeva lui e neppure lo sapevano i colleghi, i familiari e gli amici che se la sono scambiata tutti felici.

è infatti perfettamente normale, no?, che un medico si faccia un selfie con un paziente Bonafede qualunque, giri la foto sui social e tutti se la scambino ammiccando fra loro, felici di essere omertosi.

lui l’obbligo giuridico di denuncia non l’aveva, ma l’avevano tutti quelli che hanno visto la foto sapendo di chi si trattava, ma senza dirlo, ovviamente.

. . .

quanto al medico, dall’ordine dei medici di Palermo è pronta la richiesta alla clinica palermitana, perché parta un’indagine disciplinare. Il medico rischia sanzioni per violazione delle norme di decoro della professione medica per la diffusione di un paziente fragile.

insomma, indagato per avere violato la privacy.

e se la caverà, se potrà dimostrare che il paziente era d’accordo: perché Messina Denaro in questa latitanza alla luce del sole ci sguazzava.

e come ha detto un anonimo a un giornalista, per trent’anni ci hanno mangiato tutti lì attorno e adesso fanno finta di essere sdegnati.

e intanto il boss rifiuta di continuare la chemioterapia in carcere, perché esige che venga il SUO medico a fargliela…

. . .

sul blog di gaberricci si è svolta in queste ore una breve discussione, che ha messo in luce un argomento particolare, quello del rapporto tra segreto professionale ed obbligo di denuncia per il medico.

soprattutto ha chiarito che il medico che ha curato il boss mafioso non aveva nessun obbligo di segnalarlo, anche se ne conosceva l’identità, per ipotesi (ma credo probabile), perché la nostra legge distingue tra i doveri del medico dipendente pubblico e quello che esercita la professione privatamente.

e dunque garantisce un trattamento differente a chi ha la possibilità di curarsi privatamente, cosa che certamente non mancava al miliardario mafioso tanto ammirato.

e la clinica dove si curava il boss è privarta.

. . .

sintetizzo un poco liberamente le domande che si poneva l’amico alla fine di questo post, I rapporti della medicina militare con la medicina:

Chiunque, seppure in linea di principio condividerebbe l’idea che un medico non è un questurino, avrebbe delle difficoltà ad estenderla alla mafia (il principio ebbe giusta, ampia risonanza al tempo in cui il governo Berlusconi aveva introdotto il reato di clandestinità e pretendeva che i medici consegnassero alle autorità gli immigrati clandestini che si presentavano da loro per farsi curare). Personalmente ritengo i reati connessi allo svolgimento di un’attività mafiosa tra i più schifosi e ripugnanti che un essere umano possa compiere, e, pur avendo promesso a me stesso di curare chiunque (mi è capitato di farlo perfino con gente che portava svastiche tatuate sui bicipiti), forse avrei avuto delle difficoltà non solo a non urlare al mondo “Ehi, c’è Matteo Messina Denaro nel mio ambulatorio, venite ad arrestarlo!” Nondimeno, non dobbiamo lasciare che un caso specifico, appositamente costruito per essere ad alto carico di emotività, ci svii dall’interrogativo principale, per il quale non ho risposta e che è il seguente: ma la società, cosa si aspetta che noi facciamo in casi come questo, come medici? E soprattutto: noi, cosa crediamo che sia giusto fare in casi come questo, come medici… e come esseri umani?

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ammennicolidipensiero January 22, 2023 at 8:19 pm
Che cosa avrebbe risposto chatGPT? Questo: “La questione dell’obbligo di un medico di denunciare un paziente sospettato di essere un membro della mafia è complessa e dipende dalle leggi e dalle norme professionali del paese in cui il medico lavora. In generale, i medici hanno il dovere di mantenere la riservatezza dei dati dei loro pazienti e di non rivelare informazioni personali senza il consenso del paziente. Tuttavia, in alcuni paesi, le leggi possono obbligare i medici a denunciare i reati di cui sono a conoscenza, anche se questi vengono divulgati durante una sessione medica. In ogni caso, il medico deve sempre considerare gli interessi del paziente e la sua sicurezza, come pure la sua responsabilità legale e professionale.”

gaberricci January 23, 2023 at 6:35 am
Insomma, in questo caso l’intelligenza artificiale fa quello che fa quella umana: non risponde.

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comma22corpus January 22, 2023 at 5:03 pm
non so rispondere alla domanda generale; mi verrebbe da rispondere citando Antigone: se ritengo giusta la legge in base alla quale il malato verrà processato, lo denuncerei, altrimenti no; ma so bene che non è una risposta valida, perché stiamo parlando di diritto, non di coscienza.
ma da questo punto di vista, se esiste il segreto professionale per i giornalisti e per i confessori, non vedo perché non dovrebbe esistere anche per i medici, considerando che è un interesse sociale che si curino quante più persone possibile e nessuno sia impedito dal curarsi per il rischio di essere arrestato. se si è contrari alla pena di morte, si dovrebbe anche ammettere che il medico non ha l’obbligo di denunciare.

ma nel caso specifico, avrei una domanda da fare all’oncologo: ha l’abitudine di farsi un selfie con tutti i suoi pazienti? credo di no. e allora il selfie con questo anonimo signor Bonafede, dal nome tanto simbolico, come lo giustifica? mi piacerebbe che qualche inquirente questa domanda gliela facesse.
ma siamo evidentemente nel campo delle simpatie mafiose di certa borghesia siciliana, e non solo.

comma22corpus January 23, 2023 at 5:49 am
https://www.open.online/2023/01/19/messina-denaro-selfie-medico-clinica-la-maddalena-indagine-disciplinare/

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gaberricci January 22, 2023 at 7:56 pm
Ma infatti l’obbligo di referto è una delle situazioni in cui si è esentati dal segreto… ma è controverso.

Del selfie non sapevo.

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comma22corpus January 23, 2023 at 5:46 am
il tema è del tutto nuovo per me, ovviamente; ho cercato di informarmi sommariamente, ma confesso di non avere affatto capito in che cosa consiste l’obbligo di referto e in che cosa si differenzia dall’obbligo di denuncia del medico in quanto pubblico ufficiale.

mi è parso anche abbastanza curioso che siano diversi i doveri del medico dipendente del sistema sanitario pubblico e di quello che esercita la libera professione e dunque non lo è. ma ho usato un eufemismo: spero di avere capito male, perché questa sarebbe un’altra conferma del carattere intrinsecamente mafioso del sistema giuridico italiano.

gaberricci January 23, 2023 at 6:37 am
Effettivamente ho usato probabilmente il termine “obbligo di referto” in modo improprio, ma questo è l’obbligo di denuncia sono due casi simili. Questa storia del dipendente del SSN (cosa che sono sempre stato da quando lavoro, più o meno) e del privato invece dovrei rivedermela.

comma22corpus January 23, 2023 at 1:47 pm
no, credo che la confusione non dipenda da te e non hai usato il termine in modo improprio, ma è proprio congenita al nostro Codice Penale

art. 365
Chiunque, avendo nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne all’Autorità indicata nell’articolo 361, è punito con la multa fino a cinquecentosedici euro.
Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale.

cioè in sostanza, il medico deve riferire di un delitto del quale viene a conoscenza nell’esercizio della sua professione, ma non nel caso che questo possa portare ad incriminare il paziente.

invece, riguardo alla distinzione degli obblighi tra medico pubblico e privato, è legata al fatto che soltanto il primo ha la qualifica di pubblico ufficiale. qui entra in ballo l’art. 361, che non prevede nessuna deroga dall’obbligo di denuncia per il medico che sia pubblico ufficiale.
Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’Autorità giudiziaria, o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.
Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.

disposizioni bislacche e confuse, mi pare.

2 commenti

    • hai detto bene: barocco; che poi in questo caso è sinonimo di classista.

      occorre aggiungere, per completezza di informazione, che la riforma Cartabia ha aumentato moltissimo i reati per i quali si può procedere solamente su querela; quindi ha diminuito gli obblighi di denuncia dei pubblici ufficiali. ma ha talmente esagerato, che ora ci sarà una immediata contro-riforma, e quindi gli obblighi di denuncia aumenteranno di nuovo.

      ma è la tipica riforma all’italiana che non affronta il cuore dei problemi: i processi sono troppo lenti? invece di trovare i modi di abbreviarli, si cerca di diminuirne il numero. eppure basterebbe intervenire su certi ritualismi grotteschi o fissare dei limiti di legge alla lunghezza delle sentenze. si sente di sentenze di migliaia di pagine, per i quali un giudice lavora mesi, trascurando tutti gli altri processi. a che pro?
      io ho visto dall’interno soltanto un paio di processi in Germania. uno era condominiale: sentenza di due pagine e qualche riga; si chiudeva dicendo: perché i diritti del singolo non possono prevaricare i diritti della comunità, e condannava il condomino che l’aveva promossa a 50mila euro di multa per avere fatto una causa senza fondamento.
      ecco, una multa per le cause pretestuose oppure per i cavilli procedurali per mandarle in prescrizione sarebbero state dei modi più intelligenti ed efficaci per diminuire le cause senza peggiorare la giustizia, anzi migliorandola.
      ma allora occorrerebbe accettare, in Italia, che la giustizia non è al servizio di chi può pagarsi gli avvocati; è questa rivoluzione culturale che manca.

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