cercando l’impopolarità su Cospito – 41

il dibattito cosiddetto politico italiano è caratterizzato oramai in maniera irreversibile dall’invenzione di casi clamorosi di cronaca più o meno nera, che vengono agitati per qualche giorno, allo scopo di coprire i problemi politici veri,e poi passano rapidamente nel gigantesco imbuto dell’oblio di massa.

l’ultimo è quello di Cospito, l’anarchico militante in sciopero della fame.

occuparsi di questi casi significa portare acqua al mulino della propaganda di confusione di massa; non occuparsene, essere emarginati dal cosiddetto dibattito politico.

che fare, allora? …

comunque lasciatemi dire la mia, anche se non credo di riuscire a sfuggire con questo alla regola malsana che più se ne parla, più si fa un favore a chi usa queste armi di distrazione di massa; non sarò breve, purtroppo.

meglio, così chiunque rinuncerà a procedere nella lettura avrà almeno la giustificazione di non essersi voluto asservire all’ultimo insulso dibattito di attualità politica di turno.

. . .

premessa personale (ma saltate pure al paragrafo successivo):

sono ancora quello che nel 1972 girava la provincia con la sua R4 durante la campagna elettorale nella quale noi del Manifesto avevamo candidato il ballerino anarchico Valpreda, contro il quale era stata fatta una montatura per farlo passare come autore della strage di piazza Fontana, a Milano?

e quello che manifestava per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, caduto dalla finestra subito dopo la stessa strage nel dicembre 1969 durante un interrogatorio in questura a Milano, per un malore attivo, decise il Tribunale, assolvendo i poliziotti.

quello che e faceva venire a Brescia Dario Fo col suo Morte accidentale di un anarchico.

credo di sì, spero di sì: ho un buon ricordo di quel giovane, che aveva il mio stesso nome e cognome mezzo secolo fa.

poi è vero che invecchiando ci si trasforma e pare anche si tenda irresistibilmente a diventare reazionari.

e sembra che sia quello che mi succede, dato che a me il caso di questo Alfredo Cospito sembra completamente diverso, e sembra che io debba scusarmi con qualche lettore e col mio del passato per quello che dirò.

ma vediamo se sbaglio.

. . .

intanto Cospito delle bombe le ha messe davvero, nel 2006, non è un innocente ingiustamente accusato di averlo fatto, per coprire servizi segreti e CIA, nonché neo-fascisti, come esecutori materiali, i cui eredi morali sono oggi al governo.

due ordigni esplosivi, uno minore come richiamo, e il secondo ad alto potenziale, temporizzato, per fare vittime, alla scuola allievi carabinieri di Fossano, Cuneo, anche se poi non ce ne sono state, ma per puro caso.

la legge attuale non considera questa un’attenuante, dato che non dipende dalla volontà dell’attentatore, e dunque sarebbe ingiusto farlo; oppure qualcuno non è d’accordo?

la sentenza di condanna di Cospito è definitiva, anzi la Corte di Cassazione, nel confermarla, l’ha addirittura riqualificata come fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato.

con l’art. 285 del Codice Penale Rocco fascista, ancora base del nostro ordinamento giudiziario, questo reato veniva punito con la morte, ora, dopo la Costituzione repubblicana, con l’ergastolo.

. . .

ma questo attentato di Cospito non è stato un fatto del tutto isolato: in seguito, nel 2012, prima che venisse scoperto come autore della tentata strage di sei anni prima, aveva sparato alle gambe a Roberto Adinolfi, dirigente dell’Ansaldo Nucleare.

Cospito dice di essere un nemico della società tecnologica, come io lo sono del tecno-feudalesimo rampante; ma lui spara, e io no.

e siccome questa situazione l’ho già vissuta mezzo secolo fa, con le Brigate Rosse ed altri eccitati del genere, lo considero né più né meno quello che allora si diceva un nemico del popolo.

usare la violenza privatamente per obiettivi giusti, quando non ci sono le condizioni per movimenti rivoluzionari di massa, è un favore fatto a chi ha il potere.

e devo scusarmi anche per pensare anche questo?

quindi nessuna simpatia per un figuro simile, anzi, una decisa ostilità.

. . .

del resto non mi risulta che Cospito si sia mai dichiarato innocente di questi due fatti: sta protestando, col suo sciopero, non contro la condanna, ma contro l’applicazione a lui dell’art. 41 bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, introdotto dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663.

e che cosa dice questo articolo, intitolato Situazioni di emergenza?

che, in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza, il Ministro di grazia e giustizia ha facoltà di sospendere nell’istituto interessato o in parte di esso l’applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti e degli internati. La sospensione deve essere motivata dalla necessità di ripristinare l’ordine e la sicurezza e ha la durata strettamente necessaria al conseguimento del fine suddetto.

nel 1992, dopo la strage di Capaci, vi si aggiunse un secondo comma, disposto con il decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto Decreto antimafia Martelli-Scotti); e dopo successive modifiche questo prevede attualmente che il provvedimento sia applicabile anche ai delitti commessi per finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza.

ma si applica anche ai condannati per delitti di mafia, per riduzione in schiavitù, tratta di persone, violenza sessuale di gruppo, induzione alla prostituzione minorile (Berlusconi che l’ha scampata!) o pornografia con minori, sequestro di persona o traffico di stupefacenti e perfino contrabbando di tabacchi.

la misura non è automatica, ma viene applicata, su decisione ultima del Ministero della Giustizia, quando si tratta di ostacolare le comunicazioni degli stessi con le organizzazioni criminali operanti all’esterno, i contatti tra appartenenti a una stessa organizzazione all’interno di un carcere e i contatti tra gli appartenenti a diverse organizzazioni criminali, così da evitare il verificarsi di delitti e garantire la sicurezza e l’ordine pubblico anche fuori dalle carceri.

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è stato deciso di applicare questa misura anche a Cospito, dato che risultavano suoi tentativi di collegamento con anarchici esterni con inviti ad altre azioni violente.

da ultimo un deputato post-fascista, che non vale neppure la pena di nominare, nell’aula del parlamento fa la clamorosa ed illegale rivelazione di alcune intercettazioni in carcere, che dimostrano che Cospito cercava contatti con la mafia per condurre una battaglia contro queste norme, per farle abolire – nonostante il carcere duro,.

siccome nessuno di noi è nato ieri, tutta questa campagna ha un chiaro rapporto con la cattura del capo mafioso Messina Denaro, dopo il quale ci si aspetta appunto il tentativo di abrogare questo articolo, del resto criticato dalla Corte Costituzionale e appena rivisto per questo.

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ma che cosa prevede il carcere duro? dal 2002 le misure sono precisate per legge:

Isolamento nei confronti degli altri detenuti. Il detenuto è situato in una camera di pernottamento singola e non ha accesso a spazi comuni del carcere.
L’ora d’aria è limitata (concessa solamente per alcune tipologie di reato) – rispetto ai detenuti comuni – a due ore al giorno e avviene anch’essa in isolamento.
Il detenuto è costantemente sorvegliato da un reparto speciale del corpo di polizia penitenziaria il quale, a sua volta, non entra in contatto con gli altri poliziotti penitenziari.
Limitazione dei colloqui con i familiari (anch’essi concessi solamente per alcune tipologie di reato) per quantità (massimo uno al mese della durata di un’ora) e per qualità (il contatto fisico è impedito da un vetro divisorio a tutta altezza). Solo per coloro che non effettuano colloqui può essere autorizzato, con provvedimento motivato del direttore dell’istituto, un colloquio telefonico mensile con i familiari e conviventi della durata massima di dieci minuti.
Nel caso di colloqui con l’avvocato difensore i colloqui non hanno limitazioni in ordine di numero e durata.
Visto di controllo della posta in uscita e in entrata.
Limitazione delle somme, dei beni e degli oggetti che possono essere tenuti nelle camere di pernottamento (penne, quaderni, bottiglie, ecc.) e anche negli oggetti che possono essere ricevuti dall’esterno.
Esclusione dalle rappresentanze dei detenuti e degli internati.

personalmente ritengo tutto questo una semplice ammuìna, dato che i colloqui con il difensore sono liberi, non imitati nel numero e non controllati, e dunque il condannato è perfettamente in grado di comunicare con l’esterno, per suo tramite, se questo si presta.

del resto, se Cospito riesce a comunicare, intercettato, con altri (scusate, ma non è un lapsus) capi di mafie diverse dalla sua, evidentemente questo carcere duro, a lui applicato, tanto duro non è.

. . .

ma Cospito, con i suoi avvocati, ha fatto ricorso contro l’applicazione di questa misura e il ricorso verrà esaminato.

buon senso vorrebbe che lui aspettasse l’esito del ricorso; invece pretende la sospensione immediata, e ci fa su uno sciopero della fame, che lo sta riducendo in fin di vita.

ok, allora io sono per il diritto individuale di ciascuno di decidere del proprio fine vita come meglio crede.

se Cospito intende suicidarsi, per protestare contro lo stato che assolutamente non riconosce, credo gli vada garantito il diritto di farlo.

in che cosa tutto questo ci può riguardare?

. . .

ah ci riguarda perché un uomo sta morendo di fame?

ma io mi indigno per gli uomini che muoiono di fame per decisione altrui, non per decisione propria.

l’ha deciso lui! noi cosa c’entriamo?

ah, ci riguarda per due spettacoli egualmente penosi offerti dalla nostra politica:

da sinistra, perché, in preda ad attacchi di buonismo demenzialmente ingiustificati, sta facendo di Cospito una specie di eroe perseguitato dalla destra, aprendo obiettivamente il fianco all’attacco mafioso all’art. 41 bis.

da destra, per un uso infame delle intercettazioni, al quale ci aveva abituato già Berlusconi:

perché a destra non vanno bene le intercettazioni se le usano i giudici per scoprire i colpevoli dei reati più gravi, e quindi anche i loro,

ma vanno benissimo se possono usarle in proprio per attaccare e diffamare gli avversari politici della cosiddetta sinistra.

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come se ci fosse poi bisogno di farlo, e non pensassero loro da soli a seppellirsi nell’impopolarità più giustificata.

difendendo i diritti umani individuali dei terroristi, anziché quelli sociali degli emarginati, sfruttati e variamente oppressi, e dunque rendendosi totalmente inutili.

. . .

quindi, sorry, forse non sono io che cerco l’impopolarità su Cospito, ma la nostra sinistra totalmente americanizzata e socialmente inutile.

11 commenti

  1. A proposito di domanda di AI ti incollo una richiesta trovata in un gruppo fb:
    “Buongiorno accroccatori, ho un problema che non so risolvere da solo e ho bisogno del vostro aiuto! Ho il papà anziano e non vedente che nonostante la sua condizione e la fragilità dovuta all’ età non ha mai perso la sua sete di conoscenza. Usa il PC e legge continuamente (con la sintesi vocale).
    Vorrei fargli un grande regalo e metterlo in condizione di usare chat-gpt liberamente in modo da soddisfare tutte le sue curiosità sul mondo e aiutarlo a passare le giornate facendo qualcosa che gli piace e che gli alleggerisca il peso della sua condizione.
    Quello che vi chiedo è se esiste la possibilità di usare chat gpt su Windows come programma a se stante (e non come pagina web) trovando un modo per integrare una sintesi vocale che legga le sue risposte?”

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  2. A me Cospito sembra semplicemente coerente: non rifiuta l’etichetta di “cattivo”, è un insurrezionalista (ed in questo diversissimo da me), non lo nasconde né lo nega; semplicemente, sta facendo notare al mondo che in Italia la pena di morte esiste ancora, e con l’aggravante della tortura. E questo penso gli vada riconosciuto.

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    • gli riconosco la coerenza degli spostati, per carità.

      è uno che ha cercato di uccidere e ora ricatta lo stato con la minaccia del suicidio.

      prego, si accomodi pure.

      poi, non esageriamo con la portata del carcere duro, non portiamo troppa acqua alla mafia: letto bene in che cosa consiste, e se non lo hai fatto ti invito a farlo nel post, non c’è proprio nessuna tortura vera e propria; certo uno stato duro da reggere psicologicamente, ma senza tormenti fisici da dittatura teocratica o altro.

      però il punto centrale è che la misura viene presa per tutelare la collettività da chi intende continuare a delinquere anche dal carcere, sorvegliando più strettamente il detenuto (ma neppure poi così tanto, alla prova dei fatti). basta smettere, per esserne liberati.
      perché non lo fanno?

      noi abbiamo tutto il diritto di essere sicuri che chi è stato condannato in via definitiva per gravi delitti non continui ad organizzarne altri dal carcere.
      ti dirò anzi che mi infastidisce assai che i controlli non si estendano ai colloqui con gli avvocati difensori, a volte puri prestanome per continuare i collegamenti con le organizzazioni criminali esterne.

      nel caso di Cospito, lui sta soltanto lanciando in giro proclami farneticanti per incitare altri spostati come lui ad ammazzare in nome della ribellione anarchica contro lo stato? e quindi non può organizzare concretamente nessun delitto, forse…
      potrebbe essere, io non faccio il giudice e in generale ci sono dei giudici per valutare. quelli di Torino sono in po’ speciali, lo ammetto, e ora su questo tocca a decidere a Nordio, cioè a questa maggioranza. anche questo non è il massimo.

      ma non è che adesso ci mettiamo tutti a piazzare bombe alle caserme dei carabinieri perché una legge elettorale anticostituzionale ed antidemocratica ha dato il potere di governare ad un gruppetto di nostalgici fascisti.
      e certo, per non fare che continuino a governare, non dobbiamo lasciare proprio a loro la finzione di essere i difensori della legalità.

      ma la sostanza che viene occultata dalla falsa discussione sui diritti individuali di Cospito nasconde una realtà angosciante rivelata da queste intercettazioni abusivamente propalate: l’alleanza con la mafia di questi anarchici insurrezionalisti, peraltro praticamente insignificanti, salvo che per il rischio di attentati.

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      • Secondo me la discussione va estesa oltre il caso in specie. Il punto centrale del 41-bis, che a me onestamente pare avere tutte le caratteristiche per essere considerato una tortura (ma qui ognuno può avere la sua opinione, presumo), è che è del tutto discrezionale: si può decidere caso per caso se è applicabile oppure no. Lo considero gravissimo quando ad un giudice viene lasciato questo potere… soprattutto quando quel giudice è “speciale”, come dici tu.

        Se poi vogliamo scendere nella fattispecie… se Cospito davvero avesse avuto il potere di far “saltare in aria lo stato”, penso che nella situazione in essere lo avrebbe fatto, piuttosto che mettersi a rischiare la vita. D’accordo non trasformarlo in un martire (anche se potrei essere d’accordo nel dire che lo è di una rediviva “strategia della fermezza”) o, peggio ancora, in un esempio; ma nemmeno trasformarlo nel Mister X di James Bond. Ma qui evidentemente paghiamo l’usuale polarizzazione dei dibattiti.

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        • approvo con entusiasmo l’idea di spostare la discussione sul 41bis in generale, prescindendo dal caso Cospito, dove tocca a governo e magistratura prendere le loro decisioni, anche se condivido la rabbia di chi tira la carretta per arrivare alla fine del mese e vede tutta questa attenzione mediatica per uno stragista mancato, che in carcere, invece, ha il vitto assicurato, se solo si decide a farne uso. e anche quella di chi, molto meno numeroso, capisce che tutta la manfrina serve soltanto a togliere il 41 bis a mafiosi e compagnia cantante, e si sente pure rivoltare le budella.

          ma veniamo al merito della cosa, appunto.

          per orientarsi, secondo me, occorre muovere da alcune premesse.

          1. il 41 bis non è un provvedimento giudiziario, preso direttamente dalla magistratura, ma una decisione sulla sicurezza che viene presa dal governo, e dovrebbe servire appunto a garantire che i condannati per delitti giudicati molto gravi continuino ad organizzare attività criminose anche dal carcere, e a questo scopo limitano i loro contatti sociali lì dentro (ma non fino in fondo, come ho già osservato, per cui questo provvedimento è più messainscena che sostanza, visto che i colloqui con gli avvocati difensori esulano da ogni controllo, e dunque di lì può passare di tutto; ma non chiedermi come mai questa stortura: gli avvocati in Italia sono una casta intoccabile).
          quindi, per chiarire: per me potrebbero abolirlo per tutti anche domani mattina, non cambierebbe la sostanza, anche se sarebbe un pessimo segnale politico.
          aggiungo che ritengo illegittima e viziata in partenza ogni istituzione italiana nata dalle elezioni incostituzionali del 2005 e a seguire a catena, e aspetto che la Corte Costituzionale si decida a valutare la legge elettorale attuale, identica nella sostanza più critica a quella valutata incostituzionale nel 2014; ma oramai la mia è una pura curiosità, dato che la Corte stessa è illegittima da anni, dato che è nominata da parlamenti che lei stessa ha giudicato illegittimi.
          (non per questo vado a metterci delle bombe davanti, però).

          2. che la decisione sia del governo è giusto, proprio perché la decisione non è parte della sentenza di condanna, ma viene dopo; e questo la rende revocabile, quando vengono meno le esigenze che la determinano.
          che poi sia legittimo il governo che decide è un altro discorso; ma smetto di insistere sul punto.

          3. tu dici che riscontri la tortura sul fatto che il giudizio è discrezionale.
          ma questa discrezionalità è molto parziale.
          la legge istitutiva e le modifiche del 1992 (dopo la strage di Capaci e nate proprio per quella) – entrambe prese in periodo non sospetto di incostituzionalità delle decisioni – fissano chiaramente sia i casi in cui sono applicabili sia le finalità che il governo deve seguire: ostacolare le comunicazioni degli stessi [i reclusi in carcere] con le organizzazioni criminali operanti all’esterno, i contatti tra appartenenti a una stessa organizzazione all’interno di un carcere e i contatti tra gli appartenenti a diverse organizzazioni criminali, così da evitare il verificarsi di delitti e garantire la sicurezza e l’ordine pubblico anche fuori dalle carceri.
          questo significa anche che ogni detenuto al quale venga applicato questo trattamento può fare ricorso contro, come appunto sta facendo Cospito, se lo giudica ingiusto; siamo pur sempre in un sistema di divisione dei poteri.
          rimane indubbiamente un margine di discrezionalità nel decidere se le norme generali, individuate, secondo me, abbastanza rigorosamente, sono applicabili al caso concreto.
          ma questa discrezionalità, residua ed ineliminabile, basta a definire tortura la condizione che ne consegue? ma allora è tortura qualunque condanna penale, e penso soprattutto a quelle che nascono da processi indiziari.
          come l’errore giudiziario è sempre possibile ed in agguato, così anche le decisioni sull’attribuzione di questo trattamento possono essere giudicate sbagliate. abbiamo il diritto di dirlo e di batterci per la correzione di errori specifici, se ne vediamo.
          diverso però è aderire alla richiesta di abolire questa forma, sia pure parziale, di tutela dei cittadini che la mafia agita da decenni e da trent’anni mette al centro di ogni tentativo di trattativa con lo stato, sia esso riuscito oppure no.

          4. nel caso di specie non serve affatto che Cospito abbia il potere di far saltare in aria lo stato; non è riuscito neppure a far saltare per aria i carabinieri, quindi anche come terrorista mi pare una mezza ciofeca.
          però basta che partecipi attivamente al tentativo di fare altri attentati.
          sul piano delle intenzioni nessun dubbio è possibile; il suo stesso sciopero della fame è un atto eversivo, perché sovrappone la sua soggettività alle procedure di legge.
          si può dubitare, invece, (come ho già accennato) che siano effettivamente parte di un disegno eversivo attivo i suoi inviti generici alla lotta rivolti a qualcun altro, scalmanato come lui, ma altrettanto coerente nel cercare di organizzare atti violenti (tanto coerenti in questa volontà di delinquere, quanto lo sono i mafiosi, che però spero non ammireremo per questo).
          ma la valutazione specifica è rimessa al governo, che agirà anche tenendo conto dei pareri della magistratura, peraltro contraddittori a quanto è dato di capire, con i giudici di Torino su una posizione più intransigente, ma questo è comprensibile, visto che la strage mancata per caso fu tentata in quel territorio.

          io comunque non escluderei l’ipotesi che, 41 bis oppure no, Cospito venisse rinviato a giudizio per queste sue istigazioni, che esulano del tutto, mi pare, dal diritto di critica e di manifestazione del libero pensiero, anche se venissero giudicate ininfluenti a promuovere degli attentati e altri atti di violenza fuori.

          rimane il problema del ribellismo anarcoide di certa sinistra giustamente relegata alla marginalità politica e al disprezzo di una larghissima parte dell’opinione pubblica.
          vezzeggiare strumentalmente queste correnti di pensiero e di mala azione è il modo più certo di suicidare ogni prospettiva di cambiamento politico, che esige prima di tutto il rispetto della legalità.

          e quello stesso stato che rifiutò di salvare Moro 45 anni fa con trattative con i terroristi che lo avevano rapito, oggi tratterà con Cospito e i suoi anarco-insurrezionalisti?
          puoi capire che un uomo della mia età non crede ai suoi occhi, anche perché allora era favorevole ad una trattativa per salvare effettivamente una vita umana dalla morte; e oggi non vedo tutta questa urgenza di salvare un arrogante narcisista dallo sciopero della fame che lui stesso si impone, per ricattarci.

          che errore, che perfetto suicidio politico lasciare alla Meloni di dire queste cose di puro buonsenso.

          però oramai decenni di delusioni da parte di questa sedicente insulsa sinistra italiana mi fanno sospettare fortemente che qui sotto c’è davvero dell’altro, ci sono trame inconfessabili, perché certi legami con la mafia anche della cosiddetta sinistra esistono da tempo.

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          • Non vedo cosa c’entri chi non arriva alla fine del mese col caso Cospito. Ad ogni modo, io distinguo i due campi: non è che il 41-bis è tortura perché è discrezionale; per me il 41-bis è tortura per le condizioni in cui vive il carcerato ed in più è anche discrezionale, perché di volta in volta si può decidere chi è che “se lo merita” e chi no. Con l’aggravante, in questo caso, della combinazione del 41-bis con l’ergastolo ostativo, quindi con la prospettiva di dover vivere le condizioni di isolamento assoluto dalla vita fino a che questa non termini. A me sembra siano questi i punti cardine della questione, prescindendo dal giudizio su Cospito: per altro, come giustamente ha detto Zerocalcare, il punto è che qualunque dibattito sul 41-bis non può prescindere dal fatto che dobbiamo considerare che è una misura che viene presa contro i “cattivi”, ma che nessuno “vuole torturare i boy scout”. Quando si parla di rispetto di alcuni diritti, non si può prescindere dall’idea che dobbiamo difenderli anche per chi disprezziamo. Ma qui mi pare che il punto di dissenso sia sul fatto che il 41-bis sia o no un regime carcerario non accettabile: e su questo abbiamo punti di vista diversi e sensibilità diverse. Come sempre, se non siamo d’accordo sui “punti di partenza”, non verremo mai ad un accordo. È una possibilità da mettere in conto quando si esprime un’opinione e posso accettarlo.

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            • il rapporto tra il caso Cospito e l’impoverimento crescente della popolazione italiana e mondiale ad opera dei nuovi tecno-feudatari sta nel fatto che la sedicente sinistra farebbe molto bene ad occuparsi più del primo problema che del secondo, anziché lasciare diffondersi l’idea che sia solo la destra a farlo.
              e quindi dovrebbe smetterla di pararsi il culo della propria insignificanza politica con campagne di questo tipo, oltretutto autolesioniste e capaci di provocare un rigetto quasi universale.
              (rimando comunque al mio post di ieri sulla sinistra, se vuoi).

              sulla questione del 41 bis, indubbiamente abbiamo sensibilità diverse; vengo da un’epoca dura, nella quale da bambini si veniva picchiati a scuola dal maestro con la canna di bambù e se ti rompevi il naso a scuola cadendo dalle scale, arrivato a casa, finita l’emorragia, le pigliavi da tua madre perché non eri stato attento. non a caso mio figlio mi chiama iron man, e capisco da me che ho un cuore duro, plasmato da un mondo duro, dove il cosiddetto carcere duro sembra piuttosto un soggiorno morbido e ben pagato.
              non pretendo di diffondere questa visione del mondo datata e inattuale, mi accontento di esprimerla, perché è mia.
              ti confesso che mi costa anche un poco farlo e infatti mi sto chiedendo da tempo se continuare e a che pro; qui in particolare mi pesa andare contro i giudizi espressi in sede europea, Tribunale dei diritti umani, mi pare, cioè in ambienti ai quali mi sento alquanto legato e da cui non vorrei dissentire.

              condivido l’idea tua che i diritti debbano essere uguali per tutti, anche per i “cattivi”, ma non condivido l’idea che per questo si debba lasciare loro la possibilità di organizzare delitti anche dal carcere.
              l’esigenza di sicurezza della collettività viene prima del diritto individuale alla libertà di delinquere.
              infatti il punto discriminante, a mio parere, sta nel fatto che questi provvedimenti non sono parte irrevocabile della condanna (nel qual caso potrei condividere l’opposizione), ma provvedimenti transitori legati al concreto comportamento del recluso.
              tocca al mafioso rivedersi e cancellarli, ma finché resta attivamente mafioso io esigo che lo stato mi protegga dal rischio che organizzi altri attentati o delitti.
              e il discorso vale anche per quale mafioso di pasta solo parzialmente diversa che è Cospito, naturalmente.
              se per impedire di organizzare attentati dal carcere bisogna leggergli la corrispondenza e limitare i suoi contatti sociali, ben venga. tocca a lui decidere come comportarsi; ognuno ha le sue responsabilità. certo, il fatto che non rinneghi le sue azioni criminali non depone a suo favore…
              ma se invece i suoi sono soltanto vani proclami di un frustrato cronico, senza nessun rischio pratico, o vacue esortazioni alla violenza, le condizioni per il 41 bis non dovrebbero sussistere.
              tocca all’autorità competente, nella pratica, è il governo, anche se lo giudico illegittimo. decida quel che è meglio per la sicurezza comune e se ne assuma la responsabilità. ma lo sciopero della fame ricattatorio del detenuto, che ha proposto ricorso, ma non vuole attenderne l’esito, e le azioni di massa inconsulte a favore di uno stragista depongono più contro di lui che a su favore.

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  3. Nella mia conoscenza dei fatti italiani ho un grande buco e non credo che sia tutta colpa mia: chi sono gli “anarcoinsurrezionalisti” a cui ogni tanto ci si riferisce e di cui Cospito credo sia ascrivibile?
    Cosa vogliono? Possibile che non ne abbia mai incontato uno e neppure un simpatizzante di questi gruppi? Mentre dei gruppi extraparlamentari degli anni 70 si sapeva molto e i loro obiettivi erano intelleggibili di questi gruppi attuali non ne so praticamente nulla. La mia impressione è che la loro presenza ed importanza sia stata molto ingigantita ad arte dal potere ufficiale per giustificare il potere stesso.

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    • mi pare che le tue conclusioni siano da sottoscrivere.

      naturalmente anche gruppuscoli assolutamente insignificanti per consistenza sono in grado di organizzare attentati e questo lo ha già ben dimostrato Cospito.
      se poi si arriva ad una alleanza tra loro e la mafia rischiamo una ripresa del terrorismo su ampia scala, una sintesi mostruosa tra quello rosso e nero degli anni Settanta e quello mafioso degli anni Novanta.
      il peggio del peggio, ma forse uno sbocco naturale per un paese che è nel pieno di un suicidio di massa programmato.

      giustamente osservi che siamo al di fuori di una situazione che possa essere definita politica, come comunque negli anni Settanta, ma in un quadro puramente criminale.

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