Repubblica online rassicura i suoi lettori guerrafondai che, dopo l’elezione della Schlein come nuova segretaria del Partito Democratico, sull’Ucraina la linea non cambia.
non perché la Schlein abbia preso una posizione, dopo l’elezione, ma in base al chiacchiericcio e ai pettegolezzi raccolti tra i dirigenti del partito, quelli che non vogliono appunto che cambi.
vero o no che sia, questa sarebbe stata la rassicurazione che lei avrebbe subito dato a loro e allo stesso segretario uscente Enrico Letta a margine della simbolica cerimonia di passaggio delle consegne in via del Nazareno.
ma che più che altro Repubblica si sente di dare ai suoi lettori e soprattutto a se stessa, come redazione guerrafondaia.
Sul sostegno all’Ucraina e sulla linea di convinta partecipazione alla Nato, la nuova segretaria dei dem assicura che non farà cambi di strategia e indirizzo rispetto a quanto deciso finora dal Pd in Parlamento.
sarà vero? non vedo dichiarazioni ufficiale, ma, se lo fosse, bella fregatura per chi l’ha votata, a parer mio.
sarebbe il solito cambio di facciata perché non cambi nulla nella sostanza.
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però chi può fidarsi di Repubblica? sparare questa notizia potrebbe essere anche un modo del giornale di cercare di condizionarla.
ma, per dare forza alle sue affermazioni, Repubblica cita delle dichiarazioni fatte dalla Schlein alLa 7 pochi giorni fa:
Da pacifista credo che non saranno le armi soltanto a porre fine a questa guerra. L’Unione europea è stata compatta sulle sanzioni, ma è mancato un protagonismo unico dell’Europa nella diplomazia. Vorrei una politica estera più europea e così come sono stata d’accordo a sostenere l’Ucraina, sono contraria all’aumento lineare della spesa sulle armi in tutti i paesi Ue.
le armi soltanto?
una pacifista che crede che le armi possano contribuire a porre fine ad una guerra, ma non bastano per raggiungere il risultato?
ohibò, trasecolo di fronte s questa nuova idea del pacifismo comunque armato, e adoperatore delle armi che ha.
capisco da solo che siamo attivamente disabituati alla lettura attenta e alla analisi del significato autentico delle parole che si dicono, tanto è vero che anche queste righe avranno ben pochi lettori e forse i più penseranno che sono un pignolo che spacca i capelli in quattro; ma il linguaggio è interessante, perché spesso ci fa dire la verità anche quando cerchiamo di nasconderla; basta scovare gli indizi di questa verità nascosta.
e quindi, mi spiace dirlo, ma chi pensa che le armi soltanto non possono porre fine alla guerra, sta aderendo all’idea che comunque contribuiscono alla pace.
il resto è fuffa, cara Schlein, e contraddizione in termini: perché se le armi comunque contribuiscono alla pace, allora non puoi essere contraria all’aumento della spesa per le armi, cioè per la pace, dal tuo punto di vista.
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sono stata d’accordo a sostenere l’Ucraina è un’altra frase da criticare, anche se credo che chiunque abbia provato un impulso di rigetto, quando Putin ha invaso il paese negando in un pubblico discorso che avesse dignità storica di nazione.
ma la nostra Costituzione all’art. 11 ci vieta di usare le armi, cioè di partecipare ad una guerra, per risolvere una controversia internazionale ed ammette soltanto la necessaria difesa della patria all’art. 52, ma come sacro dovere del cittadino, e non come linea di politica estera dello stato.
in quale altro modo, infatti, si conciliano l’art. 11 e l’art. 52′
l’Italia privilegia comunque le trattative per la risoluzione dei problemi internazionali che la riguardano.
e noi non siamo collegati all’Ucraina da nessun trattato di alleanza che preveda la reciprocità della difesa comune.
quindi ritenere che l’Italia possa partecipare come parte attiva ad una guerra che l’Ucraina conduce equivale a negare il rifiuto assoluto della guerra dell’art. 11.
è incostituzionale.
perché, se ci riteniamo obbligati ad intervenire militarmente in difesa di ogni paese aggredito, allora perché non abbiamo sostenuto l’Iraq di Saddam Hussein, quando venne attaccato dagli Stati Uniti, e anzi abbiamo sostenuto quell’attacco?
perché non abbiamo difeso la Serbia dai bombardamenti americani nel 1999, anzi abbiamo attivamente collaborato a condurli?
ma sono stanco di ripetermi e sento il rischio senile di insistere sul già detto.
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in una intervista a Repubblica, che il giornale cita a ulteriore supporto, ma senza datarla, la Schlein ha detto:
“Vengo da una cultura di pace, ma non ho mai criticato chi ha scelto di supportare la resistenza ucraina nella prima fase, altrimenti staremmo discutendo del tragico scenario della vittoria di Putin che riscrive militarmente i confini europei. Ma ora è una fase diversa, sono passati molti mesi e serve uno sforzo politico e diplomatico dell’Ue per il cessate il fuoco e una conferenza di pace”.
va da sé che lo sforzo diplomatico di chi continua a prendere parte attiva ad una guerra è una frase senza senso.
ma è senza senso anche, per chi si dichiara pacifista, sostenere tra le righe, senza dirlo apertamente però, che l’unico modo di supportare l’Ucraina, al momento della aggressione russa, fosse quello di fornirle delle armi, e non di usare altri strumenti di pressione, come delle sanzioni economiche ben più dure di quelle adottate, ma dal carattere non cruento.
non sostengo affatto le ragioni di Putin nel passare all’attacco un anno fa: ritengo insensato il prezzo pagato e fatto pagare dalla Russia, per porre termine all’atroce contributo di sangue di 14mila morta della guerra civile nel Donbass per il mancato rispetto ucraino degli accordi di Minsk, che prevedevano l’autonomia per la regione.
ma a prezzo di decine di migliaia di giovani soldati uccisi da ambo le parti e del massacro di civili ucraini innocenti?
la scelta rimane insensata e anche criminale, anche se la cieca aggressività americana ha contribuito molto a provocarla e forse col calcolo machiavellico di trascinare la Russia in una sconfitta militare che si credeva facile.
ma ora?
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ora chi vuole privilegiare la diplomazia deve smettere di inviare armi, se vuole essere parte in causa come interlocutore di pace.
altrimenti lasci questo compito alla Cina o alla Turchia o all’India, che se ne sono rimasti neutrali in tutto il conflitto sino ad ora.
accettiamo, con la Schlein, di essere una neo-colonia americana ed un paese occupato e non parliamo, per favore, di pacifismo a sproposito.
Sicuramente Repubblica prova a tirare la giacchetta. Non ci ha capito niente di quello che stava succedendo, ed ora prova a metterci il cappello sopra. Sull’Ucraina spero ci siano cambiamenti, anche perché tanti di quelli che l’hanno votata sono stanchi di questo “atlantismo” acritico (se ripenso a quelli che manifestavano contro gli euromissili mi viene da piangere _ e Pio La Torre ci è pure morto, a saperlo… _). Del resto però la Schlein non ha anche la cittadinanza americana, o sbaglio? Intanto i primi stanno lasciando il partito, che bello!
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non puoi immaginare che respiro di sollievo a vedere partire Fioroni, uno dei peggiori ministri dell’Istruzione che si siano visti.
io capisco che la Schlein pensi di mediare sull’Ucraina, ma se fosse così, sbaglia.
penso piuttosto che lei pensi così proprio in buona fede e senza troppi approfondimenti della questione.
del resto così sono gli elettori e così sono anche i politici che si meritano.
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