un covid in nome del popolo – 85

dopo la prima reazione minimizzatrice anche i media più allineati hanno dovuto dare qualche risonanza alla notizia della chiusura delle indagini preliminari sulla mancata zona rossa, a inizio marzo 2020, in alcuni comuni della provincia di Bergamo, per bloccare come si poteva la diffusione del virus del covid.

ma resta l’atteggiamento generalizzato ostile; per esempio Il Fatto Quotidiano le dà un taglio abbastanza basso nell’edizione online: e tutti convergono, dopo lo shock iniziale, in una linea che dovrebbe tranquillizzare i centri di potere che controllano la stampa e che si opposero tre anni fa a quella chiusura.

lo fecereo, tra l’altro, in modo totalmente stolido, visto che ne vennero non solo i più di 4mila morti in più in quella provincia, secondo i calcoli fatti, ma anche il lockdown durissimo in tutta Italia, che forse si sarebbe potuto evitare con un intervento più preciso e circoscritto.

gli industriali bergamaschi che si opposero alla zona rossa, per non chiudere le loro fabbriche, trovarono l’ascolto partecipe di TUTTE le forze politiche senza eccezione alcuna, così come la loro posizione trova strenui difensori su tutta la stampa oggi.

una rassegna dei titoli di oggi sarebbe semplicemente raccapricciante.

il coro è che non si processa un’emergenza, come se il Pubblico Ministero di Bergamo non volesse invece processare un’inefficienza colpevole, almeno questo è il mio giudizio politico.

. . .

ma ci riuscirà?

è dubbio perfino questo, e per due motivi:

il primo sostanziale, e il secondo formale.

. . .

partiamo dal primo e più importante, ed è che, sia nella Costituzione sia nella vita reale, la giustizia è amministrata in nome del popolo, art. 101.

ma dove il popolo si è dissolto e il suo posto è stato preso da un’orda confusa di spettatori mediatici e di succubi social atomizzati, la giustizia è amministrata in nome dei poteri che hanno sostituito il popolo, e il plebiscito mediatico in corso dice già come andrà a finire:

4mila morti non bastano a spostare il consenso neppure di quelli che hanno visto morire genitori e altri parenti per queste scelte, non solo sbagliate, ma colpevoli.

sono andato a riguardarmi, per curiosità, i risultati delle elezioni del mese scorso ad Alzano Lombardo e Nembro, i due paesi vittime in prima fila di questa strage del delirio produttivista, appunto:

Fontana ha avuto il 58% tra i votanti, non si conoscono i dati degli astenuti.

comunque significa che, sia per chi ha votato, sia per chi non ha votato, le cose vanno bene così e quello che è stato fatto era giusto.

quindi i giudici, nell’applicare la legge, dovranno pure tenere conto di questo comune sentire che era perfino delle vittime: andava bene non fermarsi, andavano bene i 4mila morti, probabilmente in larga parte improduttivi, per giunta.

che cosa volete, astratti difensori della giustizia?

mettervi contro l’unanimità dei rappresentanti del popolo che dall’estrema sinistra (si dice) di Speranza all’estrema destra di Meloni era tutta d’accordo a non fermare la produzione per un motivo così trascurabile come un pandemia?

e del resto ricordiamo bene come gli operai siano stati costretti a non lasciare il lavoro di fabbrica del tutto neppure nelle fasi più tragiche e convulse seguite necessariamente a queste scelte scellerate.

se poi è stato addirittura Conte, il leader potenziale della sinistra, ma allora al governo con Salvini, a rifiutarsi di firmare il decreto per la zona rossa in quei comuni e a fare rientrare i reparti che si erano già messi in moto per farla rispettare, possiamo ben capire come andrà a finire.

e il Parlamento sta per decidere una commissione d’inchiesta, giusto per gettare inchiostro di seppia su quello che il magistrato di Bergamo ha accertato e confondere tutte le acque.

quindi è dubbio perfino che si possa arrivare al rinvio a giudizio di coloro che al momento son sospesi.

e quanto ai due ministri, Conte e Speranza, sarà il Tribunale di Brescia a decidere se sono processabili oppure no, auguroni!

. . .

ma il secondo motivo è più strettamente tecnico, e chi lo ha subito scovato ha fatto tirare un sospirone di sollievo immediato a tutti gli incriminabili.

Articolo 438 Codice Penale (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398) Chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo. Se dal fatto deriva la morte di più persone, si applica la pena di morte.

ma siccome la pena di morte è stata abrogata dalla nostra Costituzione, questa aggravante di fatto non si applica.

terribile, no?

ma questo articolo così duro si applica soltanto a chi attivamente diffonde l’infezione, è in pratica una grida manzoniana contro gli untori; ma qui non siamo certamente di fronte a qualcuno che deliberatamente ha diffuso il virus.

si deve dunque passare al successivo art. 452, che però è strettamente collegato a quello appena citato.

Delitti colposi contro la salute pubblica. Chiunque commette, per colpa, alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 438 e 439 è punito: 1° con la reclusione da tre a dodici anni, nei casi per i quali le dette disposizioni stabiliscono la pena di morte; 2° con la reclusione da uno a cinque anni, nei casi per i quali esse stabiliscono l’ergastolo; 3° con la reclusione da sei mesi a tre anni, nel caso in cui l’articolo 439 stabilisce la pena della reclusione.

Articolo 439 Avvelenamento di acque o di sostanze alimentari. Chiunque avvelena acque o sostanze destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni.

. . .

quindi la scamperanno.

la Cassazione lo ha già deciso, praticamente, in una sentenza del 24 maggio 2021 n. 20416.

[…] All’imputato, legale rappresentante di una residenza sanitaria assistenziale, era contestato il reato di epidemia colposa […], per aver cagionato il contagio degli ospiti mediante la omissione del doveroso aggiornamento del documento di valutazione dei rischi […]. La Corte ha ritenuto che “in tema di delitto di epidemia colposa, non è configurabile la responsabilità a titolo di omissione in quanto l’art. 438 cod. pen., con la locuzione ‘mediante la diffusione di germi patogeni’, richiede una condotta commissiva a forma vincolata […]. Il Tribunale ritiene che […] non sia possibile ravvisare […] il nesso di causalità tra detta omissione e la diffusione del virus all’interno della casa di riposo. […] Non è possibile desumere ‘con alto grado di credibilità logica o credibilità razionale’ che la diffusione/contrazione del virus Covid-19 nei pazienti e nei dipendenti della casa di riposo sarebbe venuta meno. Non è da escludere, infatti, che […] la propagazione del virus sarebbe comunque avvenuta per fattori causali alternativi (come ad esempio per la mancata osservanza delle prescrizioni impartite nel DPCM per le case di riposo quali di indossare le mascherine protettive, del distanziamento o dell’isolamento dei pazienti già affetti da covid, ovvero a causa del ritardo negli esiti del tampone)”.

insomma, assolto chi non aveva aggiornato le disposizioni preventive della pandemia.

in poche parole: tanto sarebbero potuti morire lo stesso…

del resto, se proseguiamo nel ragionamento, tanto tutti dobbiamo morire, prima o poi, dov’è il reato, se qualcuno ci fa morire prima?

. . .

sperando di essere smentito, ovviamente: festeggerei.

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4 commenti

  1. La commissione parlamentare ovviamente serve solo al governo per dare addosso all’opposizione, anche se all’epoca loro erano quelli che più si sono opposti alla chiusura. Bisognerebbe processare anche quelli di quelle zone che hanno riconfermato i governanti regionali. Comunque ai giudici suggerisco di leggersi il libro di Vittorio Agnoletto scritto prima della fine del 2020: lì c’era già tutto. Ieri in un dibattito televisivo è stata posta una domanda : ma se avvenisse un’altra pandemia saremmo pronti stavolta? Io non credo, la sanità pubblica non è stata per niente rafforzata, i pronto soccorso sono sempre più in crisi, medici e infermieri scarseggiano, gli esami si fanno alle calende greche… trent’anni di lavorio sotterraneo in favore del privato hanno funzionato. Se ci sarà un’altra pandemia pazienza, si gestirà un’altra bella emergenza, e dopo qualche anno qualche processo.

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    • sul covid sono tutti d’accordo, e ovviamente i più d’accordo di tutti sono i negazionisti e gli anti-vax che hanno tirato la volata al fare il minimo indispensabile degli altri.
      sui vaccini e sui loro veri effetti non sapremo nulla.
      quindi la commissione parlamentare sarà la sede per accordarsi sottobanco su una verità ufficiale che non rompa le scatole a nessuno.

      sui parenti dei morti di covid che votano di nuovo quello che glieli ha ammazzati, copio e incollo quello che ho scritto poco fa in un commento a gaberricci:

      se riconosciamo il diritto di suicidio ai singoli, dobbiamo riconoscerlo anche alle comunità e alle culture: a Rapa Nui gli abitanti del luogo continuarono a tagliare gli alberi per costruire i loro idoli fino a che morirono tutti di fame. a Petra non andò molto meglio.
      sono andato a riguardarmi, per curiosità, i risultati delle elezioni del mese scorso ad Alzano Lombardo e Nembro, i due paesi vittime in prima fila di questa strage del delirio produttivista, appunto: Fontana ha avuto il 58% dei voti dei votanti, non si conoscono i dati degli astenuti.
      comunque significa che, sia per chi ha votato, sia per chi non ha votato, le cose vanno bene così e quello che è stato fatto era giusto.
      la cosa ha radici antiche: “questi lombardi cani…” Boccaccio, Decameron I, 1. e Lombard Street a Londra era la via degli usurai…
      l’unica domanda da fare è come agire quando si capita in situazioni del genere: chi è giovane ha una strada sola: cambiare paese, se c’è qualche situazione migliore disponibile; chi ha già passato la maggior parte della sua vita, può provare a fare qualcosa per i discendenti, se ne ha, ma senza illudersi troppo.

      se ci sarà un’altra pandemia (per ora da queste parti stanno morendo in massa soltanto i gabbiani sul Garda…), sarà un’ottima occasione per Big Pharma.
      stiamo andando al suicidio di massa e non serve neppure nulla dirselo…

      i pazzi che stanno buttando miliardi dalla finestra per farsi la guerra, invece che affrontare la crisi climatica.
      una guerra di trincea e di posizione come fu il fronte dell’Isonzo per noi nella prima guerra mondiale, con una generazione intera mandata al massacro obbligato, è una cosa che non si può proprio sopportare.

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