non ditela più festa del papà quella di oggi, 19 marzo; potreste essere discriminatori.
ma allora, è meglio dire festa del genitore uno?
ma no! perché poi il papà dovrebbe essere il genitore uno?
il genitore uno, anzi la genitrice una, per non dire unica, è la madre, o la mamma, come preferiamo dire in Italia, e il padre, se c’è, è semmai, lui, il genitore due.
perché di mamma ce n’è una sola, almeno finché non si mette di mezzo qualche manipolatore di ovuli in laboratorio, dove non sarebbe neppure impossibile creare un embrione in cui la seconda mammà fa da papà.
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il papà, poi, è notoriamente incerto, fin dal tempo degli antichi romani, che, per questo, tenevano le donne ben chiuse in casa, almeno fino a che hanno potuto.
fuori casa, poi gli uomini di quell’epoca antica si sbizzarrivano come volevano, tanto c’era sempre qualche divinità mandrilla a fornire la copertura: chiamate dei i vostri ormoni, e tutto vi sarà concesso, senza tante sofferenze interiori.
e siccome la gelosia è una forma distorta di autocoscienza proiettata sull’altra, niente di strano che per loro l’unico modo di essere sicuramente padri dei loro figli era quello di tenere le loro femmine sotto chiave.
quanto agli ebrei non erano da meno, però preferivano la lapidazione degli adulteri, per garantire la rigorosa discendenza patrilineare, che tenevano registrata accuratamente per generazioni.
quindi, valutate voi se è proprio il caso di festeggiare i papà, con tutti i danni che hanno provocato nella storia alle donne.
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ma altri danni continuano a provocare con la pretesa, di molti, che la famiglia detta naturale sia l’unica forma di famiglia possibile, o quanto meno legale.
io, poi, tutta questa animazione da parte degli iper-cattolici non la capisco: ma hanno consapevolezza, almeno, che il primo esempio di utero in affitto è stato quello virginale di Maria?
sempre che poi non c’entrasse davvero il centurione romano Pantera, come dicevano le malelingue ebraiche dell’epoca.
e il bello è che di un centurione di origine ebraica con questo nome è stata perfino trovata, incredibilmente, la tomba in Germania, dove era andato a fare il suo mestiere, proprio in quegli anni lì.

faremo festeggiare anche lui, allora, vero? perché la festa credo che spetti al padre naturale, non a quello legale, vero?
aggiungete che nella Sacra Famiglia c’è addirittura di mezzo un marito regolarmente sposato, il povero Giuseppe, destinato a fare la trista figura di chi si trova ad allevare un figlio non suo, ma del Padre Eterno.
cioè forse di colui che è eternamente padre.
insomma, la crociata contro i figli che non nascono da un matrimonio regolare, o almeno da una regolare unione eterosessuale, nel mondo cristiano parte proprio col piede sbagliato.
aggiungete che si leggevano, tempo fa, percentuali veramente incredibili su quanti sarebbe i figli nati nel matrimonio, formalmente, ma in realtà fuori del matrimonio.
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io ammetto tranquillamente che la maternità è una bellissima esperienza per le donne che intendono farla, e la paternità anche, per gli uomini che intendono partecipare.
dico anche che non è una gran bella cosa, secondo me, che una donna metta al mondo un figlio, dietro compenso, per liberarsene subito e lasciarlo al padre.
però di madri che hanno abbandonato i figli, piccoli o meno piccoli, purtroppo ne conosco; e allora che facciamo?
affittare l’utero, si dice: l’espressione è orrenda e soprattutto, perché anche gli affitti contribuiscono al PIL, ma in questo caso non devono.
deve essere proibito per legge! ed effettivamente lo è, in Italia, con una legge del 2004.
ma serve a qualcosa, salvo che a costringere chi vuole farlo, ad andare all’estero?
questo mercimonio del giovane nato è, poi in fondo, una forma più evoluta di prostituzione.
ma allora, se non vietiamo la prostituzione, cioè il sesso a pagamento, perché vogliamo però vietare a degli adulti consapevoli di gestire di comune accordo la loro capacità procreativa?
neppure la prostituzione è cosa bella, però almeno da noi è ancora legalmente tollerata.
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ma la donna che vende non soltanto il suo organo sessuale, ma l’utero tutto intero, coinvolge anche un terzo soggetto!
vero! ma la domanda principale, dal punto di vista del bambino che nascerà, è se sia meglio venire al mondo o non vedere la luce affatto.
qualcuno scrisse che la più grande fortuna era quella di non nascere (pensate di quanta infinità felicità trabocca l’universo) oppure di morire appena nati; altri confermano che muore giovane chi è caro al cielo, che è poi soltanto una variante dell’altro concetto.
personalmente non sono d’accordo e preferisco avere vissuto, sia pure tra mille problemi, e anche relativamente a lungo, che l’idea di non essere vissuto affatto.
ma la risposta non è univoca: qualcuno si ammazza anche, e dà la peggiore delle conferme che per alcuni sarebbe meglio non essere nati.
ma, se allora nessuno può sapere in anticipo se il bambino farà una vita felice o no, il destino del bambino non è un elemento decisivo in nessuno dei due sensi, almeno dal suo punto di vista individuale.
la questione è indecidibile, e la lasceremo aperta: questo argomento non può essere usato né a favore né contro.
in ogni caso apprezzo di più chi alleva un bambino che un cagnolino.
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ma io non credo che i diritti degli individui siano un assoluto, salvo il diritto alla vita nelle sue fondamentali manifestazioni, e quindi devo fare una riflessione ancora.
mi si deve spiegare da quale punto di vista dei bisogni della società vada difeso il diritto di un bambino di avere due genitori che siano proprio un maschio e una femmina…
io non riesco a trovarne, salvo l’abitudine mentale.
volete pensare che quel bambino potrebbe avere difficoltà a diventare eterosessuale? e dunque la società rischierebbe l’estinzione?
argomento che si morde la coda: solo se vietate le famiglie omogenitoriali, andrebbe così.
per il resto non ho mai visto che l’omosessualità si trasmetta per via genetica.
e poi vietare questa possibilità in nome di una tradizione, anche se ben solida e convincente, mi pare come rifiutare la morfina a un moribondo in preda agli spasimi, perché non si era mai fatto prima.
è pur vero che non mancano tra i tradizionalisti neppure quelli che vorrebbero mantenere in vita anche il dolore estremo nella morte…
e nel nome dell’antica ars moriendi vorrebbero che ogni moribondo offrisse la sue sofferenze a Dio, per legge, e ditemi se questo non è, dal loro punto di vista, una specie di investimento spirituale ben più convincente.
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insomma, chiudo dicendo che, anche se sono papà, ma oggi più che altro nonno, la festa del papà non mi piace,
non mi piace neppure la festa del genitore uno o del genitore due.
e penso che il 19 marzo non potrebbe neppure essere la festa della famiglia, perché il brutto esempio viene dall’alto.
dateci, semmai, da qualche parte la festa dei papà, che se poi anche fossero due, che se la cavino come vogliono, e se non ce ne fosse neppure nessuno, non ci sconvolgerebbe lo stesso.
ma piuttosto dovrebbe esserci una festa della vita nascente, almeno fino a che ci sarà ancora concesso pensare che nascere possa essere una fortuna.
ma non credo che sarà per molto.
[…] su questo stesso argomento ero già intervenuto qui, in forma più sintetica: https://comma22corpus.wordpress.com/2023/03/19/19-marzo-la-festa-del-genitore-uno-112/ […]
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Non mi piace la festa del papà perché è una delle solite feste consumistiche.
I cattolici festeggiano San Giuseppe, padre putativo di Gesù, e tanto dovrebbe bastare.
Quando ero bambino e ragazzo non ricordo di aver mai festeggiato la festa del papà (anche perché da noi sarebbe stata la festa del babbo), quella della mamma sì: gli uomini non avevano bisogno di tante smancerie.
Il mondo è cambiato, le coppie omosessuali sono parecchie (o perlomeno sono così “rumorose” che sembrano parecchie) sono contrario all’utero in affitto perché lo ritengo una delle forme di mercimonio più degradanti. In Ucraina infatti c’era una fiorente industria (forse c’è ancora) della procreazione su catalogo.
Certo, alla fine non si può dire che ci sia qualcuno danneggiato: sono tutti contenti, e nasce comunque un bambino. Che crescerà ne più ne meno pirla come altri “normali”.
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di mamme vedove col bambino ce ne sono tante, e alcune potrebbero anche avere qualche forte amicizia femminile; il bambino cresce di sicuro abbastanza bene lo stesso, o almeno, se non cresce bene, la colpa non dovrebbe essere proprio di questa situazione.
ma questa situazione non credo che dovrebbe creare troppo scalpore e se una mamma che di fatto non lo è vuole registrarsi come mamma, francamente non capisco il problema: il bambino ha tutto da guadagnarci, almeno fino a che le due mamme non dovessero litigare.
la situazione che ci turba di più è invece quella del bambino con due papà; ma esistono anche padri che restano vedovi col bambino piccolo, e vale il discorso di prima; magari la nonna o qualche altra parente o perfino qualche amica dà una mano; ma insomma, neppure qui vedo chissà quali catastrofi all’orizzonte per il bambino.
rimane il problema del commercio della maternità, e condivido la disapprovazione; ma personalmente disapprovo anche l’aborto e non l’ho mai utilizzato (indirettamente, si intende…), ma se analizzo la situazione freddamente, capisco che è meglio che lo stato lo legalizzi, anche se è contrario alla mia morale, salvo casi particolari (come conseguenza di uno stupro, ad esempio…).
e alla fine anche sulle famiglie omogenitoriali penso che si possa prendere atto, anche se continuo a pensare che la via maestra per una coppia omo che desidera un figlio dovrebbe essere quella dell’adozione.
ma è giusto che lo stato imponga questa scelta?
e alla fine la tua conclusione è la più saggia; e di questi tempi i bambini stanno diventando cos’ preziosi, che mi sembra stupido che qualcuno si dia da fare per farne nascere meno, in qualunque modo vengano al mondo.
non vogliono bambini dei gay, non vogliono immigrati: sono il partito della morte programmata?
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Estinguiamoci sovranamente!
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assolutamente favorevole, come sai, all’autodeterminazione anche finale; solo una cosa mi disturba, che questi trascinano anche gli altri nell’autodistruzione…
azz (visto che lo dice l’Annunziata, posso dirlo anche io, vero?)
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Ne hai facoltà! 😉
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