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  • il calo del numero dei morti covid in Italia, e il virus nato in laboratorio – 223

    controcorrente, penso che il covid non è il caso di perderlo di vista, e così, dopo il post di tre settimane fa, ancora stabile il numero dei morti covid in Italia, ma con lieve tendenza alla ripresa – 197, aggiorno sugli ultimi dati i lettori che fosse interessati e che non hanno già provveduto per conto loro.

    la mancata comunicazione dei dati giornalieri non permette di fare analisi più precise, tuttavia in queste ultime tre settimane la tendenza alla lieve ripresa che si profilava attorno al 10 maggio si è arrestata, anzi sulla distanza di tre settimane risulta una precisa tendenza alla diminuzione:

    dai 175 morti degli ultimi sette giorni l’11 maggio, si è passati

    a 162 il 18 maggio,

    150 il 25 maggio

    e 125 l’1 giugno.

    la tendenza dunque appare costante e senza colpi di coda, e molto migliore che nei tre anni precedenti:

    i morti degli ultimi sette giorni erano stati il primo giugno non 125, come quest’anno, ma

    595 nel 2020,

    718 nel 2021

    e 499 l’anno scorso.

    la media attuale di 18 morti al giorno non permette comunque di dire che l’epidemia si è estinta del tutto; anzi, i contagi proseguono, solo che la virulenza del virus si è attenuata e rimane fortunatamente bassa, con le varianti dominanti attuali.

    . . .

    ma filtra un’altra notizia dai media, che la fanno circolare. perché continuano a ritenere automatico e cercano di farlo ritenere ai loro utenti, che, se il virus è nato in laboratorio, allora quel laboratorio era quello di Wuhan.

    l’ex capo del Centro cinese per il controllo delle malattie afferma a proposito della idea che il virus sia nato in laboratorio che “Questa ipotesi non può essere esclusa“.

    tutti ricorderanno benissimo che in Italia bastava nei mesi scorsi interrogarsi rigorosamente sulla questione, per passare per isterici complottisti anti-scienza, proprio ad opera di chi negava che il dubbio fondato sia l’essenza stessa della ricerca scientifica e trasforma la propria presunta scienza in un una nuova dogmatica religione alla caccia dei suoi eretici.

    è anche facile la profezia che, se il virus dovesse continuare a rendersi inoffensivo, alla fine questa ammissione della sua origine artificiale emergerà, quando sembrerà che l’opinione pubblica possa digerirla senza danno e comunque nel quadro di un rimpallo di responsabilità su quale sia stato il laboratorio a crearlo e a lasciarselo sfuggire, o forse anche a diffonderlo deliberatamente per qualche demenziale e criminale mossa di guerra sanitaria.

    . . .

    quel che i nostri media non dichiarano, cercando anzi di far credere il contrario, è che quando la Cina parla dell’ipotesi del virus da laboratorio, non intende affatto ammettere che quel laboratorio sia il suo, quello di Wuhan.

    “Quel laboratorio è stato ricontrollato dagli esperti” sia del governo cinese sia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e non sono emerse prove del suo coinvolgimento eventuale nella creazione artificiale del virus.

    “Penso che la conclusione sia che stanno seguendo tutti i protocolli. Non hanno riscontrato alcun illecito. Davvero non sappiamo da dove provenga il virus, la questione è ancora aperta”.

    ma questo non basta affatto ad escludere che il virus sia stato creato in laboratorio altrove ed arrivato in qualche modo a Wuhan

    (la mia ipotesi è quella di uno scambio illegale di virus tra laboratori, in prodotti congelati come copertura, che usava il mercato del pesce di Wuhan come copertura, sempre escludendo diffusioni intenzionali ad opera di servizi segreti).

    . . .

    del resto l’ultimo studio cinese condotto sul mercato del pesce di Wuhan ha dato due risultati apparentemente contraddittorii, ma che si spiegano bene appunto con l’ipotesi di sopra, che ho formulato tempo fa:

    da un lato nei tamponi effettuati nell’ambiente del mercato è risultato che c’erano tracce del virus SARS-CoV-2.

    dall’altro lato la nuova analisi non dimostra che gli animali in questione fossero stati infettati dal virus.

    sembra che se ne possa ricavare che il virus era presente in quell’ambiente, ma non proveniva dagli animali.

    allora o proveniva da qualcuno che si era infettato al laboratorio e poi si era recato al mercato del pesce portandolo anche lì (ma allora per ché proprio lì soltanto?),

    oppure il virus si era diffuso a partire da lì, perché lì ci era arrivato intenzionalmente.

    ma da dove? e ad opera di chi?

  • il Partito Democratico e il PNRR in Europa per continuare la guerra – 222

    voi siete contrari che l’Unione Europea aumenti la produzione di munizioni per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina?

    allora votate il Partito Democratico:

    anche la segretaria Schlein è contraria, e del resto il gruppo dei Socialisti al Parlamento Europeo, al quale appartiene anche il nostro PD, ha presentato degli emendamenti per non consentire l’utilizzo dei fondi del Pnrr e di coesione per la produzione bellica a siostegno dell’Ucraina.

    in effetti, indebitarsi per continuare una guerra di distruzione?

    non sarebbe meglio, semplicemente, far decidere alle popolazioni del posto in quale stato vogliono vivere?

    così i parlamentari europei del Pd hanno provato a espungere, tramite un emendamento, assieme agli altri socialisti europei, l’uso (facoltativo per i governi) del Recovery e dei fondi di coesione per il piano europeo Asap (Act in Support of Ammunition Production), che stanzia 500 milioni per aumentare la capacità produttiva europea di armi, da spedire alla resistenza di Kiev.

    non hanno votato contro la spedizione di armi, notate bene, ma soltanto contro l’uso dei fondi PNRR per farlo.

    e siccome questi emendamenti non sono passati, alla fine hanno votato no a tutto il pacchetto, no? direte voi.

    eh no, non fatela così semplice, sarebbe stato logico, è vero; ma il gruppo parlamentare europeo ha invece approvato…

    e solo alcuni degli italiani si sono dissociati.

    quindi, bravi almeno a loro, per quanto mi riguarda.

    . . .

    ma no, invece, voi siete favorevoli che l’Europa continui ad armare l’Ucraina, senza porle neppure come condizione che accetti ad andare a trattare con la Russia e da una posizione ragionevole, cioè pronta a mollare qualcosa.

    siete favorevoli, perché non si può accettare una violazione così grave della sovranità nazionale come l’attacco russo all’Ucraina

    – sempre che non fossero gli americani a farlo, come hanno sempre fatto, anche negli ultimi anni.

    ma allora potete votare per il Partito Democratico lo stesso, perché uno dei suoi deputati ha votato a favore, contro la posizione del suo stesso partito e del suo gruppo.

    impazzito? no, lui è ancora della scuola del Veltroni, il geniale inventore del ma anche.

    infatti si dev’essere sacrificato per dimostrare che nel Partito Democratico si può essere contrari a riarmare l’Ucraina con i fondi PNRR, ma anche favorevoli.

    . . .

    nel caso, infine, che siate semplicemente confusi, tra favorevoli e contrari dentro il vostro partito, non sperate di riuscire a fare a meno di votare PD lo stesso:

    perché nel Partito Democratico ben otto deputati europei su 15, la maggioranza, si sono astenuti sul voto finale, perché non sapevano, come voi, se erano d’accordo col loro partito.

    poi due hanno detto che si sono sbagliate a votare, pensate un po’ a quanto sono pagati per votare, e si sbagliano anche…

    . . .

    del resto in quel gruppo parlamentare non devono essersi sentiti soli, perché alla fine la legge, non emendata, è stata approvata con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti, e il gruppo parlamentare dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo conta 143 deputati.

    considerando che i Verdi ne hanno 72 e la Sinistra 37, e non pare che neppure questi abbiano votato tutti contro, ditemi voi dove sono finiti i deputati europei progressisti, socialisti e democratici.

    se poi a qualcuno la cosa potrebbe ricordare i socialdemocratici tedeschi che votarono i crediti di guerra nel loro parlamento nell’agosto 2014, per permettere alla Germania di buttarsi a capofitto verso la sconfitta della prima guerra mondiale, dopo quattro anni di massacri…

    . . .

    a cose fatte, il capogruppo PD al Parlamento Europeo ha rilasciato una dichiarazione:

    Smentendo quanto fatto trapelare da Palazzo Chigi, la destra italiana ha scelto oggi di non supportare i nostri emendamenti per escludere Pnrr e fondi coesione dalle risorse utilizzabili per la produzione di munizioni: confusione o malafede? Il Governo chiarisca immediatamente.

    in sostanza rimprovera alla destra meloniana di non avere votato assieme a loro e di non essere almeno così poco pacifista come lo sono loro.

    che lo abbia fatto scrivere a chat-GPT?

    in ogni caso Fitto, ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, afferma che l’uso dei fondi del PNRR per l’acquisto di armi da inviare a Kiev “non è in nessun modo all’ordine del giorno”.

    intende dire: almeno in Italia, suppongo.

    . . .

    l’art. 41 del Trattato sull’Unione europea vieta che ‘le spese derivanti da operazioni aventi implicazioni militari o di difesa’ siano a carico del bilancio dell’UE; pare impossibile negare che sia stato violato. 

    la principale giustificazione storica dell’Unione Europea è stata finora che poneva fine ad un’epoca storica di guerre sanguinose nella prima metà del Novecento.

    ma, se questa motivazione viene meno e l’Unione Europea serve invece per parteciparvi, ha ancora senso definirsi europeisti?

  • sul Kosovo Meloni è vicino agli USA, non ai kosovari – 221

    sciolto l’enigma della posizione anti-kosovara di Meloni, di cui avevo parlato l’altroieri qui: il Kosovo è vicino, ma non abbastanza per il Meloni di turno – 219

    hanno preso la stessa posizione anche gli USA.

    evidentemente non è nei loro piani aprire un altro fronte anti-russo nei Balcani.

    e noi europei? la Serbia ci è già costata la prima guerra mondiale ed è stata parte anche della seconda, soprattutto per il regime mussoliniano, che teneva molto all’Albania, tanto da andarsela a conquistare.

    non pare il caso che adesso la questione serba ci costringa a fare anche la terza o la quarta che sia…

    . . .

    la decisione americana, e di conseguenza anche meloniana, potrebbe essere una buona notizia, ma bisognerà vedere che cosa conviene fare ai russi.

    per ora si è capito che i nazionalisti albanesi del Kosovo stanno lavorando stupidamente per allargare la guerra anche a casa loro, per un eccesso di zelo, che i generali americani non gradiscono.

    approfittano della situazione per attaccare la loro minoranza serba: demenziale e puramente provocatoria l’idea di far eleggere sindaci albanesi col 2-3% dei voti in centri dove la maggioranza serba si è astenuta dalla elezioni per protesta, ed è evidentemente la quasi totalità della popolazione.

    . . .

    due riflessioni:

    la prima sulla potenza dell’odio, che è il fondamento stesso del nazionalismo, sotto forma di odio contro qualcun altro.

    l’odio nazionalista un atteggiamento mentale molto pericoloso che porta a preferire di farsi del male, e anche molto male, pur di fare male anche all’altro.

    e questo serve a spiegare anche i successi delle destre nel mondo degli ultimi tempi.

    è il trionfo dell’odio, che rafforza l’egoismo, dove può, o la protesta dei frustrati, dove c’è poco di cui essere egoisti.

    . . .

    e la seconda riflessione, e scusate se è stupida: ma chi ha inventato i confini che lasciano sempre da qualche parte, dentro, qualcuno che vorrebbe esserne fuori?

    (io, per esempio, vorrei essere fuori da tutti i confini – dev’essere perché ho passato l’infanzia in Sued Tirol, dentro un confine sbagliato)

  • Chat GPT, l’avvocata delle cause perse, e il futuro dell’Intelligenza Artificiale – 220

    come volevasi dimostrare, Chat GPT è una intelligenza artificiale così umana, che è brava soprattutto a mentire con la facciatosta più spudorata.

    l’avevo sgamata subito, le due o tre volte che l’ho messa alla prova, e qualcuno diceva che esageravo, anche fra i miei pochi, residui ed eroici commentatori; ora però se ne accorge anche qualcun altro, e quindi quel che vi ha detto il vostro povero bortocal muovendosi a lume di naso, diventa forse più autorevole.

    . . .

    a New York un avvocato usa ChatGpt per presentare una denuncia contro una compagnia aerea: perché faticare, ha pensato? il ricorso lo faccio scrivere a lei.

    che gli ha consegnato un lavoro ben fatto, coerente e persuasivo, che lui ha presentato al tribunale.

    peccato che l’Intelligente Artificiale si era inventata, per voglia di accontentarlo, una mezza dozzina di casi simili, conclusi col risarcimento: Delta Air Lines, China Southern Airlines e altre compagnie, citate in giudizio per danni a passeggeri.

    Chat-GPT era partita dalla storia reale del ricorrente e poi l’aveva condita di precedenti, presi un po’ in giro sul web, alcuni dei quali o non esistevano oppure non c’entravano niente col caso in questione.

    l’avvocato ha dovuto difendersi davanti al tribunale: “Non ero a conoscenza della possibilità che l’intelligenza artificiale potesse produrre informazioni false”, ma spettava a lui almeno verificare.

    l’8 giugno il giudice ha fissato un’udienza speciale per decidere quali sanzioni applicare all’avvocato reale.

    se avesse letto i miei post col traduttore automatico, che del resto è Intelligente Artificiale anche lui, quell’avvocato si sarebbe risparmiato la brutta figura, sogghigno.

    chat-GPT invece la farà franca, visto che non è umana, e quindi neppure imputabile…

    e chissà se mi leggerà mai, se qualcuno non le chiede di farlo, e che azioni intraprenderà contro di me, nel caso…

    . . .

    insomma l’Intelligenza Artificiale applicata alla produzione di testi e di interazioni comunicative finora è soltanto uno specchietto per le allodole.

    serve a distrarci da altre applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, in altri campi, ben più dirompenti e pericolose.

    da queste altre applicazioni può uscire davvero di tutto.

    . . .

    ad esempio, al momento la rete si sta riempiendo di fotomontaggi fatti così bene che risulta assolutamente impossibile distinguere se una immagine è vera o falsa in base alla semplice osservazione, ed occorrono elementi di valutazione esterni per valutarne l’attendibilità.

    l’uso della fotografia come documento storico oggettivo è oramai definitivamente compromesso e anche il suo possibile uso legale.

    . . .

    nel frattempo si afferma che, collegando opportunamente il cervello alla macchina, questa è in grado di definire che cosa pensa il soggetto, verbalizzandolo, e perfino di visualizzare le immagini mentali delle sue fantasie.

    con tanti saluti alla libertà delle fantasticherie erotiche…

    . . .

    intanto Musk è stato autorizzato negli USA a compiere esperimenti che avvicinano la realizzazione di un nuovo tipo di essere umano, bionico, collegando il suo cervello in termini operativi a strumenti dell’Intelligenza Artificiale.

    naturalmente a fin di bene, dato che – si dice – tecniche perfezionatissime potrebbero restituire il movimento ai paraplegici, trasformando in impulsi elettrici le loro decisioni mentali di muovere qualche parte del corpo, allo stato attuale impedite dalla perdita dei collegamenti neuronali con gli organi di movimento.

    ma è perfettamente chiaro che questo utilizzo positivo possibile agisce come schermo per progetti ben più ambiziosi di controllo umano totale.

    . . .

    e che ci si affidi, per progetti di tali implicazioni, ad un uomo come lui, Musk, dall’equilibrio psicologico palesemente incerto e dal cinismo spudorato, manifestato in ogni occasione, fa veramente più paura che vivere in in film iper-realistico, dove il dottor Stranamore è vivo e vegeto e agisce in mezzo a noi.

  • il Kosovo è vicino, ma non abbastanza per il Meloni di turno – 219

    il Kosovo è vicino, anche la guerra si avvicina.

    ora il miasma bilaterale del nazionalismo arriva fino a lì, chissà quanto spontaneamente, e ora vengono feriti anche i nostri soldati, ancora presenti in quel territorio per garantire la sua separazione di fatto dallo stato a cui appartenevano;

    già, perché ora insorge nel Kosovo la minoranza serba rimasta dall’altra parte non della frontiera, ma della nuova barriera, e per i motivi più idioti: la targa delle auto, che le autorità del Kosovo hanno vietato fossero quelle serbe, per i serbi che abitano lì.

    forse il Kosovo ricorda che alla Serbia la NATO ha sottratto una regione, il Kosovo, che parla una lingua diversa, l’albanese, perché era sottoposta a una repressione nazionalistica, da parte di un paese alleato di Mosca, la Serbia, appunto.

    ma la strage degli abitanti russofoni di Odessa non ha avuto pari dignità da giustificare un intervento armato dell’Occidente per liberare una popolazione che aveva il difetto di sentirsi russa e di parlare la lingua del nemico.

    . . .

    che cosa ci aspettiamo da un capo del governo post-fascista, allora?

    qualche proclama bellicoso che avvicini il momento di un confronto militare a tutto campo contro Serbia, e cioè in qualche modo contro la Russia.

    promesse di vendetta immediata, garanzie di un intervento manu militari.

    e infatti il nostro presidente del consiglio ha fermamente dichiarato: Non tollereremo ulteriori attacchi.

    suona bene, no? ma che cosa vuol dire in concreto? come farà a non tollerarli?

    continuerà a dichiarare Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile?

    e poi, contro chi interverremo al prossimo attacco?

    . . .

    ma è proprio qui che i conti non tornano più: i 14 militari italiani e la ventina di ungheresi, truppe NATO fuori della NATO, sono stati feriti da dimostranti serbi.

    e allora perché il Meloni ha continuato a dichiarare: È fondamentale evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle autorità kosovare?

    mi stropiccio gli occhi: sta dando torto al Kosovo che difendiamo, vale a dire sta dando ragione ai serbi, che siamo lì per contrastare!

    questa non me la spiego proprio.

    . . .

    comunque, prima che il Meloni di turno dichiari guerra al Kosovo, qualcuno gli/le spieghi (mi serve lo shwa!) che i cattivi sono i serbi, perché sono amici dei russi, e i buoni sono i kosowari, perché noi siamo lì per difenderli, in quanto amici dell’Occidente, e non per criticarli quando provocano la loro minoranza serba.

    il Kosovo è vicino, vero, ma si direbbe non abbastanza per il nostro premier, che forse si confonde…

    (a meno che…, stai a vedere che il Meloni sapeva quel che diceva e gli/le si scopre un’anima pacifista, al di sopra delle parti…).

    comunque, giuro, quel comunicato non gliel’ho scritto io…

  • desideri. [reblog] 30 maggio 2013 – borforismi

    Cor-pus

    chi ha separato l’amore dal desiderio, che cosa desiderava?

    aveva mai desiderato, se pensava che si potesse amare senza desiderio?

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  • amori. [reblog] 30 maggio 2013 – borforismi

    Cor-pus

    ama!

    * * *

    ti ordino di amare, ti ordino di desiderare…

    l’essenziale è invisibile agli occhi, vero?

    e allora se qualcuno, che oltretutto si ritiene dotato di una qualche autorità di origine divina, ci dà il comandamento, cioè l’ordine, di amare, l’essenziale dov’è?

    è nel fatto, dato per scontato, che si ritiene che i sentimenti dipendano dalla volontà e che l’amore rientri nel campo delle decisioni consapevoli.

    è nel fatto che l’amore di cui parla non è un sentimento, ma un comportamento.

    * * *

    che cosa enorme è questo punto essenziale, così bene nascosto allo sguardo: interi volumi non basterebbero a spiegarlo…

    prima di tutto ci rende personalmente colpevoli di ciò che non possiamo controllare: i sentimenti.

    e quante cose ci dice sull’autore di questa frase: la prima è che non aveva mai amato davvero e che era un anafettivo.

    * * *

    altrimenti lo avrebbe ben potuto…

    View original post 52 altre parole

  • saperi. [reblog] 30 maggio 2013 – borforismi

    Cor-pus

    tutti credono di sapere che cos’è l’amore.

    ne hanno fatto persino una legge morale, ed è un buco nero.

    tutti credono di sapere che cos’è l’odio.

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  • il mio, il nostro, lento distacco dai blog – 218

    per introdurre il tema accennato dal titolo, devo citare di nuovo questo post di gaberricci: L’ennesima proposta, molto poco modesta, che ne parla all’inizio, dicendo l’essenziale sul tema e rubandomi quasi le parole di bocca;

    lo farò personalizzandolo un poco (e me ne scuso con lui):

    Nel 2023 dei social network trionfanti, tenere un blog è più o meno l’equivalente di incaponirsi ad andare in giro con un carretto a trazione animale, mentre Elon Musk ed un paio di altri eletti si impegnano in progetti sempre più mastodontici intesi a realizzare […] il sogno della nostra specie fin da quanto fetidi pezzi di melma fuoriuscimmo dalle acque e gridammo alle fredde stelle “io sono l’uomo!”: portare in orbita un gruppuscolo di facoltosi turisti intenzionati a far giungere a […] un nuovo livello il concetto di “viaggio di lusso” ;

    e non lo negherò: sono ben conscio dell’inattualità ed anzi dell’anacronismo di quel che faccio su queste pagine,

    eppure continuo a farlo, settimana dopo settimana, ed anzi anche più volte a settimana.

    In primo luogo, perché mi piace e mi diverte; ed inoltre, perché ritengo che […] un blog possa, talvolta, essere migliore di chi lo scrive (e nel mio caso ci vuole davvero poco),

    e perché ho imparato che insistere […] può, in alcune occasioni, essere fonte di sorprese più o meno piacevoli.

    . . .

    ovviamente le sue parole hanno un valore ben più potente per me, che in passato, all’inizio di questa attività abbastanza folle, arrivavo a scrivere anche una decina di post al giorno, e continuo tuttora a scriverne anche più d’uno in un giornata, almeno qualche volta, e non perché mi diverto, o almeno non sempre, ma per una specie di senso del dovere.

    e quando non lo faccio, è perché me lo impongo, sapendo bene quanto sono diventati in genere meno coinvolti dal piacere di leggere i pochi che ancora si ostinano a frequentare luoghi di discussione come questi.

    e quindi occorre scrivere meno, sia nel numero sia nella dimensione dei post, se non si vuole spaventare e fare scappare.

    ma, come vedete, mi sto giusto smentendo anche qui… 😉

    così, continuo ad accumulare nelle bozze i materiali per post che non scriverò mai, perché è sempre minore il numero delle persone che li leggeranno.

    . . .

    ma il paradosso non risparmia neppure la figura dello scrivano da blog che vi parla: il quale scrive meno anche perché ha molti più argomenti su cui scrivere, e a volte langue come un asino di Buridano che non sa decidersi, davanti alle troppe mangiatoie piene.

    altre volte tace perché, per parlare di un argomento occorre pur sempre informarsi, anche se soltanto ad un livello di base, come fa questo vostro autorucolo di riflessioni disperse, e il tempo, la lena, la concentrazione per farlo mancano, proprio via via che l’inattività lavorativa si allarga.

    e poi anche l’età rallenta, invisibilmente, l’ideazione o forse anche soltanto la mano che digita sulla tastiera.

    si aggiunge, a rendere quasi irresistibile la voglia del silenzio, la precisa consapevolezza di essere parte di una generazione completamente sconfitta nei suoi sogni e nei suoi valori.

    spesso penso che così si debbano essere sentiti gli ultimi aristocratici pagani che assistevano al declino del loro impero e alla sostituzione etnica da parte di un cristianesimo populista e superstizioso, sostenuto da intellettuali che rifiutavano la ragione critica.

    . . .

    questo giudizio negativo sulla mia generazione diventa anche autobiografico, non nel senso di farmi pentire della mia vita e delle mie scelte, ma nel sentirle ormai datate e fuori dal mondo.

    resterebbe l’idea, dura a morire, di scrivere per i postumi, ma le taglia le ali il dubbio che possano essercene ancora, e la certezza che se ce ne saranno mancheranno a loro, intesi come massa, le capacità critiche e di pensiero, perché oramai si studia molto di meno e pare assurda la fatica immane necessaria a plasmare una mente capace di riflettere in profondità: si riserva la tortura a pochi super-dotati purché si iper-specializzino in ambiti ristretti e particolari.

    la sostituzione etnica è già avvenuta in Italia, e non sono stati certo gli immigrati a realizzarla, ma gli autoctoni, che hanno rinnegato e buttato alle ortiche quel sapere che era la base della loro identità culturale, o etnica, come preferisce chiamarla il neofascismo imperante,

    sapendo bene che il morire non consiste tanto nel non poter parlare, perché chi scrive scommette sull’idea di poter parlare anche dopo morto, ma nel non potere essere capiti più, come scriveva il vanamente profetico Pasolini,

    ci si prepara al silenzio finale già in vita, quando ti capisce e dialoga con te soltanto un ristretto e preziosissimo gruppetto di affezionati, che tutta via si va via restringendo, complice anche la nera signora signora che si porta la falce dietro.

    . . .

    e tutti poi siamo meno motivati a discutere, da quando si sono affermate quelle piattaforme interattive che chiamiamo social.

    è stata facebook per prima, dal 2008, a determinare la crisi del blog come strumento di scambio aperto, e la chiusura di splinder nel 2011 o di blogs.it nel 2015 ne sono stati il primo sintomo.

    forse queste piattaforme hanno la definizione di social per quella particolare etimologia al negativo che i romani sintetizzavano nella formula lucus a non lucendo, cioè: il bosco, lucus, si chiama così perché gli manca la luce.

    e anche i social si chiamano così, forse, perché imitano la socializzazione vera, ma ne sono la negazione, perché questa non consiste nel darsi reciprocamente ragione tra simili, ma nel confrontare idee differenti, anche con tutta l’animosità controllata del caso.

    ma è poi pur vero che nello spaccio della bestia trionfante (citazione di Giordano Bruno), è quasi impossibile trovare menti ragionanti con le quali si possa intraprendere una discussione tra punti di vista differenti.

    . . .

    aggiungiamo al tutto la politica editoriale di wordpress, di cui credo dovremmo diventare consapevoli. mi cito, sperando di non diventare fastidioso, da un recentissimo scambio di commenti:

    “a wordpress seguono una politica molto strana e, a parer mio deleteria per la piattaforma: non curano affatto lo sviluppo dei commenti, che a mio parere la alimenta, anzi li scoraggiano in tutti i modi, ad esempio, non notificando i post dei blog ai quali ci si iscrive, cosa che porta a perdere lentamente i contatti,” o cancellando addirittura le iscrizioni senza dirlo dopo qualche tempo;” e invece hanno iniziato con dei questionari che trovo abbastanza insulsi, e di nuovo cercano di far interagire i blogger con la piattaforma e non fra loro.

    dipende dal fatto che puntano soprattutto su blog statici, di carattere economico promozionale? quasi delle piccole vetrine pubblicitarie online, che quindi devono reagire il meno possibile col pubblico? che potrebbe esprimere anzi giudizi pericolosi.

    oppure, più in generale, considerano potenzialmente pericoloso lo sviluppo di interazioni tra i blogger, e cercano di scoraggiarle per questo?

    in anni passatimi blog svolsero un ruolo politico importante, ad esempio nella cosiddetta primavera araba, ma mi pare che siano stati neutralizzati, e wordpress credo che sia la più importante piattaforma blog del mondo, quindi il suo ruolo in questa crisi del blog come strumento di dialogo interattivo è centrale”.

    effettivamente ci sono stati tempi, anche piuttosto vicini, nei quali i blog si sono rivelati degli strumenti preziosi di aggregazione diffusa di oppositori di poteri e regimi, in vari paesi del mondo.

    quindi non credo che sia causale la politica di wordpress, che mira palesemente a disaggregare i blogger e a rallentare le interazioni fra loro, eliminando le notifiche ai blog ai quali ci si iscrive e rendendo macchinosa l’operazione del confronto giornaliero anche con chi abbiamo verificato che ci interessa, magari perché lo sentiamo affine.

    . . .

    wordpress da solo ospita quasi la metà dei blog esistenti al mondo, ma chiaramente intende valorizzare soprattutto quelli che hanno fini commerciali, per non dire addirittura che sono aziendali.

    questa caratteristica è ancora più marcata in Drupal, che quindi non può rappresentare un’alternativa.

    ma forse alla fine sono io che non sono abbastanza informato ed aperto a nuovi strumenti; è il momento di sperimentare qualche nuova piattaforma come Instagram o TumbIr?

    mi guarderò attorno, e forse saprò dire…

    nel frattempo nessuno si meravigli se comincio tendenzialmente a concentrare le mie residue energie nella direzione dell’autopubblicazione, piuttosto. per lanciare messaggi nella bottiglia verso ipotetici futuri.

    forse la carta è alla fine ancora l’ipotesi più adatta alla sopravvivenza a noi dei nostri pensieri…

  • gli ultimi sette videoclip sul viaggio in Tamil Nadu, India del 2005: Kumbakonam e Dharasuram – quando si poteva viaggiare, bortoround 486-492 – 217

    con questi ultimi sette video e i relativi post di presentazione, sempre pubblicati sul mio blog bortoround, si conclude il mio ritratto abbastanza estemporaneo della città di Kumbakonam, nel Tamil Nadu, come l’ho vista il 18 agosto 2005, nel mio primo viaggio in India, in epoca ancora pre-blog, e si passa poi a introdurre il vicinissimo centro di Dharasuram, che è praticamente un suo sobborgo, visitato il giorno dopo.

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    i carri sacri di Kumbakonam (e di Puri). 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 486 20 maggio 2023

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    Kumbakonam nella sera e una vasca sacra asciutta. 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 487 21 maggio 2023

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    artigiani del metallo a Kumbakonam. 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 488 22 maggio 2023

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    riti induisti nel tempio di Shiva a Kumbakonam. 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 489 23 maggio 2023

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    l’elefante sacro nel tempio di Shiva a Kumbakonam. 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 490 24 maggio 2023

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    breve ritratto vintage di Kumbakonam, Tamil Nadu, India, e videodiario 17 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 491 25 maggio 2023

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    primo contatto con Dharasuram, Tamil Nadu, India; la tessitura della seta. 18 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 492 26 maggio 2023