autonomia indifferenziata.

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mica posso tacere, scusatemi, schierati di tutti gli schieramenti, ma mi scappa da ridere.

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uno: la Camera ha approvato in via definitiva una legge che spiega come realizzare praticamente gli articoli della Costituzione sull’autonomia che furono introdotti dalla riforma costituzionale del 2001, voluta da D’Alema nel tentativo disperato di portare dalla sua parte la Lega.

non so quanti se li sono letti quegli articoli, voluti dalla cosiddetta sinistra di allora, quella che in quegli stessi mesi ci stava portando alla guerra contro la Serbia, con Mattarella ministro.

prevedono, ad esempio, perfino che ogni Regione, se vuole, possa farsi il proprio sistema scolastico, cioè distruggono la certezza di una scuola uguale in tutta Italia.

del resto un sistema scolastico frammentato per Laender esiste già in Germania, dove provoca problemi molto gravi, ?perché non andarceli a cercare anche noi?

poi l’accordo con la Lega sfumò, la Lega, che aveva fatto cadere Berlusconi nel 1995, tornò pienamente dalla sua parte (anche perché lui le ripianò i debiti) e quindi quella riforma è rimasta nel cassetto: una parte della Costituzione morta, rimasta un flatus vocis.

oggi la destra l’ha ritirata fuori, approvando una legge che definisce le procedure per realizzare quella riforma, e la sinistra protesta.

contro se stessa, immagino; sì, la sinistra si agita contro se stessa, visto che quella riforma costituzionale l’ha fatta lei, ma senza fare pubblicamente mea culpa.

quella riforma costituzionale del 2001 venne peraltro approvata dalla sinistra con 4 voti di maggioranza in parlamento inaugurando la stagione della Costituzione stuprata a colpi di maggioranza.

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due: quelle procedure, peraltro, sono destinate a restare ampiamente irrealizzate, perché mancano i fondi per il meccanismo terribilmente complesso per metterle in pratica, visto che occorrerà moltiplicare per 20 le burocrazie ministeriali romane per farne qualcosa di pratico.

si devono garantire inoltre fondi integrativi per garantire le prestazioni minime in tutte le Regioni, in uno stato che ha già 3mila miliardi di debiti e che è appena messo sotto scacco dall’Unione Europea per deficit eccessivo.

?possiamo risparmiarci il fiato per il momento?

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tre: anche la destra sta agendo contro se stessa, perché nel 2001 promosse un referendum costituzionale CONTRO questa autonomia differenziata, che oggi invece agita come se fosse una bandiera sua.

purtroppo lo perse anche, quel referendum.

io che allora votai a favore di quella riforma voluta dalla sinistra, non l’avevo letta bene.

e se la destra votò contro, allora, Lega compresa, che ora la rivendica, credo che fosse perché si rendeva conto che era appunto irrealizzabile, una specie di carta moschicida appesa al soffitto per catturare le mosche dell’autonomismo.

ora la ripropone, per fare la stessa operazione che fece la sinistra un quarto di secolo fa: prendere in giro gli elettori, parlando di autonomia.

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quattro: siccome per questa ultima si tratta oggi di una legge ordinaria, potrà esserci un referendum per abrogarla, e naturalmente bisognerà votare contro questa schifezza.

ma purtroppo non basterà, perché il male è alla radice, nella Costituzione stessa deformata del 2001.

sogno invece una riforma costituzionale che abolisca alla radice ogni forma di autonomia regionale sostanziale e le riduca al ruolo di coordinamento delle politiche provinciali, con organi elettivi di terzo grado, nominati dai consigli provinciali.

alcune delle nostre regioni sono piccoli stati per i quali è assurdo parlare di decentramento amministrativo: sono centri di potere e corruzione locale, come dimostra bene tutta la loro storia, passata e recente, e sarebbe meglio almeno avere una mangiatoia di tangenti sola, anziché 20.

un vero decentramento come quello auspicato dal filone autonomistico del nostro Risorgimento e successivo, ha il suo cuore nelle province, invece, intese come federazioni delle realtà comunali che le costituiscono, e a loro vanno delegate, per Costituzione, le prerogative amministrative nella dimensione nella quale possono svolgerle.

e con l’occasione si aboliscano i Prefetti, piuttosto, come strumento centralistico di controllo del governo.

invece questa destra progetta di reintrodurre anche nelle Province un costoso sistema elettivo di primo grado, per farle diventare a loro volta piccole scimmiottature delle Regioni, anziché mantenere il sistema attuale di secondo grado che funziona benissimo e senza costi aggiuntivi.

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ma so bene che questa mia idea dell’autonomia va veramente in direzione ostinata e contraria al conformismo dilagante.

perché io credo davvero all’autonomia sana, principio costituzionale, e credo che si debba opporre a quella mostruosa autonomia centralizzata, che è il vero obiettivo del ceto politico parassitario che si troviamo a dover sopportare.

6 commenti

    • sì, ma di nomina regionale, e questa la chiameranno autonomia.

      questa destra non la capisco: era chiaro che batteva sull’autonomia regionale, quando il governo centrale era nelle mani degli altri, per ritagliarsi degli spazi locali, ma ora che ce l’hanno loro… ???

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      • Io la spiego con la semplice stupidità . Fare qualcosa di memorabile e diverso da chi li ha preceduti anche se poi si sposano i progetti dei penultimi o dei terzultimi tanto loro non se lo ricordano e noi o almeno la maggioranza di noi pure.

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  1. Trovo naturale che i politici cerchino di moltiplicare in modo esponenziale i luoghi di potere e burocrazia: sono fonte di finanziamento e poltronifici utili al consenso. Trovo meno naturale che i cittadini elettori trascendano.
    Anch’io a suo tempo votai la schiforma del titolo quinto. Ancora sto piangendo.

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