Ucraina chiama Romania, Romania chiama Europa? – reblog 15 maggio 2014.

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ecco un altro post sulla situazione dell’Ucraina di dieci anni fa, che vado a ripubblicare, e, in coda, qualche nuovo spunto di riflessione sulla situazione attuale.

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“ho un giovane amico di origine rumena.

come ovvio, abbiamo discusso varie volte della situazione ucraina, e il suo punto di vista è sempre stato diverso dal mio: diciamo (comprensibilmente) più preoccupato.

non sono pentito di avergli presentato il mio ottimismo qualche settimana fa, quando la guerra sembrava alle porte, e cerco di mantenerlo anche adesso, che le tensioni permangono, ma si sono stemperate…

però alcune informazioni che mi dà su quanto sta succedendo in Romania adesso stanno creando qualche preoccupazione anche a me.

la prima consiste in uno strano “censimento sanitario” obbligatorio dei giovani in grado di combattere…

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Ciao Mauro! Come va? Spero tutto bene. – Ti ho allegato il certificato medico di cui ti avevo parlato. L’hanno approvato circa due settimane fa proprio quando in Ucraina la tensione era alta.

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la mail ha due allegati.
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il primo è un decreto del governo che introduce un modello di certificato medico che il medico di base dovrà presentare al locale ufficio di reclutamento in caso di guerra.
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il secondo è il modello stesso, che chiede poche essenziali informazioni su malattie ereditarie, disturbi psichiatrici, tubercolosi, AIDS, epatite…
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insomma, quanto necessario per una rapida pre-selezione in piena regola.

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caro O., – .
il documento che mi mandi è molto interessante (lo sapevamo già): capisco meno la forma di certificato del medico di base, ma è oggettivamente una cosa che sa purtroppo di prima guerra mondiale… – .
mi autorizzi a parlarne nel blog, vero?
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Pubblicalo pure se pensi che possa servire, ma ovviamente non allarmiamo nessuno.
Hanno detto che era una semplice coincidenza che l’abbiano fatto solo ora
😀
In pratica è un certificato che bisognerebbe far prima. In realtà è una specie di censimento.
Penso che difendere il paese era richiesto anche prima di questo certificato.
Però ovviamente noi non siamo ucraini e “difendere” non è certo la parola giusta dopo avere stuzzicato o attaccato l’avversario che risponde.

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ma, prima ancora che io possa rispondergli. arrivano nuove notizie.

Ciao Mauro, – Ti aggiorno sulla situazione a Est. Pare che in Romania abbiamo cancellato i debiti di un po’ di aziende che si occupano di armamenti o comunque industria metallurgica.
Ma lasciamo da parte i venti di guerra…

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ciao …, – grazie prima di tutto delle ulteriori notizie; possono essere solo precauzioni e non indicare scelte già fatte, ma gettano un bel po’ d’acqua fredda sul mio relativo ottimismo. – che naturalmente regge solamente se io stesso mi dimentico del mio pessimismo sulla situazione economica mondiale.
può darsi che la crisi stessa sia così profonda e irreversibile (come io stesso da tempo sostengo) che la guerra appare ai leader come l’ultima via d’uscita, prima che la gente capisca qualcosa di come stano le cose, e per impedirglielo…
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per chi non lo ricordasse, la Romania fa parte dell’Unione Europea…”

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commenti al post:

ellagadda 15 Maggio 2014 alle 23:06
L‘industria pesante è quella preferita dalle politiche economiche per superare tutte le crisi.
È una testimonianza interessante e preoccupante al tempo stesso, spero continuerai a renderci partecipi, augurandoci non si giunga al peggio.
Un saluto a te e al tuo giovane amico
🙂

bortocal 16 Maggio 2014 alle 15:10
cara ella, – noi stiamo qui a discutere, a pochi giorni dalle elezioni europee, dove un tema manca completamente in Italia, e sarebbe giusto quello delle relazioni con la Russia. – siccome siamo in democrazia, non sarebbe importante che le forze politiche ci dicessero prima di tutto se ritengono che debba esserci una politica europea comune su questo tema? e poi se ritengono che si debba sfidare il rischio di una guerra con la Russia stessa come avvenuto negli anni scorsi nei Balcani per interposta Serbia e poi per interposta Siria? – come non vedere che la vicenda ucraina è una (maldestra) reazione al fallito attacco americano e occidentale al regime pro-russo di Assad? (comunque si voglia giudicare questo regime…). – ma, siccome non siamo in una vera democrazia, e del resto il popolo bue neppure la vuole, avanti con questa campagna elettorale barzelletta!

ellagadda 16 Maggio 2014 alle 18:38
La tensione mondiale era una delle obiezioni che ho fatto al candidato di cui ti ho accennato. Lui sostiene che l’Europa sia la prima potenza economica, a me è venuto da ridere ma mi sono limitata a chiedergli come mai allora, secondo lui, la partita dell’Ucraina si giochi interamente fra Russia e America, e non fra le nazioni europee (nonostante la questione sia, apparentemente, europea). La Siria non l’ho proprio messa in mezzo, perché figuriamoci.
Ma che dobbiamo fare, siamo italiani e ci basta poter fare la spesa al supermercato, magari regalandoci con i punti coop una bella vacanza.

ellagadda 16 Maggio 2014 alle 18:44
(la Siria e quindi Turchia e Israele, ho perso un pezzetto di commento)

bortocal 16 Maggio 2014 alle 21:48
vedo che l’internet cafè tedesco, che sembrava tanto più efficiente, alla prova dei fatti non ha spedito il commento (pur facendo finta di farlo), e allora riprovo da casa con la mia connessione incerta… – la prima potenza economica mondiale, in termini di produzione assoluta, sembra che sia da quest’anno la Cina, grazie alla compattezza di un impero che è tre volte l’Unione Europea. – questa mantiene, mi pare, ancora il primato mondiale dell’inter-scambio. – ma è troppo disgregata: se teniamo conto che abbiamo quasi una trentina di diversi ministri degli Esteri, c’è da domandarsi come possa nascere una politica estera comune europea.

bortocal 16 Maggio 2014 alle 21:50
in effetti, pur di contrastare la Russia attaccando la Siria, l’America favorisce le rinnovate ambizioni imperiali della Turchia e Israele (ma questa non è una novità).

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e qui si interruppe malamente, purtroppo, questo scambio di commenti, reso difficile sia dal malfunzionamento dell’internet cafè tedesco che usavo, in quei giorni in cui mi trovavo di passaggio in Germania, sia dalla cattiva cronica distribuzione dei commenti da parte di wordpress.

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la conclusione che posso ricavare oggi, ripubblicando queste riflessioni dieci anni dopo, è che indubbiamente nessuno era veramente pronto dieci anni fa ad affrontare una guerra vasta e di lunga durata.

neppure l’Occidente, che pure aveva appena assestato alla Russia un colpo molto forte col colpo di stato, detto di Maidan, in Ucraina, dopo la guerra alla Serbia di 15 anni prima.

ma vi era giunto abbastanza impreparato, forse presumendo troppo della propria superiorità e contando di riuscire a proseguire l’avanzata progressiva e la conquista dell’Est Europa avviata dal 1989.

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comunque risulta evidente oggi che la decisione strategica della guerra attuale alla Russia era già stata presa dieci anni fa, anche se non c’erano allora le condizioni ancora per tradurla in guerra aperta.

la mia convinzione è che queste condizioni non c’erano neppure due anni fa e non ci sono tantomeno oggi, come sta diventando sempre più tragicamente evidente.

ma, secondo me, i gruppi dirigenti occidentali attuali sono troppo stupidi e privi di una visione strategica globale adeguata, o troppo condizionati da interessi particolari molto parziali, per accorgersene.

3 commenti

  1. Tutto molto vago.

    Quel modulo sembra un residuato del 900 come fai notare e raccoglie informazioni molto sommarie. Per una raccolta dati seria mi aspetterei almeno un’app.

    La cancellazione dei debiti all’industria delle armi? Di solito gli armieri prosperano e non hanno debiti. Debiti poi verso chi? Le banche? E loro sono d’accordo? Se è così si avranno ripercussioni su tutte le borse europee. Con la nazione sul piede di guerra i titoli di stato rumeni dovrebbero crollare e invece li vedo apprezzati.

    Spero che il tuo amico sia maleinformato.

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    • carissimo, ti sfugge l’essenziale, o forse non l’ho messo abbastanza bene in rilievo io: questo è un post di dieci anni fa!
      certamente allora le industrie delle armi potevano anche essere in crisi. ma non lo sono certamente oggi, che hanno trovato il rimedio!

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    • adesso ho corretto un poco l’introduzione, e spero che sia più chiara la distinzione fra il post – ricopiato – di dieci anni fa, e le conclusioni, con le mie considerazioni attuali…. 😉

      tra parentesi, l’amico romeno ha rotto i rapporti con me due anni fa, quando gli ho detto, in modo forse troppo diretto, che le sue paure sulla guerra che la Romania si trovava ai confini erano eccessive, secondo me…

      tra l’altro lui non ha mai voluto prendere la cittadinanza italiana, e in caso di guerra fra Romania e Russia non so bene in che situazione si verrebbe a trovare…

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