GDF11, i succhia-sangue. racconto di fantascienza – reblog 21 maggio 2014

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ancora una volta ripubblico un post di dieci anni fa.

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questo è un racconto di fantascienza: ma perché mai la fantascienza non usa il futuro come tempo della narrazione?

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a Davos nell’incontro annuale 2015 dei big del mondo si è tenuta (si terrà) una sessione segreta, anzi veramente clandestina.

il titolo, da non rivelare ai giornalisti, era (sarà) “La senescenza nell’esercizio del potere”; forse per questo, in caso di fuga di notizie, non avrebbe dovuto meravigliare che fra i relatori fossero stati chiamati alcuni biologi e ricercatori, alcuni anche molto giovani.

per una strana coincidenza, emblematica della situazione della ricerca in Italia, i tre relatori erano tutti italiani impegnati all’estero: Massimiliano Cerletti, dell’University College di London; Ermelinda Porpiglia della Standford University; Francesco Loffredo, dell’Harvard Stemcell Institute di Boston; si aggiungeva (aggiungerà) un giornalista, Davide Patitucci, che gestiva la divulgazione scientifica in un importante quotidiano, sempre italiano.

ma che cosa avevano da dire di tanto importante a questa raccolta di soloni, dall’età media fra i settanta e gli ottant’anni, questi giovani topi di laboratorio?

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introdusse (introdurrà) l’incontro addirittura Soros in persona, il protagonista indiscusso e l’ideatore di questo forum annuale mondiale, oramai quasi venerabile per l’età e il candore porcellanato dell’aspetto fisico.

e la sua domanda sarà diretta ed esplicita, direi addirittura brutale, pur se pronunciata con una voce che gli anni stavano rendendo diafana e quasi femminea:

“Voi sapete che l’esperienza e la professionalità necessarie per una gestione corretta di problemi complessi esige che gli uomini preposti alla gestione di grandi sistemi, e intendo sia quelli economici che politici, abbiano l’esperienza che può essere data solo dall’età; ma nello stesso tempo non è necessario che spieghi a voi quali siano i problemi connessi all’invecchiamento nel loro duplice aspetto: e intendo quello fisico, nel quale faccio rientrare anche la complessiva diminuzione di efficienza del cervello, sia quelli psicologici connessi ad una generale demotivazione che viene a crearsi proprio per la coscienza di questa inefficienza crescente.

Questo determina il fatto che il mondo è sempre di più governato da grandi vecchi privi dell’entusiasmo e dello slancio necessario per scelte innovative; e questo, della mancanza di innovazioni sostanziali, è un problema che in tutta evidenza pesa terribilmente sulla situazione mondiale attuale.

Tutti siamo abituati a pensare che la soluzione potrebbe essere data da menti giovani preposte alle decisioni fondamentali con un bagaglio di esperienze personali già molto forte.

Oppure possiamo pensare, al contrario, che sia possibile avere degli anziani, con tutto il loro quadro intatto di vissuto alle spalle, che tuttavia siano dotati di un fisico e di un cervello giovanili?

No, non sto pensando al strane forme di trapianto cerebrale e neppure alla costruzione di ricche banche dati esterne, ricavate dalla mente di manager che si avvicinano al trapasso e travasate in grandi archivi digitali consultabili da giovani successori; sto pensando a qualcosa di più intimo e profondo, che si colleghi direttamente alla base biologica del vissuto.

E questa idea mi è venuta da quel che ho letto delle vostre ricerche: potete illustrarcele?”

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parlerà per primo il più anziano del gruppo, il Loffredo:

“Le patologie legate all’invecchiamento rappresentano una delle principali sfide per la medicina del futuro, considerando che la popolazione anziana è in continuo aumento.

Il fatto che il processo di senescenza di alcuni tessuti possa essere regolato da sostanze naturali circolanti nel sangue, come dimostrato dai nostri studi e altri correlati, è una novità importante”.

prudente e baronale, non vorrà dire di più, nonostante i segni evidente di nervosismo di Soros, che gli aveva dato la parola e che non riuscì adesso a trattenere la sua:

e cioè, professore?

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i miei colleghi più giovani potranno dirLe di più, si limiterà a replicare Loffredo, e a nessuno poteva sfuggire il doppio fondo ironico della frase, che farà borbottare Soros.

sarà femminilmente più concreta la Porpiglia:

“Confrontando le cellule nei muscoli di topi giovani e adulti abbiamo scoperto che in questi ultimi due terzi delle staminali non funzionano più in modo corretto.

In questo modo siamo riusciti a identificare e superare un difetto legato proprio all’invecchiamento delle cellule”.

parlerà Cerletti, allora:

“Durante l’invecchiamento si assiste a un rallentamento della riparazione dei tessuti a causa proprio di un’alterata funzionalità delle staminali e a una diminuzione dei fattori di rigenerazione. Ma nel sangue sono presenti parecchi fattori che hanno la capacità di aumentare l’attività rigenerativa dei tessuti.

Alcuni di essi sono già stati identificati, ma il GDF11 è uno dei primi di cui è stato approfondito l’effetto.

La versione umana di questo fattore proteico esiste.

I risultati degli ultimi studi sono importanti perché possono portare, non solo allo sviluppo di farmaci contro l’invecchiamento, e quindi alla possibilità di rallentarne il processo, ma anche aprire nuovi scenari per applicazioni e studi terapeutici per le patologie neurodegenerative”.

e questo permetterà a Loffredo di riprendere la parola:

“La scoperta che questo fattore di crescita agisce su tessuti diversi da quello cardiaco è stata una grossa sorpresa.

Il grande interesse suscitato dai risultati di queste ricerche è dovuto anche alla possibilità di cambiare gli effetti dell’invecchiamento di un tessuto attraverso una modifica dello stato di senescenza delle cellule staminali già presenti nell’individuo, piuttosto che tramite il trasferimento di cellule provenienti da un altro organismo più giovane.

È facile immaginare come questo possa risolvere molti dei problemi etici e biologici legati proprio all’uso delle staminali.

Tuttavia, restano ancora tante le cose che non conosciamo: su tutte come mai negli individui più adulti decrescono i livelli di questa proteina, il suo preciso meccanismo d’azione e, soprattutto, i suoi effetti a lungo termine sull’organismo”.

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neppure questo secondo intervento di Loffredo risulterò gradito a Soros che, con una punta di ben visibile impazienza, chiederà allora al giornalista di sintetizzare in maniera più comprensibile i risultati di queste ricerche.

dirà Patitucci:

Il sangue di un organismo giovane può rallentare l’invecchiamento in un adulto, con effetto rigenerante su muscoli, cuore e cervello. Una sorta di fonte della giovinezza, dalla quale però in questo caso non zampillerebbe acqua.

“Ma può un semplice trasferimento di sangue invertire, o perlomeno rallentare, le lancette dell’orologio biologico?

Secondo gli esperti, che da anni studiano le proprietà terapeutiche del sangue giovane, non solo è possibile, ma esiste già un primo indiziato del fenomeno.

Il principale candidato al ruolo di possibile elisir di giovinezza è una proteina del plasma, un fattore di crescita noto come GDF11 (Growth Differentiation Factor 11), in grado, secondo gli scienziati, di rivitalizzare le cellule staminali dell’ospite, inducendole a rimpiazzare quelle logorate dal tempo.

Un effetto ringiovanente che, come dimostrano proprio le ultime ricerche, è piuttosto diffuso. Coinvolge, infatti, non solo il tessuto cardiaco ma anche quello muscolare e nervoso.

La ricetta è in apparenza semplice. Basta iniettare in topolini vecchi di due anni, all’incirca pari ai 70 di vita di un essere umano, sangue di animali di un paio di mesi di età, per vederli riacquistare la vitalità perduta e tornare a correre attorno alle ruote senza stancarsi”.

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un mormorio nervoso si diffonderà nella sala e questo permetterà a bbb di inserirsi per una rapida battuta: Detto così, può sembrare un po’ macabro e richiamare alla mente note pellicole sui vampiri.

replicherà il giornalista:

Certo, questo avviene proprio a scapito dei topolini più giovani che, invece, in seguito al salasso manifestano un peggioramento delle proprie attività motorie.

Ma gli effetti rigeneranti non si limitano ai soli muscoli.

Dopo aver iniettato il singolo fattore di crescita, isolato dal plasma, in topolini adulti ogni giorno per un mese, i ricercatori di Harvard hanno riscontrato un aumento del 50% del volume dei vasi sanguigni del cervello e un incremento del numero di staminali cerebrali del 29%, a beneficio soprattutto dell’area subventricolare, quella deputata all’olfatto.

Il gruppo di Stanford si è concentrato sugli effetti positivi nel cervello e, dopo otto iniezioni di plasma di un topolino di tre mesi ha osservato negli animali di 18 mesi di vita un aumento del 20% dei dendriti, le propaggini che consentono ai neuroni di creare connessioni multiple con le cellule circostanti.

Il risultato è stato un miglioramento delle capacità cognitive degli animali adulti, i cui cervelli appaiono come ricaricati dal sangue fresco, in particolare nella regione dell’ippocampo, sede dei processi di memorizzazione e delle emozioni, la stessa severamente colpita dall’Alzheimer.

chiederà Soros, con una specie di ansia nella voce: ma è davvero così?

risponderà la Porpiglia che, dopo i risultati positivi osservati sull’ippocampo, dalla fine del 2014 sono già cominciati i primi test clinici sull’uomo, iniettando plasma di giovani donatori in buona salute in alcuni individui malati di Alzheimer.

e i risultati? (domanda ancora di Soros).

non sono stati ancora pubblicati – risponderà con una vena di malizia sadica la Porpiglia.

riprenderà allora la parola Loffredo nel suo ruolo oramai riconosciuto di coordinatore e portavoce del gruppo:

“Parlare di elisir di giovinezza è, secondo me, ancora prematuro. Tuttavia, i risvolti terapeutici potenziali di queste scoperte sono indubbiamente enormi, soprattutto se consideriamo che per patologie come alcuni scompensi cardiaci o neurodegenerative al momento non esistono terapie efficaci.

Chiaramente occorreranno anni prima di avere una terapia che possa essere applicata all’uomo. Ci vorrà ancora tanta ricerca ma io sono molto ottimista”.

su queste parole la seduta fu sciolta: era stata anche più breve del previsto: ma quanto interessante!

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nel salotto nel quale Soros con alcuni amici più stretti, in prevalenza coetanei, attenderà l’annuncio del pranzo, il vecchio che aveva più volte deciso, senza neppure apparire, il destino di intere nazioni, parlerà:

Immaginiamo per un momento, amici, che questi studi, sottoposti a smentita ed errore come tutte le ricerche e gli esperimenti scientifici, si concludano davvero nel senso che questi scienziati si augurano; immaginiamo anche che occorra anche un po’ di meno del decennio di ricerche circa di cui si parlava (questo potrebbe dipendere da noi e da quanto siamo disposti ad investire in questa ricerca).

in questo caso non potrebbero certo sfuggirci le implicazioni di più vasta portata di una scoperta simile.

voi sapete che stiamo tutti soffrendo orribilmente sotto il peso della sovrappopolazione e che l’esistenza stessa del pianeta è messa in discussione dall’incontrollabile proliferare di una umanità ampiamente , altro che a consumare.

ma questa stessa giustificazione un poco bizzarra dell’esistenza degli infelici molti è resa nulla dalla loro povertà crescente che impedisce loro di consumare in modo socialmente utile, cioè commercialmente parlando.

del resto siamo noi che stiamo saggiamente concentrando nelle nostre mani una parte crescente della ricchezza prodotta, in modo da evitare che essa possa essere distribuita fra la popolazione universale; e lo facciamo per la salvezza di tutti: per distoglierli dal moltiplicarsi ancora e lo facciamo con la potenza della dissuasione che deriva dall’essere ridotti in condizioni prossime a quelle della morte per fame…

eppure nemmeno questi provvedimenti estremi, la decisione di provare a rallentare la crescita mondiale con la crisi economica più grave della storia, la diffusione di un pessimismo di massa rispetto al futuro, la disoccupazione imposta a quasi la metà della popolazione giovanile mondiale, distoglie queste masse inutili dal riprodursi, procreare e moltiplicarsi.

tanto che, come voi ben sapete e quasi voi soltanto, perché non è bene che loro sappiano che cosa li attende, non mancano i politici disperati che non vedono altra soluzione che la diffusione di qualche virus epidemico che risolva alla radice il problema (ma questa soluzione non risulta accettabile per l’eccessiva casualità nella scelta delle vittime e il rischio di un contagio mortale esteso anche a noi – allo stato attuale non disponiamo ancora di antidoti certi che, distribuiti a una parte soltanto della popolazione, permettano di concentrare la selezione operata dalla malattia sull’altra parte lasciata indifesa.

altri pensano, come soluzione estrema, alla ripresa di qualche guerra su larga scala: ma anche questo lascia perplessi ed induce a considerare questa soluzione come estremo rimedio: non siamo infatti sicuri di riuscire a governare un massacro che sarebbe il maggiore della storia e dovrebbe riguardare centinaia di milioni, forse un paio di miliardi.

ma in queste ricerche io vedo la via originale per un nuovo equilibrio sociale…

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a grandi linea i commensali in attesa avevano già capito che cosa voleva dire Soros, ma nessuno lo fermò per dirgli che ulteriori spiegazioni erano inutili.

così Soros continuò, forse in modo alquanto inopportuno, cioè appunto senile:

Capisco che sto chiedendovi uno sforzo di fantasia audace, ma immaginiamo invece una organizzazione sociale del tutto nuova, come del resto è resa possibile dalle straordinarie innovazioni tecnologiche del presente.

Si tratta di immaginare che una parte della popolazione umana, quella più miserabile economicamente e quindi anche intellettualmente, venga tenuta in vita esclusivamente in funzione della parte creativa, operosa, quella che produce tutto ciò che rende l’umanità grande…: noi, insomma: e immagino capiate di che “noi” intendo parlare.

Questa parte andrà individuata con criteri ben precisi, che permettano di distinguerla nettamente dalla restante, di modo che questa non possa sentirsi minacciata dal subire o stesso trattamento; e la selezione attraverso un fattore razziale potrebbe essere la più funzionale per uno scopo simile.

Una soluzione differente, che gratificherebbe molto l’opinione pubblica, potrebbe essere quella di prevedere questa specie di corvè della donazione di sangue come pena sussidiaria per certi tipi di reati, nel caso non si riuscisse a promuovere una adesione spontanea all’iniziativa.

Non ci sarà bisogno di imprigionarli per ottenere da questo gruppo la collaborazione: saranno talmente privi di tutto e le donazioni di sangue così ben ricompensate che loro stessi accorreranno numerosi quasi a disputarsi il privilegio di regalarci il loro sangue per permetterci di non invecchiare, oppure di invecchiare ad un ritmo molto ridotto, che ci faccia restare attivi e vigili per molto tempo con la ricchezza del nostro vissuto.

Questo in attesa di trovare qualche modo di produrre artificialmente il fattore che nel sangue presiede alla giovinezza.

La debilitazione prodotta dalle trasfusioni potrebbe peraltro ottenere parallelamente la riduzione auspicata della fertilità e rendere molto più rischiosa la riproduzione in questa fascia della popolazione, consentendoci di raggiungere un complessivo miglioramento delle condizioni del funzionamento della società umana.

Nello stesso tempo daremmo un risposta alle attese di quelle organizzazioni religiose che si oppongono per motivi morali agli esperimenti sugli embrioni, considerandoli esseri umani competi e senzienti.

Che ne dite amici?

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nel circolo ci sarà in realtà uno che vorrà rispondere a Soros che perfino la Chiesa avrebbe potuto trovarsi in imbarazzo a difendere questa nuova pratica sociale, se non si fosse trovato qualche motivo etico per imporla, come con la pena di morte; e dunque era per la seconda opzione, a base etica, piuttosto che per la prima, a base razziale.

ma proprio in quel momento due camerieri in livrea rossa si affacceranno al salotto per comunicare che il pranzo era servito, e tutti si alzeranno immediatamente.

così che rimarranno entrambe senza risposta sia la domanda di Soros sia l’obiezione che resterà soltanto inespressa a fior di labbra.

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un momento: questo non è un racconto di fantascienza, o almeno non lo è del tutto; forse vi ho ingannato.

solo l’ambientazione a Davos fra un anno e il personaggio di Soros qui sopra sono completamente di fantasia (le mie scuse al grande vecchio).

ma non solo gli scienziati e il giornalista sono tutti reali, nonostante i loro nomi a volte francamente improbabili tanto sono romanzeschi, ma tutte le loro dichiarazioni virgolettate in corsivo/neretto sono costruite attraverso montaggi di quanto pubblicato come autentico dalla stampa.

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Vincenza Sindona Porpiglia 3 giugno 2017 alle 1:52
Sono veramente orgogliosa e fiera di questi tre ricercatori che dedicano la loro vita per il bene dell’umanità! Tra questi c’è anche mia figlia che ha lasciato l’Italia 15 anni fa e che lavora alacremente senza risparmiarsi perché il suo lavoro lo fa con passione!

bortocal15 3 giugno 2017 alle 9:13
che bello! complimenti. – sono le meraviglie dell’informatica e del blog, queste: che ci si incontra, per un post scritto tre anni fa. – e in questo modo si viene anche a sapere, da fonte diretta, che queste ricerche fondamentali continuano, e grazie al lavoro di persone splendide, che esistono ancora. – bello sarebbe sapere anche qualcosa di più sui risultati, anche per un blogger come me che l’anno prossimo compirà o compirebbe settant’anni.

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