la Segre e la bestemmia del genocidio.

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Liliana Segre, senatrice a vita, dichiara che accusare Israele di genocidio è una bestemmia.

attenti alle parole e al loro significato.

lo dice a ridosso della richiesta del Procuratore Generale della Corte dell’Aja di arresto per i due principali esponenti del governo israeliano, ed è una stupidaggine due volte, con tutto il rispetto dovuto alla vita della senatrice e alle sofferenze che ha subito, in quanto ebrea.

ma alla sua età può anche stra-parlare un poco, purché gli altri se ne accorgano.

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è stupidaggine, prima di tutto perché la Corte dell’Aja non ha accusato lo stato di Israele, in quanto tale, ma soltanto il suo capo del governo e il suo ministro della Difesa; questa Corte ha competenza soltanto sugli individui e non sigli stati.

e poi perché non li ha affatto accusati di genocidio (lo osservavo, per inciso, anche ieri), ma di crimini di guerra e contro l’umanità. https://comma22corpus.wordpress.com/2024/05/20/i-crimini-di-guerra-dello-stato-di-israele-secondo-il-procuratore-generale-della-corte-di-giustizia-internazionale-dellaja/

ma la bestialità più grossa pronunciata dalla senatrice Segre è nella parola bestemmia.

poteva dire calunnia, e spiegarci perché, nel concreto, possibilmente, e dati alla mano.

poteva perfino dirsi offesa, senza argomentare altro, e buttare la palla in tribuna, come è di moda adesso da noi (ma allora avrebbe dovuto ricordarsi di essere una senatrice dello stato italiano e di quello di Israele, perché gli italiani non sono colpiti in alcun modo da un’offesa eventuale recata al capo di uno stato estero).

poteva persino dire che è una vergogna, come ha fatto Biden, buttando la maschera e chiarendo bene che il suo governo è a fianco dei massacri di Israele a Gaza e altrove contro i palestinesi.

poteva citare l’accusato Netanyhau e dire che è addirittura un crimine storico (figuriamoci).

invece ha parlato di bestemmia, tirando in ballo la violazione di qualcosa di sacro e divino.

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ma ?che cosa di sacro è stato violato?

e qui bisogna dirlo, purtroppo, e pazienza se ci diranno antisemiti: per chi aderisce alla religione ebraica, è sacro il popolo ebraico in se stesso, in quanto popolo eletto e prediletto dal suo Dio, che poi col tempo, da un dio fra i tanti del panteon del politeismo originario, ha addirittura preteso di essere l’unico, Jhavé, Colui che E’.

ma, a proposito di questo Dio, cioè di questa idea di Dio, se chi dichiara di credere nella Bibbia, la leggesse davvero, almeno con l’attenzione che dedica ai suoi estratti conto bancari, resterebbe inorridito, immagino, a meno di non essere ebreo.

perché il Dio degli ebrei considera la vendetta il più perfetto comportamento morale, anzi vuole che sia addirittura un dovere, col suo famoso Occhio per occhio, dente per dente.

ad esempio, io ho letto la Bibbia ebraica a sedici anni e questo è stato determinante per farmi perdere definitivamente la fede cattolica già vacillante.

perché il Dio degli ebrei incita il suo popolo al genocidio dei nemici e benedice chi sfracellerà sui sassi la testa dei bambini nemici: dovere morale che, come si vede, gli ebrei di Palestina praticano scrupolosamente tuttora, se sono dei credenti osservanti della lettera del testo (ma non tutti lo sono, per fortuna).

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non si capisce quello che succede in Palestina da ottant’anni a questa parte, se non si tiene conto che gli ebrei credenti sono educati a considerare sacre queste nefandezze, che nelle loro sinagoghe si leggono tuttora senza disgusto i salmi che predicano queste cose, che per loro vendicarsi di un massacro subito è doveroso.

perché, per l’ebreo osservante della lettera del suo testo sacro, è una bestemmia contro Dio il genocidio praticato su di lui, ma non il genocidio praticato da lui contro altri.

ovviamente non tutto l’ebraismo può essere ridotto a questo e la maggior parte degli ebrei nel mondo aborre da queste cose, ed è razzista chi pensa che automaticamente ogni ebreo ci creda e trascurare altre bellezze, invece, della cultura ebraica.

tuttavia questa lettura dell’ebraismo è possibile e la senatrice Segre ne sembra condizionata, almeno in parte, per l’uso di quella parola.

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ma devo aggiungere ancora qualcosa: non meraviglia che al momento vero della separazione definitiva del cristianesimo dall’ebraismo, cioè all’inizio del secondo secolo, Marcione dichiarasse la Bibbia ebraica opera del diavolo e proponesse di rifiutarla, per la sua radicale incompatibilità col messaggio di Jeshuu che contrapponeva invece l’etica del perdono e del porgere l’altra guancia, almeno se questi atteggiamenti venivano proposti verso l’intera umanità e non soltanto come valori da rispettare all’interno del gruppo dei credenti.

ma i gruppi dirigenti del cristianesimo nascente rifiutarono questa prospettiva, forse anche semplicemente per opportunismo, cioè per non alienarsi la possibile adesione di convertiti ebrei, ai quali non si poteva certo dire che tutto quello cui avevano creduto fino a quel momento era perverso e demoniaco.

così Marcione fu dichiarato eretico ed espulso e divenne capo di una piccola chiesa cristiana alternativa tutta sua, mentre il cristianesimo trionfante, quello che divenne due secoli dopo l’ultimo pilastro dell’impero romano in rovina, divenne la religione che santifica al tempo stesso la vendetta e il perdono, li considera doverosi entrambi e richiesti da Dio, a seconda che si legga l’Antico o il Nuovo Testamento.

stabilì con questo, fin dalle sue origini, di essere una religione priva di una ben definita morale, ma esposta ad ogni giravolta opportunista nella storia, come in effetti è stato.

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fine della digressione, e ritorno al punto centrale.

la moda invalsa da decenni (ha coinvolto a lungo anche me) è quella dello sdegno periodico ripetuto per le stupidaggini che vengono dai leader della destra ed è diventato uno sport progressista nazionale ripetersi, scuotendo la testa, ridendone su o contestandole, le incredibili fesserie che uscivano una volta dalla bocca di Berlusconi, ed oggi dai vari Lollobrigida e simili.

piantiamola: non abbiamo ancora capito (anche io ci ho messo due decenni ad arrivarci) che si tratta di una precisa tecnica di governo:

gli elettori di destra non si scandalizzano per le stupidaggini dette dai loro leader: o non le riconoscono affatto come fesserie, perché non ci arrivano, oppure non vogliono farlo, perché gli pace sentirsele dire.

le reazioni ovviamente scandalizzate delle persone pensanti le mettono nel conto dell’ostilità preconcetta, perché in genere non ne capiscono neppure le ragioni, e quindi alla fine in questo modo si consolida proprio l’adesione comune alla stupidità ascoltata, che diventa anzi un elemento identitario.

per questo motivo faremmo bene ad occuparci, piuttosto, delle stupidaggini che vengono dette dall’altra parte, meno frequenti e meno facili da riconoscere.

quella detta stavolta dalla senatrice Segre, anzi queste tre stupidaggini in un colpo solo, sono fra queste.

2 commenti

  1. Come non darti ragione di ciò? L’unica attenuante che riesco ad immaginare per la Segre è che la frase possa essere stata estrapolata da un contesto e da un discorso che le atteibuiva una accezione ben diversa.

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