il limite ai pagamenti elettronici e la stupidità come arma politica – 501

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le prove della perfetta stupidità personale dei ministri di questo governo hanno cominciato a moltiplicarsi in modo tale, che comincio a chiedermi se non si tratti di una strategia politica.

lasciamo pure perdere che in un caso, il già sopravvalutato Salvini, si tratta di una irresistibile vocazione personale.

in un altro caso, Giorgetti, dipende dal fatto che, diventando ministro, ha dovuto cominciare a parlare prima riusciva a farsi passare per una persona intelligente, stando sempre zitto.

il tema più recente di queste esternazioni balorde è lo stesso: il tetto per i pagamenti in contanti; ma il catalogo è ben più ampio e non lo allargo solo per i motivi che dirò in fondo.

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POS: sia ben chiaro che il relativo tetto vale soltanto per il venditore o prestatore di servizi, non per l’acquirente: il contante non è ancora fuori legge.

l’acquirente ha sempre il diritto di pagare con la carta moneta; è il commerciante che oggi ha l’obbligo di fargli usare il bancomat per i pagamenti sopra i 30 euro.

il limite, anzi, è stupido, dal punto di vista del cliente, che dovrebbe avere garantita la libertà di pagare con la carta qualunque sia l’importo, ma forse perfino da quello del venditore, se non se ne serve per evadere le tasse.

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ma ecco le frasi sconnesse di Salvini: Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole.

lasciamo perdere la liberalità di Salvini verso l’immigrazione, e restiamo in tema: ma allora, appunto per questo, il venditore deve essere obbligato SEMPRE ad accettare il pagamento elettronico, qualunque sia l’importo.

ma, aggiunge Salvini: Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle.

alla faccia del liberale!

e perché mai? il pagamento elettronico di piccoli importi, per i quali neppure occorre digitare il PIN, è comodissimo per tutti, sia per chi compera, sia per chi riscuote: libera dall’obbligo di cercare spiccioli e calcolare resti, ed è un’operazione istantanea.

personalmente ho rifiutato di ricorrere al bancomat al supermercato come scelta politica di protesta, quando ci collegavano la lotteria degli scontrini e addirittura un rimborso parziale della spesa: decidessero piuttosto di rendere detraibile l’IVA se vogliono davvero contrastare l’evasione. ma ora che diventa una scelta politica usarlo, ecco che ne scopro le comodità e le sfrutto.

Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat.

e se a me, invece non piace?

cerco di andarci il meno possibile, sia perché su quello che ho a due km da casa devo pagare le commissioni, sia perché quello della mia banca, dove il prelievo è gratuito, è a 15 km da casa.

e poi le commissioni bancarie si pagano, semmai, col prelievo bancomat, non con i pagamenti diretti col medesimo.

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Giorgetti invece consiglia di cambiare ristorante, se quello da cui andiamo di solito rifiuta il pagamento elettronico:

come se il ristorante lo scegliessimo per come si paga e non per come si mangia.

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si potrebbe perfino aggiungere che l’impegno a favorire i pagamenti elettronici è stato assunto con l’Unione Europea come condizione per riceverne i fondi, per cui una retromarcia è ancora più inopportuna.

ma è inutile insistere, su una misura che sembra fatta apposta per i tassisti e affini, che si fanno pagare in nero, mi pare.

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ma il vero problema è che queste sparate grottesche sono probabilmente fatte proprio per creare scandalo e fare rumore attorno ai nomi di chi le fa, che ne ha altri per far parlare di sé, in positivo.

trent’anni di Berlusconi e poi una decina o quasi di Trump dovrebbero averci definitivamente smaliziato.

l’esibizione della stupidità è una precisa tecnica di governo.

è anzi l’abc della politica della democrazia parlamentare: perché gli stupidi sono molto più numerosi degli intelligenti, e se vuoi vincere le elezioni devi avere il loro voto.

più facile averlo, mostrandosi fatti della stessa pasta.

per cui la democrazia parlamentare ha in se stessa il germe stesso della decadenza politica, una specie di legge dell’entropia della politica, perché porta alla vittoria all’inizio alcuni intelligenti che fingono di essere stupidi, ma sulla lunga distanza segna il trionfo degli stupidi autentici.

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ma allora, come reagire alla stupidità come arma politica?

guardatela bene, nella sua tecnica win-win.

se ne parli e la sottolinei, contribuisci a diffonderla presso coloro che neppure capiscono che la stupidità è stupida.

anzi, sarà facile presentare presso gli stupidi la tua critica come una manifestazione d’odio, che aumenta la solidarietà per l’aggredito.

ma se non ne parli, le lasci via completamente libera e quasi quasi contribuisci a farla diventare senso comune.

e allora, che fare?

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5 commenti

  1. Il problema del POS è quello delle commissioni che gli esercenti devono pagare sulle transazioni. Se fosse gratuito, almeno sui piccoli importi, ci sarebbero meno resistenze. A me anni fa successe il contrario, a Goteborg: in un centro commerciale accettavano solo carte di credito, e rifiutavano i contanti… tra l’altro mi pare che ormai si stavano abituando tutti ad accettare le carte se volevano lavorare, quindi questo innalzamento non mi pare abbia molto senso. Comunque ripeto, se le commissioni fossero più basse, non ci sarebbero questi problemi. Anche se forse di questi tempi un gruzzoletto in contanti è meglio tenerlo…

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    • eh già, lo abbiamo capito tutti che il problema per loro è questo, e forse il governo, qualunque governo, dovrebbe imporre alle banche commissioni zero per questo, o comunque un forfettario annuale simbolico.
      ma abbiamo capito anche che a Salvini l’unica libertà che interessa è quella di chi, evitando il POS, si fa pagare in nero. perché questo è un caso evidente in cui la libertà del tassista, per dire, di farsi pagare in contanti si scontra con quella del cliente din pagarlo più comodamente con la tessera.

      leggo che il capo di Unicredit non è contento del suo compenso di 6,7 milioni annui: sono l’equivalente di 670mila commissioni a 10 euro.

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    • Ma non è vero, le commissioni per i commercianti sono bassissime, praticamente irrisorie, non superiori ai rischi e ai costi del contante(che non è gratis, spese di trasporto e assicurazioni furto che coprono il contante non sono gratis ). Non abbocchiamo alla propaganda!

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        • Esatto, anche perché per le micro-transazioni(entro i 10 euro) tramite POS quasi tutte le banche offrono zero commissioni, e per cifre maggiori le commissioni sono mediamente inferiori al 2% (oppure c’è un canone mensile senza commissioni), e si abbassano ulteriormente all’aumentare della singola transazione(per un acquisto da migliaia di euro sono meno dell’1%). Se ci conti il bonus POS, attraverso cui lo stato rimborsa il 30% delle commissioni per le partite iva fino a un certo fatturato(mi pare fino a 400mila euro), il costo per i piccoli commercianti mi pare sostenibilissimo. Un commerciante/professionista onesto dovrebbe addirittura preferirlo il pagamento tramite POS, considerando che avere pochi contanti in cassa riduce il rischio di rapine e annulla il rischio di ricevere banconote false!

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