Gorizia, la maledetta, è oggi in Ucraina – 240

per la seconda volta mi chiedo: come sta andando la controffensiva ucraina nel Donbass?

me l’ero chiesto già sei giorni fa, con questo post, https://comma22corpus.wordpress.com/2023/06/11/come-sta-andando-la-controffensiva-ucraina-234/, scritto, quando era cominciata da qualche giorno.

quindi ne sono passati almeno una decina, dal suo inizio, e al momento grandi avanzate ucraine non si sono viste.

ma facciamo pure conto che i dati comunicati dagli ucraini stessi siano veri, e non inficiati dalle esigenze della propaganda bellica: dichiarano che sono stati conquistati quattro villaggi, con tanto di bandiera giallo-azzurra che sventola sulle rovine, e sono stati recuperati circa 100 chilometri quadrati.

questo lo dicono gli ucraini, non la propaganda russa, quindi vediamo meglio.

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100 km quadrati sono tanti o pochi?

il fronte di questa guerra è lungo circa 1.800 chilometri; quindi, distribuiti su tutto il fronte, significherebbe che gli ucraini sono avanzati su tutto il fronte di 60 centimetri, sei centimetri al giorno in dieci giorni.

naturalmente questa è soltanto una immagine per far capire le proporzioni.

tenendo conto che gli ucraini rivendicano anche di essere avanzati di ben 3 km in un punto specifico del fronte e supponendo che l’avanzata sia avvenuta almeno lungo 10 km, altrimenti credo che non varrebbe neppure la pena di parlarne, questo significherebbe che dei 100 km quadrati conquistati, 30 sono in quel punto e che negli altri 1.790 km di fronte l’avanzata è stata di 70 km quadrati, cioè di meno di 40 centimetri in una decina di giorni, meno di 4 centimetri al giorno.

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ma mi fermo con questo tipo di calcolo e ne presento un altro:

l’Ucraina ha una superficie di circa 600mila km quadrati, il doppio dell’Italia; secondo gli ucraini la Russia occupa attualmente circa il 20% della superficie del loro stato, cioè 120mila km quadrati; calcoli di altra fonte riducono questa superficie a circa 100mila; 27mila, però, sono rappresentati dalla Crimea, occupata dai russi nel 2014, ma meglio si direbbe ripresa da loro, dopo la cessione del 1954 tra i due stati membri dell’URSS.

quindi nella guerra iniziata a febbraio dell’anno scorso la Russia avrebbe conquistato circa 70mila km quadrati.

in ogni caso, occupa attualmente circa un sesto dell’Ucraina.

per fare un paragone per noi più comprensibile, è come se la Russia – data per perdente e sconfitta dalla nostra propaganda – occupasse da noi al momento l’intera Italia settentrionale, Val Padana e monti e valli che la circondano.

e il paragone funziona anche dal punto di vista economico, visto che si tratta della regione più ricca e produttiva dell’Ucraina: cosa che spiega la determinazione del governo ucraino a volersela riprendere.

questa peraltro è abitata da popolazione che parla in prevalenza il russo e che ai referendum svoltisi, sia pure sotto il controllo russo e senza garanzie internazionali, ha confermato massicciamente di volere far parte della Russia, sottraendosi alle discriminazioni a cui era sottoposta.

quindi in una decina di giorni di attacchi frontali al fronte ampiamente fortificato in questi mesi dai russi, gli ucraini hanno riconquistato circa un millesimo del territorio che considerano perduto.

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100 km quadrati!

la superficie dell’ultimo comune della Val Sabbia, dove vivo, Bagolino, al confine col Trentino, è più grande, perché è di 109 km quadrati.

dieci giorni di guerra, chissà quanti morti, e al momento, dell’equivalente dell’intera Italia settentrionale, gli ucraini hanno riconquistato meno del comune di Bagolino.

complimenti a loro e ai loro alleati!

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ma qui si dovrebbe introdurre un ulteriore elemento di calcolo, che al momento sfugge:

a quanti soldati ucraini è costata la vita questa riconquista?

non lo sappiamo. ci sono valutazioni che girano su un numero incredibile di morti dall’inizio della guerra ad oggi, che sarebbero 100mila per parte; 70mila giovani ucraini solo per difendere Bachmut negli ultimi mesi, e poi perderla comunque.

(la guerra ventennale in Afghanistan costò alla Russia 15 mila morti; la guerra americana in Vietnam costò agli USA 55mila morti in 12 anni).

siamo dunque di fronte a cifre di caduti che non hanno precedenti in Europa fino alla seconda guerra mondiale.

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non sappiamo ancora, e chissà quando lo sapremo, quanti morti ucraini ci siano stati in questi attacchi contro i tre sistemi di trincee russe che difendono il fronte, costruiti in questi mesi, quindi contro più di 5mila km di difese.

questo massacro evoca un solo precedente storico, che è quello dei due anni di attacchi frontali dell’esercito italiano sul fronte di Gorizia contro le trincee austro-ungariche nella prima guerra mondiale, che costò centinaia di migliaia di morti.

o Gorizia, che tu sia maledetta, da ogni cuore che sente coscienza, cantavano (sottovoce) i soldati.

noi, fino a che possiamo, noi, i pochi che hanno ancora coscienza, dobbiamo ripetere la canzone oggi, contro la Gorizia ucraina e lo stolido nazionalismo bilaterale che provoca questa strage assurda.

nel 2014 l’Italia, astenendosi dalla guerra, avrebbe ottenuto la metà del territorio, quella abitata da italiani, che strappò all’Austria nel trattato di pace del 2019, a prezzo di 4 anni di guerra e di 700mila morti, premessa del fascismo.

questi le permisero di annettersi il Sued Tirol, abitato non da italiani, ma da tirolesi, e la metà dell’Istria prevalentemente slava: si procurò, quindi, più problemi che altro.

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ma alle proposte di tregua e di trattativa presentata oggi da una delegazione africana, Zelenskij ha risposto con nuovo rifiuto.

e noi continuiamo ad appoggiare questo omuncolo esaltato e stupido, sulla strada che segna il suicidio dell’America e dell’Europa suddita che la segue, mentre il resto del mondo si sta riorganizzando per sottrarsi alla nostra egemonia economica.

anche l’inflazione che sta tagliando i valore degli stipendi e dei salari è il frutto avvelenato di questa guerra.

il suicidio armato è l’orizzonte della nostra politica e della nostra cultura, inconsapevole, per giunta.

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ma forse è meglio così:

questo suicidio è necessario ed inevitabile e seppellirà la nostra società dei consumi.

12 commenti

  1. Del resto che ci si può aspettare? La propaganda bellicistica di entrambe le parti continua restringere il campo all’Ucraina. Chi aderisce alla propaganda occidentale, lo fa nel segno del diritto ucraino a mantenere l’integrità territoriale. Ma lo fa anche nella percezione che lui non sarà coinvolto. Tutto resterà lì. Idem per la propaganda russa:si chiama operazione speciale e non guerra, si che la gente si possa sentire rassicurata che non verrà chiamata in causa. Da qui anche le continue dichiarazioni USA che la NATO NON INTERVERRÀ IN ARMI direttamente. Il risultato è una carneficina dai contorni vaghi che ci tocca poco o nulla. C’è solo da piangere per la popolazione ucraina e temere per noi stessi, dal momento che”l’errore” è sempre più nelle possibilità.

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  2. Lo riposto da me perché voglio tenerlo. Continuano a fare morire gente inutilmente, e sbandierano avanzate infinitesimali come grandi conquiste. Nelle statistiche militari di una guerra quasi di trincea come questa, il rapporto di perdite tra difensori e attaccanti è di 1:8 e arriva a volte fino a 1:10. Questo lo sanno tutti quelli che hanno studiato un minimo di storia di guerra. Siccome i russi hanno in linea più uomini degli ucraini, più riserve, e più armi in tutti i settori, quanti ucraini devono morire ancora prima che Zelenskji si decida a negoziare? Devono combattere finché tutti i paesi europei hanno mandato tutte le armi vecchie per sostituirle con nuove (americane)? O finché, finito tutto, non diventi guerra mondiale (loro sperano magari europea, ma non penso che la Cina rimarrebbe a guardare sapendo di essere il piccione successivo)?

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    • ti ringrazio delle informazioni che aggiungi alle mie e anche del reblog, un po’ tardivamente – scusa. è uno dei pochi momenti di sostegno che ricevo da ultimo per il mio blog,

      qui pare che la guerra interessi soltanto noi due su questa piattaforma, o quasi, a parte ilsimplicissimus2, che parla quasi solo di questo, ma quasi professionalmente, o l’amica POLITIX, che però la guarda da posizioni diverse dalle mie (o dalle nostre?), pure lei, anche se opposte a quelle del simplicissimus, che pure fornisce qualche informazione utile ogni tanto, anche se da posizioni precostituite.

      su di una cosa, comunque si deve concordare con lui senza riserve: La cosa più impressionante non è la guerra, è la quasi indifferenza con cui essa viene avvertita dalle società europee e da quella italiana in particolare. […] Pare che tutto sia preso come un videogioco e che solo una minima parte della popolazione abbia la percezione reale di ciò che sta accadendo. […] Ci si trova ad una svolta epocale della storia, alla drammatica e violenta obsolescenza dell’impero Usa nel quale ci siamo adattati, non riuscendo a comprendere di essere ormai un’appendice da usare senza ritegno, ma non si può non sentire l’allarme per essere trascinati questo gorgo nella condizione di colonia senza che in realtà la volontà generale del Paese venga in qualche modo espressa.

      ma a questo punto è forse eccessivo parlare di volontà del paese per questo pacifismo ignavo di una parte ancora maggioritaria della nostra opinione pubblica, che poi però vota comunque massicciamente per i partiti guerrafondai dichiarati.

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      • Mi sembra un paese apatico in tutto, anche questa ricerca del leader, questo delegare… a volte sembra di essere in quel film di fantascienza dove i baccelloni si erano sostituiti agli umani. Paese di baccelloni! Che fa pure rima con…

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        • ricorderai bene che il defunto san Silvio da Arcore definiva così i suoi avversari politici, perché non erano capaci di farsi i loro interessi particolari e concreti.

          qui l’interesse a non farsi trascinare in una guerra dovrebbe essere abbastanza concreto, perché quando finirà il massacro dei giovani ucraini, bisognerà pure sostituirli con qualcuno e forse i mercenari e i volontari cupidi di sangue non basteranno.

          ma la ragnatela, come meglio andrebbe chiamata la rete, ha oramai invaso capillarmente le menti e si è sostituita al collegamento fra i neuroni per moltissimi, evidentemente.

          rimane un vagito infantile di rifiuto della guerra, ma senza capacità di nessuna azione conseguente.

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