[6] due diversi 4 dicembre. il romanzo di un diario. 31 – 4 dicembre 2023

.

[6] due diversi 4 dicembre. 31 – 4 dicembre 2023

4 dicembre: una data speciale per il figlio di un capitano dell’Artiglieria di Montagna, a Merano/Meran: è il giorno di Santa Barbara, nel calendario cattolico, protettrice dell’Artiglieria: in generale, penso, compresa quella di Campagna; e quindi occasione della festa serale del Reggimento.

i miei genitori sparivano, prima di cena, lasciandomi alla vigilanza di qualche giovane attendente ventenne, e alla mia inquietudine, non detta, sulla possibilità che non tornassero più.

sarebbero tornati, invece, a notte fonda, quando io già dormivo (se ci riuscivo), dopo numerosi brindisi e bevute, danze in caserma e qualche eccesso di baldoria, che poi mia madre mi raccontava ridendo follemente.

c’erano scherzi, come quella volta che mia madre si era tolta sotto il tavolo le scarpe troppo strette, discretamente, pensava; ma un tenentino spiritoso se ne era accorto e gliele aveva fatte sparire, ancora più discretamente di lei, che era allora una gran bella donna, non ancora arrivata ai quarant’anni.

sarebbe venuto dopo, a Brescia, passata quella boa, l’inizio del calvario dell’artrite reumatoide.

a Merano lei era ancora in fiore e spensierata, nella festa, fino ad allora; ma era arrivato anche il momento di alzarsi e andarsene, a cena oramai finita, e aveva cominciato a tastare qua e là, senza parere, con i piedi nudi sotto il tavolo, fino a doversi rassegnare all’evidenza che qualcuno gliele aveva portate via.

allora aveva dovuto arrendersi all’imbarazzo di doversi alzare e dire, davanti a tutti: Adesso basta: lo spiritoso che mi rubato le scarpe, le tiri fuori.

ed ecco che il tenentino le aveva sollevate sopra la tavola, mostrandole in un delirio di risate generali, dicendole: O nobile signora, le Sue scarpette eccole, ma non faccia più la Cenerentola alle feste del Reggimento, perché altrimenti troverà un principe azzurro, che gliele riporta.

o forse potrebbe avere detto, invece: perché non è detto che troverà un principe azzurro, che gliele riporta; del resto sto inventando, ricamando sui ricordi dei racconti di mia madre.

e in questa allegria sciamavano tutti fuori dalla caserma, perché la festa continuava in qualche casa privata, con le bottiglie di vino sottratte dalla tavola comune; e male andò a mia madre che, uscendo con due di spumante sotto le ascelle, ben nascoste nascoste dalla pelliccia, aveva incrociato sulla porta il generale, che aveva voluto farle il baciamano, per quanto lei comprensibilmente si schermisse, ma invano.

così, il braccio, debitamente allungato verso i baffi grigi del capo supremo, aveva inevitabilmente fatto cadere una delle due bottiglie sul pavimento, l’altra stretta bene ancora sotto l’ascella rimasta chiusa,con tutti i debiti schizzi addosso a lei e al pluristellettato.

ma lei non si era persa d’animo affatto e con la sua prontezza di spirito si era voltata subito, dicendo: tenente, ma che scherzi sono questi? cosa fa?, facendolo sprofondare senza possibilità di replica, e in questo modo si era anche vendicata della sottrazione delle scarpe.

. . .

tra gli attendenti ai quali intanto io ero affidato; ce n’erano diversi che venivano dalla Val Sabbia, dove vivo i miei ultimi anni: sani montanari di allora, e ho ritrovato qui, proprio in paese, qualche sessantenne o più, che ci passò, per quella Caserma Rossi di via Caserme.

oggi è abbandonata e si discute che cosa farne, ma ritrovo in internet una foto che mi riporta alla mia infanzia.

questa però non è la caserma vera e propria, che era diverse centinaia di metri più in là, ma la palazzina, in qualche modo annessa e confinante, dove vivevano gli ufficiali; e mio padre, che era il vice-comandante della caserma, aveva un bell’appartamento, con gli standard di allora, al piano più comodo.

la casa dava su via delle Palade, un vialone di platani enormi di fronte all’ippodromo, che si riempivano di maggiolini, quando era in vista l’etate; e qui è vista nella sua facciata nord; le finestre al pianterreno, a sinistra del grande portale di ingresso sono proprio quelle dell’appartamento dove abitavo, ma erano quelle del lato meno usato della casa, perché freddo e poco luminoso.

la prima è della stanza usata come legnaia; la seconda, che più che altro si indovina, è la sala da pranzo, usata solo per gli ospiti, la terza, quella della camera da letto dei miei genitori.

dall’altro lato, esposto al sole, a un grande giardino e agli orti, e fronteggiato dalla palazzina per i sottufficiali, dai quali ci divideva un recinto di filo spinato, corrispondevano, in successione, il tinello, la cucina affiancata dal bagno, e poi la camera di noi bambini, mia sorella ed io, dove vissi rinchiuso per sei mesi, tra l’autunno del 1953 e la primavera del 1954, lottando contro la tubercolosi; in mezzo, un lungo corridoio, gelido e buio.

così scruto questa immagine, che viene ad integrare quelle molto più luminose della memoria, e ci ritrovo dentro una strana forza espressiva: sintetizza bene la mia infanzia così severa, di bimbo creativo e ribelle, cresciuto però in questo duro ambiente militaresco.

. . .

così questo post mi ha ripagato anche della delusione subita diversi anni fa, quando tornai a Merano un’estate, per rivederla, la casa della mia infanzia, il mio mancato Posto delle fragole, come mi richiedeva una specie di voce interiore.

e scoprii che era stata demolita da poco, per costruire al suo posto moderne palazzine condominiali, e che mi aveva a lungo richiamato invano, quella casa, come volesse che ci dessimo un ultimo addio.

. . .

?ma perché divago, in maniera così senile, sui 4 dicembre degli anni Cinquanta?

?non è il caso piuttosto di ricordare quello di dieci anni fa?

una data che sarebbe potuta essere importante nella storia d’Italia, ma che è andata sprecata…

e lasciatemi fare una nuova operazione nostalgia, ri-dando voce a quello che scrivevo il 4 dicembre di dieci anni fa.

sembra che non si debba mai finire di rimpiangere; segno evidente che il mondo peggiora, almeno guardadolo con gli occhi di chi invecchia.

. . .

da oggi la nostra Costituzione è un poco più vera. 4 dicembre 2013

bortocal batte Scalfari non so quanto a 0.

che vi avevo detto, qui, polemizzando con Scalfari?

poteva la Corte Costituzionale smentire se stessa, come auspicava Scalfari in uno dei suoi penosi tentativi di dettare legge al mondo?

no, il Porcellum è stato dichiarato incostituzionale!

la Costituzione rinasce il 4 dicembre, festa di Santa Barbara, patrona dell’artiglieria e da oggi anche delle sentenze bomba… 

e questo è un colpo (vero) al berlusconismo, perché colpisce i berlusconiani anche a sinistra,  non un colpo farlocco al vecchio satiro.

finalmente potrò ricominciare a votare alle elezioni politiche, senza sentirmi una pecora chiamata a fare gregge, ammesso che trovi la lista giusta.

* * *

non è stata poi né lunga né difficile, la decisione…

leggo con attenzione il comunicato della Corte, perché ora vedrete che cercheranno di manipolarci la mente di nuovo:

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.

Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”.

la Corte annuncia “la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici”, con le motivazioni vere e proprie.

* * *

la bocciatura è secca, sia del premio di maggioranza IN SE STESSO sia della mancanza di preferenze, e questa è la novità più bella e positiva.

in altre parole, non puoi scegliere un sistema elettorale proporzionale e poi modificare le proporzioni.

se vuoi garantire una maggioranza in parlamento, puoi farlo attraverso un sistema maggioritario, che ha in se stesso la sua coerenza.

ma usare un sistema per fare il suo contrario è una modificazione arbitraria della volontà dell’elettorato.

* * *

naturalmente ci si potrebbe chiedere come mai il Presidente della Repubblica del tempo abbia sottoscritto senza fiatare una norma così pesantemente contraria alla democrazia reale…

era Ciampi, Napolitano è venuto dopo, ma è stato in entrambi i casi il Presidente scelto due volte da un Parlamento eletto con metodi anticostituzionali e non ha mai sollevato la questione, lui che dovrebbe essere il primo garante della Costituzione.

è inutile nascondersi che questa sentenza getta una luce funesta sulla stessa legittimità di chi riveste la carica attualmente…

* * *

ora si apre il problema vero che è quello della decorrenza  degli effetti della sentenza (ma rinvio di nuovo qui, al post che ho citato sopra, dove ho analizzato meglio la questione): tenendo conto che di norma gli effetti delle sentenze della Corte annullano una legge incostituzionale dal momento stesso nel quale è entrata in vigore, ma che la Corte poi può graduare diversamente, per opportunità, il peso di queste conseguenze.

e su questo piano è logico attendersi qualche compromesso.

– NOTA 2023. che pia illusione: tutti si sono voltati dall’altra parte e hanno fatto finta di niente, continuando esattamente come prima, come se niente fosse successo. –

* * *

comunque non avevo torto ad affermare in tutti questi anni che siamo vissuti in un sistema profondamente illegale; da un punto di vista politico, se non propriamente giuridico, questo Parlamento è illegittimo e tutte le leggi approvate dal 2005 ad oggi dovrebbero essere considerate nulle, perché frutto della cancellazione berlusconiana delle regole della democrazia.

si vergogni chi non ha avuto il coraggio di contrastare in maniera limpida questo scempio (non si salva il Partito Democratico, ma neppure Grillo) e chi ha continuato a cincischiare senza dire nella maniera più chiara possibile che da otto anni l’Italia intera vive fuori da un regime democratico.

* * *

a proposito: sul suo blog Beppe Grillo, che pochi giorni fa voleva andare al voto col Porcellum, scrive delle ripetute autentiche sciocchezze: La sentenza della Consulta di fatto cancella il Porcellum che va considerato decaduto con il ritorno immediato al voto con la precedente legge elettorale Mattarellum.

peccato che nel respingere la proposta recente di quesito sul referendum elettorale la Corte abbia negato la possibilità di vedere le leggi elettorali come una stratificazione e quindi anche il ritorno automatico al Mattarellum una volta cancellato il Porcellum.

Solo un nuovo Parlamento potrà modificare la legge elettorale.

su questo invece Grillo ha ragione: questo Parlamento così come è, figlio di una legge elettorale incostituzionale, non può certo modificarla.

però la sentenza della Corte Costituzionale potrebbe produrre l’effetto di definire una nuova legge elettorale: quella che si ottiene cancellando dalla legge attuale i premi di maggioranza e l’impossibilità stessa di esprimere preferenze per i candidati.

I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità. Sono figli illegittimi della Repubblica.

anche su questo, politicamente, Grillo ha ragione; ma per poterlo dire giuridicamente occorrerà attendere la sentenza completa della Corte.

Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative.

Grillo che ieri voleva votare col Porcellum, oggi vuole votare col Mattarellum.

le alternative ci sono, invece; e la prima è di non votare Grillo. 

PS. a Grillo si è accodato Renzi, cadendo nello stesso errore e rivelando un sorprendente malumore per la decisione della Corte; ma Renzi del resto è l’esempio massimo di un Partito Democratico berlusconizzato: la Corte è stata rispettosa del parlamento e non ha abrogato la legge nel suo insieme, salvo che nei titoli dei giornali: ha abrogato alcune norme della legge stessa, soltanto.

occorrerà riprendersi in mano il testo della legge e capire che cosa succede cancellandone i due aspetti incostituzionali.

è quello che faremo prossimamente.

* * *

e ora in una odiosa concessione al mio narcisismo sempre strisciante, lasciatemi almeno citare un mio post del 5 marzo 2008, l’anno in cui cominciaia a non votare alle elezioni, ma a scrivere sulla scheda MI RIFIUTO DI VOTARE IN ELEZIONI ANTI-COSTITUZIONALI.

[…] capita di accorgersi attraverso il blog che moltissimi non hanno ancora capito che razza di porcata sia la legge elettorale di Calderoli. […]

capita che nessuno, neppure il sottoscritto, fino a che non lo hanno fatto riflettere su questo blog, avesse capito che razza di attentato alla democrazia si sta perpetrando in questo paese.

pare che nessuno, ma proprio nessuno abbia ancora riflettuto che cosa significa avere a che fare con un Partito Democratico che ha deciso di stare al gioco di elezioni incostituzionali per fare fuori i propri avversari politici a sinistra.

pare che a sinistra pochi abbiano capito che in questo momento il buonista Veltroni rappresenta un pericolo per la democrazia ben peggiore di Berlusconi e che l’obiettivo principale per chi crede nella democrazia è oggi quello di far fallire questo disegno perverso del berlusconismo di sinistra.

(del resto di che cosa ci sorprendiamo? l’unico uomo politico che ha condotto l’Italia in una guerra NATO vera e propria, con i bombardamenti di Belgrado, è stato D’Alema).

e chi mi conosce sa che dico queste cose col pianto nel cuore.

considerate che in questa città tedesca dove vivo io sono stato uno dei fondatori del Partito Democratico fra gli emigrati italiani, per dire quanto avevo creduto a questo progetto prima di riscuotermi e di capire che ero precipitato in un incubo. […]

. . .

e ora che ho dato voce a queste due diverse nostalgie legate al 4 dicembre, fatemi aggiungere una cosa che non c’entra nulla.

per fortuna, da quando l’ho trasferito qui, nessuno legge più i vari capitoli di questo Romanzo di un diario. che vado pubblicando.

però una voce interiore mi dice lo stesso che, se ce ne fossero, mi chiederebbero, forse con un filino di insofferenza: ma insomma, si può sapere dove vuoi arrivare con questo girovagare fra un argomento e l’altro? adesso ti sei messo a parlare di politica, mescolandola a qualche omaggio alla nostalgia… e poi, chi ha scritto questi ultimi post? Mauro in prima persona, oppure il suo factotum Roberto, che non si dichiara più? un redivivo o reduce bortocal? (sembra di riconoscere il suo modo di scrivere…). ma chi ci capisce più niente?

tutto giusto, perfetto, ma forse è giunto il momento per me si scoprire le carte.

. . .

non sto scrivendo un romanzo, ma la parodia di un romanzo.

il titolo per primo avrebbe dovuto mettere in allarme i primi pochi lettori, poi dileguatisi:

?romanzo e diario non sono due termini praticamente incompatibili fra loro?

?non definivano già un progetto degno di una narrativa dell’assurdo?

del resto, ?chi scrive romanzi oggi non scrive guazzabugli anche peggiori del mio?, pur restando del tutto all’interno del genere letterario…

ad esempio, ho appena finito di leggere Il ministero della suprema felicità di Arundhati Roy, la famosa scrittrice indiana, e mi sembra un delirio.

quindi, tra il delirare scrivendo romanzi, che nel mondo consumistico di oggi, sono soltanto un quieto passatempo per benestanti acculturati, e il divagare senza legge, sulle orme ipotetiche di Sterne, ?che cosa è meglio?

del resto, i romanzieri di oggi fanno di tutto per rendere le loro trame incomprensibili e il loro stile inutilmente elaborato, non per ricerca di efficacia comunicativa, ma al contrario per esibizione dei risultati dei corsi di scrittura creativa frequentati.

. . .

quindi, direi, accontentatevi di queste pagine, che non vi tengono col fiato sopeso, ma al massimo con una curiosità indulgente, al limite del compatimento, in attesa del prossimo colpo di scena senza senso.

(io odio i lettori di romanzi, forse perché sono uno di loro, e compatisco chi ne scrive).

Io odio la letteratura. Non riesco a leggere i romanzi. Ne leggo pochi, pochissimi. Li leggo male. Non riesco a confessare il numero di quelli che ho lasciato a metà. Solo pochi intimi conoscono la mia patologica avversione. Molti sono stati sul punto di scoprirla, ma riesco a fingere bene e a parlare con perizia di libri di cui niente conosco, tutto ignoro. La prego di aiutarmi, non voglio più nascondermi.

firmato … chi? anonima lombarda.

ma l’anonima lombarda ritiene che letteratura e romanzo si identifichino; ha torto; ci possono essere altri generi letterari.

alcuni magari sono ancora da inventare…

Lascia un commento