dieci anni prima: 8. il referendum della Crimea – 18 marzo 2014

.

continuo a ripubblicare i miei post sulla questione Ucraina di dieci anni fa, cosa che mi pare quanto mai azzeccata, considerando che la guerra attuale è di fatto iniziata allora, anche se ha assunto la forma devastante del confronto armato tra i due stati soltanto negli ultimi due anni (prima si svolgeva sotto forma di piccoli devastanti massacri locali tra le milizie filo-russe del Donbass e l’esercito repressore dell’Ucraina, che non interessavano nessuno).

è molto interessante, secondo me, anche il dibattito successivo con un altro blogger, che aveva posizioni diverse dalle mie: documento anche questo, in via secondaria, di un tempo non troppo lontano in cui c’era ancora il piacere di confrontarsi tra interpretazioni diverse dei fatti.

ma oggi le mie risposte a Francesco Vitellini sarebbero molto più nette, perché nel frattempo credo di avere maturato un’idea più precisa su vari aspetti del problema.

. . .

primo: tutti coloro che vengono a raccontarci che Putin è un dittatore, vadano a dirlo dopo le elezioni russe appena svolte, per favore; e soprattutto ci spieghino come mai il dittatore Putin le elezioni le fa, mentre il democratico filo-nazista Zelenskij le rifiuta, accampando la guerra in corso.

certo, mi si dirà (come vedete, oggi sono costretto a farmi le obiezioni da solo), che proprio la dimensione plebiscitaria dei risultati pro-Putin dimostra il carattere almeno semi-dittatoriale di queste elezioni: plebisciti del genere non si realizzano se non dove la libertà di espressione è coartata.

ammetto che l’obiezione è forte (anche perché la sto facendo io ;-)), ma comunque non mi convince, perché ci sono precisi sintomi contrari:

primo, l’alta partecipazione al voto, che fa impallidire le maggioranze risicate nostre di votanti (quando ci sono); non vorremmo dire, spero, che una democrazia è tanto più vera, quanti meno elettori vanno a votare.

in questo caso il declino della partecipazione sarebbe il sintomo evidente della profonda democratizzazione in corso della nostra società e non del disagio crescente degli elettori che non si riconoscono in nessuna delle alternative fasulle che questo sistema propone loro.

secondo: e ?il voto dei russi all’estero? non mi si vorrà dire che esso è stato condizionato alla stessa maniera, visto che si è svolto nei nostri stessi paesi che si definiscono liberali.

del resto, nessuna delle istituzioni internazionali che monitorano le elezioni in vari paesi ha sollevato critiche a queste.

quindi, per favore, cominciamo a sghignazzare quando ci raccontano che Putin è un dittatore che opprime il suo popolo.

anche Navalny, il suo antagonista filo-nazista, presentato da noi come un eroe della democrazia, e così simile in realtà a Zelenskij, anche se in opposte sponde, criticava Putin da destra.

Putin ha appena ricordato che era favorevole a uno scambio di prigionieri politici dell’Occidente, e ha messo fine alle speculazioni grottesche fatte qui, esprimendo il suo dispiacere per una morte improvvisa che ha interrotto questo progetto. Navalny, il fascista tanto amato.

. . .

smettiamo di sghignazzare, invece, quando osserviamo la facilità con la quale in Russia si sopprimono persone scomode o al potere politico o ai diversi corrotti potentati locali; ma ?proprio dall’Italia patria della mafia dobbiamo fare queste obiezioni?

siamo vissuti in anni in cui anche da noi l’omicidio di persone scomode era la prassi, almeno in certe regioni d’Italia.

mafia italiana, mafia russa.

e certamente i due governi, il nostro e quello russo, hanno la responsabilità di non contrastare come si dovrebbe questo fenomeno, anzi in qualche modo di favorirlo.

. . .

secondo punto sul quale mi sarei espresso con più nettezza nel blog dieci anni fa: mi sono convinto che sia diritto naturale e universale quello della secessione di un ampio gruppo sociale che si sente un popolo diverso all’interno di uno stato che non ha un carattere pluri-etnico, e non ne riconsce diritti fondamentali (ad esempio nell’uso della lingua e nell’istruzione).

e non possone negare questo diritto democratico primario neppure le costituzioni locali (come fa, per esempio anche la nostra, la più bella del mondo, che proclama l’Italia indivisibile.

per evitare abusi o eccessi, la verifica di questa volontà dovrebbe avvenire con referendum controllati internazionalmente e magari con quorum o della maggioranza degli aventi diritto al voto o dei due terzi dei votanti, ma questo a me pare l’unico modo razionale col quale evitare che diventi causa di guerre sanguinose la questione nazionale, mescolata alla prepotenza degli stati che non vogliono ammettere ridimensionamenti delle loro frontiere e della loro grandeur.

vale per i russi del Donbass in Ucraina e della Transnistria in Moldavia, per i curdi in Turchia, per i rohingya in Myanmar, per i kosovari in Serbia e per i serbi in Kosovo, forse anche per i catalani in Spagna o gli scozzesi nel Regno Unito, anche se qui manca l’elemento della repressione dei tratti nazionali diversi.

quindi oggi penso che ogni guerra che venga combattuta da uno stato contro un popolo da lui controllato, che reclama l’indipendenza, è semplicemente una guerra coloniale; e tale lo è stata la guerra americana in Vietnam degli anni Sessanta-Settanta per impedire la riunificazione del paese sotto un governo comunista.

dunque sono guerre semplicemente colonialiste anche quella, per sottomettere i russi interni, a cui l’Ucraina non rinuncia neppure sull’orlo della castrofe finale, e quella di Israele, per impedire l’indipendenza dei palestinesi.

siamo alle ultime guerre coloniali dell’Occidente, che faranno la stessa fine di tutte le altre.

tanto più quella dell’Ucraina, guidata da un capo che si comporta come un giocatore di poker che continua a rilanciare la posta, per non andare a vedere il gioco, avendo in mano soltanto una doppia coppia, e tutto fa pensare che dall’altra parte ci sia almeno un full; e del resto può continuare a farlo finché l’amico americano o l’Unione Europea continuano a pagargli le fiches, a spese dei propri cittadini.

. . .

ma chiudo davvero queste chiacchiere troppo lunghe, e vengo al post di dieci anni fa, susandomi per la ripetizione di qualche argomentazione.

. . .

alla seconda guerra del referendum di Crimea – 17 marzo 2014

e adesso diamo il via alla seconda guerra di Crimea, per costringere a restare sotto l’Ucraina il 97% degli abitanti della penisola che sono russi, che non si fidano di quel governo e che preferiscono ritornare sotto la Russia.

il referendum è illegittimo, sento tuonare: sarà…

ma chi lo decide e come?

e comunque la volontà di quel popolo resta.

.

di follie se ne vedono tante, ma questa supera tutte.

e chi ha deciso di associare l’Ucraina all’Unione Europea?

siamo sicuri di volerla?

.

ah, già, ma questa guerra non è vera, o meglio lo è solo per l’Ucraina, che cerca il bagno di sangue per costringerci ad intervenire.

per il resto resta una guerra da referendum, si spera.

commenti:

Francesco Vitellini 17 marzo 2014 alle 12:35
Lo decide la Costituzione Ucraina che è illegale, dal momento che non è previsto un “referendum regionale”, ma solo un referendum nazionale.
Cose come la secessione posso essere oggetto di referendum anche in Ucraina, ma soltanto in un referendum che interessi tutta la nazione. – Secondariamente, credi davvero che i cittadini di lingua russa in Crimea vogliano passare a vivere sotto il regime russo? Credi che non vedano come sta la gente in Russia? Credi che non sappiano che se diventi parte della Russia perdi qualsiasi diritto civile nel momento in cui il governo decide che parli troppo, sai troppo o sei troppo progressista?
Maddai, per favore! Quale essere umano sano di mente vorrebbe essere un russo in questi tempi? – La guerra non ci sarà in Crimea, ma nel resto delle aree orientali e sud-orientali dell’Ucraina.
Ora che Putler si è giocato il “referendum” non può rifarlo per le altre aree che intende annettere, quindi aspettiamoci un “Einmarsch” entro 10 giorni. – Tutto questo polverone sull’Ucraina che entra nella UE è fumo negli occhi, figlio della propaganda russa, dato che nessuno mai in Ucraina ha preso accordi perché il Paese entrasse a far parte della UE, ma solamente accordi di tipo commerciale e politico (http://eeas.europa.eu/top_stories/2012/140912_ukraine_en.htm).
L’Association Agreement, che Yanukovych ha sospeso, prevedeva la creazione di una Free Trade Zone, e non un’annessione dell’Ucraina alla UE. (E se anche si poteva prevedere una futura inclusione nella UE l’Ucraina avrebbe avuto bisogno di molto, moltissimo tempo per adeguarsi agli standard richiesti per essere membri della UE.)
Dal momento, però, che Yanukovych era in tutto e per tutto dipendente da Mosca, e considerando che Putler ritiene che l’Ucraina non sia uno Stato, ma un “errore storico” (sue dichiarazioni) ed è leader del Paese più importante della “Customs Union of Belarus, Kazakhstan, and Russia”, è facile comprendere che lo stesso Putler veda con orrore una più stretta collaborazione economico-politica dell’Ucraina con l’UE. – Anche l’idea che la NATO fosse interessata ad includere l’Ucraina è una sciocchezza propagandata dai russi.
Ma ti pare che la NATO possa considerare soltanto l’idea di includere uno Stato sul cui territorio ci sono basi russe (Sevastopol, per esempio), e l’accordo per le quali è stato prolungato dall’Ucraina fino al 2042, né mai messo in discussione? – Sì, di follie se ne vedono tante, ma la cecità dell’opinione pubblica sarà sempre più folle
🙂

bortocal 17 marzo 2014 alle 13:06
divertentissimi gli italiani che richiamano la costituzione ucraina, quando sono indifferenti alla propria… – hanno un parlamento eletto in spregio alla Costituzione che la sta modificando, ma neppure se ne accorgono. – mi fermerei anche qui, ma proseguiamo. – anche la Costituzione Italiana proclama l’indivisibilità dello stato; ma quando i sud-tirolesi decidessero di andarsene che si fa? una guerra civile? – io l’ho già vissuta da bambino la guerriglia degli indipendentisti sud-tirolesi e mi toccava vivere nella casa degli ufficiali italiani piena di sacchetti di sabbia alle finestre: no grazie, ne ho già avuto abbastanza. – comunque, prego accomodati a soffiare sul fuoco di una guerra suicida. – sì, credo davvero che i russi di Crimea, annessi all’Ucraina da Kruscev ucraino nel 1954, dopo una notte di ubriachezza abituale per lui, non abbiamo nessuna voglia di vivere sotto il nuovo regime ucraino, che ha preso il potere con un colpo di stato assolutamente illegittimo (se proprio vogliamo parlare di astrattezze costituzionalistiche) ed una specie di marcia su Roma, e per prima cosa ha reso illegale l’uso della lingua russa parlata dal 30% della popolazione, e noto che perfino una piccola comunità greca locale in Ucraina ha chiesto di trasferirsi in Crimea, dato che non si sente protetta dalle squadracce neo-naziste che sono state protagoniste del colpo di stato ucraino, e che ora sono direttamente rappresentate dentro il governo ucraino (e i risultati si vedono). – forse non ti è molto chiaro che quello che stanno passando in questi anni i cittadini ucraini è decisamente peggiore di quello che stanno passando i russi. – in ogni caso ricordo, con tutto il volta-stomaco del caso, che Putin è a capo di un governo eletto ripetutamente con maggioranze molto forti in elezioni formalmente libere come le nostre. – quanto alla liquidazione degli oppositori, il potere reale mafioso in Italia ne ha liquidati ben di più. – è abbastanza ovvio che non vi sarà nessuna guerra limitata in Ucraina, a meno che Putin non decida di tenerla limitata e ci riesca, con uno sforzo che avrebbe qualcosa di eroico, se la guerra inizia. – ci sono circoli occidentali che pensano di far fare a Putin la fine di Gheddafi per impadronirsi delle risorse immense della Russia, ma è un suicidio collettivo: andò male a Napoleone e ad Hitler e perfino l`America della guerra fredda 1945-1961 si guardò bene dall’intervenire. – il vecchio Kissinger osserva saggiamente che la politica estera di Putin è molto moderata in questo momento, dato che avendo perso l’Ucraina (forse neppure senza grande dispiacere, considerando che razza di buco nero di problemi sia) si accontenta di conservare la Crimea, e propone di prenderne atto: ed è KISSINGER!!!! – e va benissimo così: è un compromesso sul campo più che buono. – se Putin avesse voluto andare oltre, avrebbe fatto il referendum anche nelle altre aree dell’Ucraina orientale a prevalente popolazione russa, dove lo avrebbe vinto altrettanto facilmente. – non ci sarà nessuna invasione russa, fino a che l’Ucraina non attaccherà per provocarla: del resto la sproporzione delle forze in campo è talmente netta che l’Ucraina attaccherà solo per provare a trascinare Europa e USA in una guerra globale. – se lo farà, che sia lasciata al suo destino. – chiudo con un paio di domandine risentite: ma chi è più sottoposto alla propaganda? uno che non guarda la televisione e si informa solo attraverso internet? o uno che ripete tutti i fragilissimi argomenti della propaganda guerra-fondaia? – ricordo che l’Occidente ha smembrato la Jugolsavia e occupa militarmente la Serbia, per gli stessi identici motivi e con gli stessi argomenti che sta usando Putin per conservare alla Russia almeno la Crimea. – ah, ma Putin è Hitler: infatti Belgrado quindici anni fa l’ha bombardata lui, mica gli aerei americani partiti dalle basi italiane. – chi scrive Putler non è molto in sé, del resto, perdonami: manca del tutto il senso delle proporzioni e lo spessore storico; questo solo nome indica che sia succube di una propaganda in-sensata. – ma per favore! e provare ad aprire gli occhi? non credo che tu sia cieco, soltanto ob-nubilato 🙂 – io continuo a sperare che l’equilibrio mentale regga e che il clamore si spenga a poco a poco. – altrimenti questa guerra sarebbe l’inizio del collasso planetario; oppure il segnale che questo collasso è già cominciato e noi non ce ne siamo ancora accorti.

Francesco Vitellini 17 marzo 2014 alle 13:23
Ignoro di proposito qualsiasi riferimento non sia legato al post ed al commento.
Inoltre, l’idea “gli altri hanno fatto lo stesso/peggio” la associo al peggior grillismo, e tu non ne fai parte, quindi le prendo come esempi, e non come giustificazioni di un’opinione
🙂 – Che la Crimea sia un dono dell’ucraino Kruscev è altrettanto fuori da ogni verità storica.
La Crimea fu “rifilata” all’Ucraina dopo la seconda guerra mondiale (1954, quando Krushev non poteva muovere un muscolo senza l’appoggio di Molotov&Co, visto che era appena arrivato al potere) perché rappresentava un buco enorme da riempire con rubli sovietici, e quindi una palla al piede. Ne sia prova il fatto che dopo la guerra le rese agricole erano scese a un terzo di quelle precedenti e che tutta la penisola era abitata da poco più di mezzo milione di persone.
L’Ucraina ha, di fatto, ricostruito la Crimea dopo che gli insediamenti forzati di coloni russi (anituati a climi e colture del tutto differenti) si erano rivelati dei fallimenti belli e buoni. – Che il governo attuale sia illegittimo è un’ulteriore informazione campata in aria, visto che il Parlamento attualmente al potere in Ucraina è praticamente lo stesso che c’era prima, con pochi cambiamenti.
E da che mondo è mondo nessuna minoranza può governare se la maggioranza non la appoggia, giusto?
E visto che tutti parlano di autodeterminazione in questi giorni credo che scacciare il proprio presidente e mantenere il governo praticamente inalterato ne sia un esempio più che valido. – Sai, bortocal, io penso che presto l’invasione ci sarà, e non perché gli Ucraini attaccano (e trovo paradossale che uno che si difende da un’invasione sia l’attaccante, ma passiamoci sopra), ma perché Putin (visto che Putler non ti piace, ma Renzusconi sì
😛) semplicemente non si fermerà. – Ci ritroveremo con le atomiche nel Mediterraneo, vedrai 😉

bortocal 17 marzo 2014 alle 13:47
mi ero dimenticato di aggiungere, ma lo faccio ora, che nel mio post ho parlato di “associazione” dell’Ucraina all’unione Europea e non di “adesione”: le parole hanno un senso e suppongo che chi legge le sappia distinguere. – se tu leggessi con più continuità il mio blog… 🙂 – almeno per le questioni che ti interessano, naturalmente – sapresti che fin dall’inizio ho espresso previsioni meno lugubri delle tue sulla intera questione. – il post fondamentale è questo: https://bortocal.wordpress.com/2014/03/05/dellimpossibile-guerraglobale-nel-pianeta-globalizzato-171/ – se hai tempo, prova a dargli un’occhiata, in attesa di passare ad una rassegna stampa completa qui 🙂 : https://bortocal.wordpress.com/?s=Ucraina – sulle questioni che hai sollevato tu c’è stato un dibattito molto interessante su questo blog con un commentatore preparatissimo, Luca S., su posizioni simili alle tue, del resto. – questo dialogo meriterebbe di essere raccolto, secondo me, se qualcuno poi andasse a leggerselo… – interessante anche un breve resoconto su questo blog del semi-default dell’Ucraina nel 2011, https://bortocal.wordpress.com/2011/09/07/276-argentina-islanda-ucraina-storie-di-ordinario-default/, che forse spiega la successiva vittoria elettorale dei filo-russi, per quanto le elezioni secondo gli osservatori non fossero state un modello di correttezza: e dunque l’intera questione della legittimità costituzionale del parlamento ucraino poggia su basi molto fragili. – l’ansia in Europa è forte (in Italia meno di quel che si potrebbe pensare, ma il recente soggiorno in Germania mi ha messo in contatto con una realtà dove la paura si percepisce con la pelle). – come dicevo, sono convinto però che l’Ucraina serva molto di più a diffondere questa paura che rappresentare un pericolo reale immediato; e naturalmente spero di non sbagliare, come qualche volta mi è capitato! – certamente non ho sbagliato sulla ricostruzione storica del passaggio della Crimea integralmente russa alla Ucraina nel 1954 – che non è proprio subito dopo la guerra mondiale, ma va inquadrata nel processo di de-stalinizzazione avviato da Kruscev; del resto tu stesso confermi l’informazione centrale che ho dato, limitandoti a qualche proposta di correzione abbastanza marginale. – il resto che dici non sono in grado nè di confermarlo nè di smentirlo: rimane il fatto che il referendum fotografa gli orientamenti dell’opinione pubblica locale oggi e che di filo-ucraini non se ne sono praticamente quasi visti. – anche se si facesse in Suedtirol un referendum oggi, la maggioranza di lingua tedesca sarebbe per l’indipendenza in barba alla minoranza italiana lì presente; ma ci saranno nei prossimi mesi referendum simili in Catalogna e in Scozia…, e allora? – che facciamo? io mi ricorderei dei principii di Wilson e cercherei di capire che uno stato è più forte, se omogeneo ed abitato da una popolazione felice di farne parte, che se deve dominare minoranze interne, che vorrebbero andarsene e che vanno represse con la violenza per costringerle a restare.

Francesco Vitellini 17 marzo 2014 alle 13:53
Ecco perché mi piace commentarti.
L’equilibrio delle tue risposte è un balsamo per un blogger.
Ti prometto che chiariró meglio la mia posizione in un post (scrivere dal telefono è un tormento)
🙂

bortocal 17 marzo 2014 alle 13:59
e di nuovo ti chiedo di informarmi del tuo post, perché sono abbonato sia al tuo che ai Discutibili, ma spesso le notifiche mi sfuggono. – ti ringrazio per il resto: qui la discussione è partita in toni abbastanza accesi, però mi pare bello che questi toni siano serviti a quel che dovevano: cioè a capire meglio le rispettive argomentazioni. – se hai digitato questi commenti dal cellulare, meriti una medaglia d’oro per il valore blogghistico: io non posso neppure pensare di provarci: digito male perfino su una tastiera normale, e me ne servirebbe una con tasti grandi almeno il doppio, per diminuire i refusi… – ancora una battuta: – “da che mondo è mondo nessuna minoranza può governare se la maggioranza non la appoggia, giusto?” – dimentichi l’Italia, il suo porcellum e l’italicum renziano, leggi elettorali tutte peggiori, dal punto di vista democratico, della legge Acerbo di mussoliniana memoria e della legge truffa di De Gasperi…

Francesco Vitellini 17 marzo 2014 alle 14:02
Io ho i “digiti farcimini”, quindi puoi immaginare (dita a wurstel) – Non sono più nei discutibili, quindi il post sarà sul mio blog. – Ti avviseró 🙂

bortocal 17 marzo 2014 alle 14:04
ops, te ne sei andato anche tu? – ho il vizio di pubblicare i commenti prima di rileggerli, e poi di integrarli; ho aggiunto, mentre rispondevi, una battuta in fondo che non vorrei che ti perdessi… 😉 – giusto per stuzzicare un pochino… 🙂 🙂 🙂 – grazie dell’avviso, quando arriverà.

bortocal 17 marzo 2014 alle 14:06
ecco che cosa succede a mettere in google digiti farcimini, per saperne di più… 🙂 – https://www.google.it/search?q=digiti+farcimini&rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&oq=digiti+farcimini&aqs=chrome..69i57.9891025j0j0&sourceid=chrome&espv=210&es_sm=122&ie=UTF-8

Francesco Vitellini 17 marzo 2014 alle 14:07
È lo stesso se cerchi “rosso poesia” o “differenza nostalgia e malinconia” oppure “catso” 😉

bortocal 17 marzo 2014 alle 14:17
no no, non provare a fregarmi 🙂 sai che io verifico sempre… – https://www.google.it/search?q=rosso+poesia&rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&oq=rosso+poesia&aqs=chrome..69i57j0l5.1906j0j7&sourceid=chrome&espv=210&es_sm=122&ie=UTF-8 – qui sei solo in decima posizione (dopo Prevert) – qui invece sei terzo e dovresti essere pieno di visitatori sul tema:
https://www.google.it/search? q=differenza+nostalgia+e+malinconia&rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&oq=differenza+nostalgia+e+malinconia&aqs=chrome..69i57.93151j0j7&sourceid=chrome&espv=210&es_sm=122&ie=UTF-8 – e qui neppure ci sei in prima pagina…
https://www.google.it/search?q=catso&rlz=1C1CHMY_deDE312DE363&oq=catso&aqs=chrome..69i57.151021j0j7&sourceid=chrome&espv=210&es_sm=122&ie=UTF-8

. . .

Spock_ST 17 marzo 2014 alle 16:49
ora come minimo ci sarebbe da aspettarsi che ci sia un referendum per chiedere ai russi se vogliono unirsi alla Crimea. Anche se sembra scontato, non si può mai sapere. Certamente su una questione delicata come questa non basta una consultazione parlamentare. Quindi gli Ukraini, se fossero furbi, potrebbero chiedere il referendum in Russia… sperando in eventuali proteste popolari.

bortocal 17 marzo 2014 alle 17:32
ahha ahha, buona la battuta. – sulle opinioni dei russi direi che non ci sono molti dubbi possibili, dato che, per quel che vale la democrazia, votano “liberamente” Putin ogni volta che possono, come gli italiani Berlusconi – e del resto i due sono simili…

Spock_ST 17 marzo 2014 alle 20:03
non si sa. Dipende con che occhi guardano a quelli di Crimea. E poi se devono unirsi è giusto che entrambe le parti votino. E’ Putin disposto a giocare questa mano in cui l’Ukraina potrebbe bleffare? Probabilmente no, tanto non gli serve a nulla rischiare. Qualche volta anche Silvio perse 😀

bortocal 17 marzo 2014 alle 20:28
non si sa perché, ma quando uno stato si espande non sembra che sia così necessario sentire il parere di chi ingloba. – anche nel Risorgimento italiano, nel 1859, poi nel 1860 e nel 1866, quando si fecero i plebisciti per decidere l’aggregazione all’Italia delle nuove terre conquistate, a nessuno venne in mente di chiedere il parere ai piemontesi se gli piaceva essere unificati con la Sicilia e con il Sud. 🙂 – e alla fine della prima guerra mondiale non si chiese niente a nessuno, perchè palesemente il Sued Tirol e la cosiddetta Venezia Giulia (Istria e territori della Dalmazia) avrebbero forse visto maggioranze contrarie. – neppure alla fine della seconda guerra mondiale in queste ultime terre ci furono consultazioni: semplicemente a 400.000 italiani si fece capire che era meglio che levassero le tende. – la storia è storia di violenze e sopraffazioni: dev’essere per questo che la Crimea fa tanto scandalo, perchè al momento non se ne vedono…

Spock_ST 17 marzo 2014 alle 22:42
e se un domani un pezzo della Russia si volesse separare?

bortocal 18 marzo 2014 alle 16:03
premettiamo che il crollo dell’Unione Sovietica è stato il più grandioso collasso di uno stato della storia recente (dopo il crollo dell’Impero Austro_ungarico) e che se ne sono fuggiti allora tutti quelli che volevano, certamente dando origine a più di una decina di nuovi stati in-dipendenti; ed erano quisquilie come l’Ucraina stessa, tanto per dire… – premettiamo che la Germania nel 1989 si è annessa, giustamente, la Germania Orientale, dopo il crollo del sistema sovietico, e nessunissimo ci ha trovato nulla da ridire: la situazione strana era semmai la precedente. – poi, quel che succede adesso a chi vuole lasciare la Russia, in situazioni del tutto simili a quelle della Crimea non abbiamo neppure bisogno che ce lo vengano a raccontare: lo abbiamo sotto gli occhi nel Caucaso, con la campagna militare russa contro la Cecenia, che ha proclamato l’indipendenza nel 1996 dopo due anni di guerriglia (da 30.000 a 100.000 vittime civili; da 3.000 a 14.000 vittime militare per ciascuna delle due parti), ed era stata anche riconosciuta dal governo russo di Eltsin. – nel 1999 la Russia avviò e concluse (nonostante il precedente riconoscimento e la volontà palesemente contraria della popolazione) una campagna di ri-conquista, nota come la seconda guerra cecena, costata da 25.000 a 50.000 morti in tutto – anche se poi la situazione non è affatto pacificata e la guerriglia degli integralisti islamisti che avevano proclamato l’indipendenza continua. – trattandosi di islamisti nessuno ha mai rimproverato nulla alla Russia, in Occidente: anzi, tutti contenti che facesse il lavoro sporco. – come vedi, due pesi e due misure ovunque, sempre e da tutte le parti… 😦 – nel Caucaso stesso vi è una situazione simile a quella di Crimea, con due repubbliche auto-proclamate a prevalente popolazione russa, la Ossezia e la Abcasia, che si sono distaccate dalla Georgia e sono attualmente riconosciute solo dalla Russia. – nel 2008 vi fu perfino una breve guerra della Russia contro la Georgia che aveva attaccato l’Ossezia, e che si concluse con 1.700 morti georgiani e 21 morti russi.

Spock_ST 18 marzo 2014 alle 19:52
la Crimea potrà essere un motivo per chiedere alla Russia che promuova referendum simili anche sul proprio territorio. Non so quanto i russi possano essere stati furbi. Certo è che anxhe gli americani ne escono un po’ ridimensionati. Come si vendicheranno? 😀
Degli europei non ne parliamo.

bortocal 18 marzo 2014 alle 20:38
no, non credo a precedenti di questo tipo. – la politica non è guidata dalla logica o dalla ragionevolezza, ma dalle emozioni e dagli interessi, che diventano ir-resistibili quando vanno nella stessa direzione. – se ci fosse un minimo di ragionevolezza l’Occidente non direbbe assolutamente nulla sulla Crimea, che non c’è motivo al mondo che non ritorni alla Russia, visto che in Ucraina c’è stato un colpo di stato e che la prima mossa del nuovo governo è stato di mettere fuori legge il russo come lingua. – (a proposito, anche in Crimea esiste una minoranza di tatari che vi fu deportata da Stalin per l’accusa che fossero filo-tedeschi). – è stato interessante leggere il discorso di Putin di oggi (sulla stampa tedesca, in Italia, se non mi è sfuggito, non ne ho visto traccia); molto bene argometato: duro, ma persuasivo; e ricordava alla Germania che la Russia non si oppose alla ri-unificazione tedesca, giusto per dire che non si vede motivo di opporsi alla ri-unificazione della Crimea. – vedo che tutti i miei giovani inter-cutori ri-suonano accenti che a me paiono nazionalistici, ma mi sento personalmente molto vaccinato da queste forme di retorica; mi piacerebbe che lo fossero anche i giovani. – l’Europa non potrà svolgere alcun ruolo inter-nazionale reale fino a che non diventa uno stato con una voce sola: cosa che appare molto lontana e forse irraggiungibile (anche se in India è riuscita, ma grazie agli inglesi). – gli americani stanno passando di sconfitta in sconfitta in sconfitta, e anche le loro poche vittorie (come la Libia) sono disastrose: devono abituarsi all’idea di non essere più il centro del mondo, anche se restano la maggiore potenza militare.

Spock_ST 18 marzo 2014 alle 22:39
il mio intento non era nazionalista. La Crimea può anche andare alla Russia (dopotutto hanno votato, anche tanto) a patto che la Russia sostenga le minoranze sia nel caso volessero restare sia nel caso volessero spostarsi in Ukraina.
Fossi negli abitanti della Crimea mi assicurerei dei piani di Putin per la regione prima di firmare (oops già fatto a scatola chiusa mi pare). – Allo stesso tempo altre regioni della Russia stessa devono avere lo stesso diritto di autodeterminare il proprio futuro. Glielo faranno presente a Putin da domani in poi. Che la Crimea non sia il cavallo di Troia di Putin. Auguriamoli buona fortuna… ne avrà bisogno. – Se dovesse andare male prendano in considerazione i signori politici ( scelti dal popolo o da spiriti divini) che qualcuno potrebbe pensare che non servono più (ma tutti tutti eh). – Forse il problema è la fine delle società come stati ben individuati da confini e la nascita delle megalopoli.

bortocal 19 marzo 2014 alle 7:05
qui mi ri-trovo d’accordo con te, ma con alcune precisazioni. – il diritto all’indipendenza di popoli compresi dentro stati più grandi è un buco nero della giustizia inter-nazionale, per le evidente e immediate implicazioni politiche; e andrebbe sancito e regolamentato come diritto universale, no riguarda certo solo la Russia. – pensiamo ai curdi, al Tibet, agli indiani d’America, confinati nelle riserve. – in queste ore si sta svolgendo un referendum informale, promosso dalla Lega, per l’indipendenza del Veneto; da veneto e-migrato dico che l’ipotesi di un Veneto autonomo ma federato col resto dell’Italia non è così assurda storicamente, per molti motivi, a partire da quello linguistico: il veneto infatti è più una lingua che un dialetto; ma lo stesso si dovrebbe dire del sardo; in Sued Tirol, come ho già ricordato, non ci sarebbe neppure bisogno di farlo, il referendum, e non potrebbe avere come sbocco neppure una con-federazione: siamo pronti a perdere quel territorio? – e pensa la parola stessa, territorio, che riduce un gruppo umano a cosa, a puro territorio, con le sue risorse… – l’ultimo problema che hai posto è molto interessante, ma devo pensarci: che senso ha ancora parlare di stato nazionale quando metà dell’umanità circa vive in contesti urbani dove, o tanto o poco, convivono oramai decine o centinaia di popolazioni diverse? – London, Paris, Berlin, perfino Beijing o New Delhi, oppure New York e Milano fino a che punto possono essere considerate oggi città nazionali? sono le avanguardie del nuovo mondo globalizzato dove le popolazioni si mescolano e l’idea stessa di nazione tende al tramonto. – grazie di avere proposto questo importatissimo centro di discussione

6 commenti

  1. Siamo le”democrazie” che non trattano con Putin e riempiono di quattrini Al Sisi e Netanyhau. Un cortocircuito nei cervelli delle classi dirigenti occidentali che stanno spianando la strada a neonazi e neofasci in tutto l’Occidente. Come si usa dire: dopo di loro il diluvio. E se non ce la faranno loro a scatenare la guerra nucleare, lo faranno i loro successori neofasci e neonazi.

    "Mi piace"

    • purtroppo la pensiamo alla stessa maniera, nel senso che purtroppo la realtà ci sta dando ragione.
      ma sotto la stupidità dei nostri leader sta anche certamente la forza degli interessi che li hanno messi al potere.

      "Mi piace"

  2. ecco finalmente un commento nettamente critico, anzi due, anche se mi sono arrivati via whatsapp; lascio dunque sostanzialmente anonimo l’autore, anche se so che non avrebbe nulla in contrario a figurare con nome e cognome interi; e intanto lo ringrazio.

    .

    r.b. Cercavi obiezioni ed io ne avrei una. Elezioni davvero trasparenti in Russia, con urne trasparenti e foglia da inserire aperti… Un’idea che anche Meloni potrebbe copiare… Mi ricorda il ricino fascista per chi votava in modo difforme dal regime. Ed ovviamente anche i risultati plebiscitari sono simili.

    Per favore non chiamiamole elezioni, forse possiamo chiamarle plebisciti.

    .

    Esprimendo il suo dispiacere per una morte improvvisa… Credo si sia dispiaciuto anche per Prigogin, che ha fatto abbattere.

    "Mi piace"

    • su questi aspetti del primo tuo commento ha insistito molto la nostra stampa unanime, vedo in particolare unite La Stampa e Libero, ad esempio.

      però proprio Libero finisce per mostrare, inconsapevolmente, il punto debole di questa campagna: infatti cita Repubblica, che è riuscita a scovare una scheda elettorale non piegata nell’urna trasparente al centro della palestra della scuola numero 1799, a Sud della Moscova.

      i titoli poi sparano che allora tutte le schede in tutti i seggi andavano depositate aperte.

      io ne dubito parecchio; ci sarebbero state comunque proteste pubbliche di alcuni russi, che invece non si sono registrate.

      e in ogni caso il paragone con i plebisciti fascisti è fuori luogo, perché allora bisognava chiedere al seggio la scheda del NO, e farsi registrare con nome e cognome.

      d’altra parte tutti i sondaggi confermano che Putin gode comunque di una notevole popolarità.

      la stessa cosa non si può dire di Zelenskij, che secondo i sondaggi gli ucraini non vogliono più e che ha mandato in esilio all’estero come ambasciatore a Londra il generale che guidava l’esercito, che ha destituito e che secondo i sondaggi gli ucraini vorrebbero al suo posto.

      ma tanto elezioni in Ucraina non ci saranno, con urne trasparenti oppure no.

      a proposito: che le urne fossero trasparenti mi pare accertato, ma singifica poco o niente se le schede non erano sistematicamente aperte.
      .

      sul secondo punto, quanto a Navalny, che la sua morte sia stata naturale è oramai accertato; e questo dovrebbe indurre a una radicale dffidenza verso la nostra stampa che ha dato per scontato l’omicidio (da cui Putin aveva tutto da perdere).

      invece sulla morte di Prigozhin mi sono già espresso a suo tempo, con oscillazioni forse inevitabili nella valutazione del caso: la mia opinione finale è che non è del tutto chiaro chi abbia organizzato l’attentato: potrebbe essere stato Putin, potrebbe essere stato qualche servizio segreto occidentale (i francesi avevano pure buoni motivi per liquidarlo). in ogni caso l’episodio è stato un colpo per Putin, che non può deviare su altri i sospetti, salvo dover ammettere una terribile defaillance.

      .

      con tutto questo non voglio certamente dire che il regime di Putin sia fondato sulla trasparenza e sia pienamente corretto nei suoi comportamenti; non ho la minima simpatia per lui. ma non per questo voglio unirmi a chi lo presenta come un nuovo Hitler o giustificare una guerra contro di lui.

      però in questo caso parlerei di autocrazia, più che di dittatura; e l’autocrazia, ci piaccia oppure no, è una costante della storia e della cultura russa; l’unico leader non autocratico che la Russia abbia mai avuto nella sua intera storia, Gorbaciov, è stato odiatissimo (verifica diretta sul posto nel 1990) e non sarebbe stato mai eletto, e neppure votato con sistemi vagamente discutibili.

      peraltro, ci sono dittature chiaramente definite, come quella di Al Sisi (nel mio viaggio in Egitto, qualche anno fa ho visto strade vigilate da garitte sospese con soldati armati), e non ci facciamo scrupolo di fare affari con loro, ben peggiori dell’autocrazia putiniana, di finanziarle e sostenerle.

      "Mi piace"

      • Perchè le urne sono trasparenti? per essere sicuri che il foglio vada dentro e non si volatilizzi? Che cosa poi significhi fogli chiusi devo capirlo, perchè appaiono chiaramente sul fondo delle urne in tutta la loro dimensione A4. Non c’è nessuna leggera sfumatura intimidatoria in urne trasparenti e fogli distesi?

        Anche per Anna Politkovskaja ritieni “non chiaro il mandante”?

        Che posso dire: ciascuno ha la sua bolla, per il momento preferisco urne di cartone, schede ripiegate più volte, votazioni di esito incerto e non plebisciti.

        Roberto Berardi

        "Mi piace"

        • e va bene: concentriamoci sul problema specifico delle urne trasparenti, allora, e lasciamo stare tutto il resto, e soprattutto il dato inconfutabile del massiccio appoggio popolare russo alla guerra contro l’Ucraina (diciamo pure molto simile a quello del popolo italiano a favore della guerra contro l’Etiopia del 1936).

          io non lo se se tutte le urne fossero trasparenti oppure no, e credo che con certezza non lo sai neppure tu. vista la qualità delle informazioni mediatiche che vengono diffuse lascio il giudizio sospeso.

          ma se le schede venivano di regola deposte chiuse, la trasparenza delle urne non ha grande rilevanza; e perfino se le schede venivano deposte aperte ed erano comunque anonime, la faccenda rimane pure abbastanza trascurabile, a meno che non ci fosse in ogni seggio un funzionario addetto a registrare all’istante chi aveva appena votato e come. insomma, tutta la faccenda è semplicemente ridicola. al massimo si può parlare di un qualche vago effetto di conformistizzazione del voto, ma non credo che sia troppo rilevante. e, ripeto, perfino nel caso di schede depositate aperte – per niente confermato come prassi generalizzata.

          la scelta si spiega benissimo nel perverso clima di unità nazionale attorno a Putin che questa guerra ha creato. perché il dato che continua a sfuggire ai poco lungimiranti osservatori occidentali di regime è che Putin rappresenta l’anima moderata tra le tendenze politiche russe, sia quelle dei suoi oppositori alla Navalny, sia quelle all’interno del suo partito, rappresentate dal suo vice. per non parlare dell’opportunamente defunto mercenario Prigogin.

          ultima domanda: se le elezioni erano così fascisticamente eterodirette in ogni loro aspetto, ?come mai i tre candidati alternativi a Putin hanno comunque avuto percentuali di voto degne di Renzi o di Calenda?

          ?chi li ha votati? in numeri comunque relativamente consistenti.

          ?fedelissimi di partito? ?a ciò delegati dal grande capo?

          ?eroi silenziosi, che hanno sfidato la repressione, se non la morte?, per votare candidati che sono comunque saliti sul palco assieme a Putin a celebrare l’esito delle elezioni.

          insomma, l’assimilazione pura di queste elezioni con i plebisciti fascisti non regge ad un’analisi critica; non è questione di bolle, salvo che qualcuno non ci si voglia rinchiudere per sfugguire alla realtà.

          il regime di Putin è certamente un regime autoritario, non alieno dalla soppressione fisica degli oppositori, oltretutto strettamente alleato della chiesa ortodossa (come lo fu il fascismo con la chiesa cattolica). quindi è un regime che funziona bene nella creazione del consenso, come funzionò bene anche il fascismo, pur se usa metodi parzialmente più blandi per raggiungere l’obiettivo.

          questo è quello che compete a noi di capire; poi, se quel regime vada bene ai russi, spetta a loro deciderlo e non a noi. noi possiamo soltanto dire che la guerra neo-coloniale per imporre la dominazione ucraina ad una minoranza russa che ha dichiarato la secessione e che non vuole fare parte dell’Ucraina, rafforza Putin ed è spaventosamente pericolosa, anche perché potrebbe alla fine suscitare qualche leader russo più a destra di lui e desideroso davvero di un confronto globale con la NATO, o costringere Putin stesso a scelte militari molto più drastiche, per mantere il consenso.

          .

          e vengo alla Politkovskaja.

          ti chiedo scusa, se devo citare un post che scrissi a caldo in occasione del suo omicidio: https://corpus0blog.wordpress.com/2016/10/08/826-06-corruzione-della-giustizia-e-della-verita-8-ottobre-2006-cor-pus-410/

          te ne cito il passaggio centrale (parla di troppe cose assieme) e mi scuso della lunghezza della risposta:

          Anna Politkovskaya è la 56a giornalista uccisa quest’anno nel mondo.

          questa testimone coraggiosa della terza guerra antiislamica nel mondo, dopo quella irakena e quella afgana, la dimenticata guerra in Cecenia dell’esercito russo, considerata per le informazioni fornite una nemica dell’esercito russo e del presidente Putin, arrestata più volte, due anni fa avvelenata (lei sosteneva, dai servizi segreti), è stata aspettata nell’atrio di casa a Mosca e ammazzata a colpi di pistola.

          aveva salvato dal bombardamento russo del loro ospizio 88 vecchietti nel 1999, conducendoli in fuga sotto le bombe.

          la ferocia degli uomini amanti del potere contro gli uomini amanti della verità (della ricerca della verità) cresce nel mondo via via che la diffusione di internet diminuisce la possibilità dei potenti di controllare completamente l’opinione pubblica attraverso gli altri media.

          nel giugno 2014 per il suo omicidio sono stati condannati cinque ceceni.

          lei aveva denunciato per anni le atrocità compiute dai russi e dai ceceni, allora sostenuti anche dai governi occidentali, in una guerra civile contro la popolazione islamica, che si è conclusa con l’instaurazione del governo di Kadyrov, il macellaio di Grozny, “accusato varie volte di omicidi e torture somministrate soprattutto nei confronti di omosessuali e oppositori politici” (wikipedia).

          Kadyrov è certamente contiguo a Putin, che in quegli anni agiva d’amore e d’accordo con l’Occidente nella lotta agli islamici (Berlusconi-Putin!), ed è stato messo al potere da lui.

          aveva comunque tutta l’autonomia necessaria per decidere di liquidare quella giornalista in proprio senza chiedergli il permesso.

          non che la cosa a Putin abbia fatto dispacere, questo è certo!

          in ogni caso non siamo noi i giustizieri del mondo, lasciamo pure questo compito agli americani, e accontentiamoci piuttosto di pensare al modo più sensato di difenderci dallo spirito reazionario di Putin e dal suo modo di fare politica.

          "Mi piace"

Lascia un commento