la guerra mondiale in corso contro il nostro consumismo – 256

inutilmente qualcuno chiede di trattare in Ucraina: nessuno ci ascolta; la grande massa è rassegnata e chi ha il potere ha già deciso per una guerra di lunga durata.

il diritto dei popoli è solo un pretesto: se fosse rispettato, la guerra non sarebbe neppure iniziata.

l’Ucraina è solo il campo di battaglia, il suo destino non verrà deciso da lei.

la sua libertà non è la vera causa e neppure il vero scopo di questa guerra, ma soltanto un argomento di propaganda.

la guerra vera si gioca altrove, ha altri scopi, che diventano di giorno in giorno più chiari, e li dichiarano il 25esimo forum di San Pietroburgo del 15 giugno, e il vertice del 23-24 giugno dei Brics – Brasile · Russia · India · Cina · Sudafrica -, . i nuovi Paesi non allineati,

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come ogni altra, anche questa guerra ha dei costi che possono diventare terribili, ma chi pensa che la pace sia gratis non ha capito nulla.

oramai è diventato sempre più chiaro che si combatte per il predominio occidentale sul pianeta, per il diritto dell’Occidente di decidere che cosa è giusto e che cosa no per tutto il resto del mondo, e per la conseguenza più concreta e precisa di questo predominio: il nostro tenore di vita occidentale.

non basta l’epidemia che non finisce, non basta la crisi climatica che si aggrava, a convincerci che in questa parte del mondo viviamo in un modo follemente impossibile; servirà la guerra economica contro il resto del mondo e una sconfitta sul campo.

la vera posta in gioco è ridimensionare i nostri consumi, spingere anche gli occidentali poveri nella povertà in cui vivono i poveri del resto del mondo: un vasto disegno che persegue la distruzione dell’unipolarismo del morente impero americano e la liquefazione della sua area periferica, denominata Unione europea.

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non ha capito molto chi teme i costi della guerra e l’inflazione – che del resto dipende anche dal folle indebitamento in corso e dalla stampa libera di moneta destinata a perdere di valore.

chi sa e decide sotto l’ipocrita velo oramai trasparente della democrazia, ha calcolato che sarebbe molto più costosa una trattativa che permetta alla Russia di restare in piedi e impedisca di sottometterla e di impadronirsi delle sue immense ricchezze in materie prime.

e si presume di potere vincere, grazie alla potenza militare americana e alla potenza economica occidentale.

secondo quel che ha dichiarato Putin al Forum di San Pietroburgo, negano la realtà, […] addirittura stanno tentando di invertire il corso della storia». 

ma vincerà la guerra in corso per l’egemonia mondiale chi sarà più in grado di resistere economicamente: il campo di battaglia decisivo sarà questo: oggi il 59% del commercio mondiale è denominato in dollari, il 20% in euro e il resto suddiviso tra sterlina, yen e yuan: quindi il predominio occidentale sembra assoluto ed indiscutibile.

ma economicamente l’Occidente potrebbe rivelarsi un gigante dai piedi d’argilla, e anche una eventuale vittoria servirebbe soltanto a rinviare il problema.

chi ama davvero l’Occidente e vuole salvarlo, vuole la trattative, il compromesso e la pace oggi, perché è consapevole che una sconfitta sul campo è improbabile e sarà molto più devastante.

ma chi vuole la pace, deve sapere qual’è il suo prezzo ed essere disposto a pagarlo.

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chi è pacifista davvero, deve quindi essere anche anti-consumista, deve mettere nel conto un ritorno a modelli di vita e di consumi simili a quelli di qualche decennio fa; e non dovrebbe fare troppa fatica in questo collegamento.

oggi si deve convincere un intero mondo di agiati che si sentono onnipotenti a ritornare modesti, a vivere discretamente a fianco di altri popoli fratelli, che finora abbiamo disprezzato perché erano più poveri di noi.

un compito immane al quale nessuna democrazia può sopravvivere e del resto neppure appare minimamente attrezzata ad affrontare il problema.

e vi sarà una parte, neppure piccola, che preferirà il suicidio collettivo alla prospettiva di vivere anche soltanto senza più avere l’auto: non mancheranno forconi né giubbe gialle né fascismi di vario tipo a fomentare le rivolte, giocando sulla disperazione di massa.

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i pochi che non soffriranno sono quelli che si sono già orientati verso questa trasformazione, che hanno vissuto i lockdown senza farne tragedie, che hanno saputo rinunciare ad una socialità esasperata e viziata dall’esibizione del benessere, che sanno ridimensionare se stessi, ma consapevoli di essere una minoranza.

senza convincere pacatamente a vivere in un modo diverso e più misurato e a conosce le gioie di altri piaceri, che non siano quelli artificiali indotti dal mercato onnipotente, l’esito più scontato di questa guerra già aperta e in corso è che la maggioranza decida alla fine che vale la pena di farla e di giocarsi il tutto per tutto.

quando la massa consumista capirà quali sono i costi reali della pace, forse smetterà di essere pacifista.

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segnalo un articolo veramente illuminante sulle dinamiche profonde della guerra in corso e del caos sistemico attuale in cui i due maggiori sfidanti dell’ordine monopolare statunitense non puntano a una sua sostituzione, bensì all’instaurazione di un mondo multipolare.

https://www.sinistrainrete.info/geopolitica/23292-piero-pagliani-hic-sunt-leones.html

Il predominio occidentale è obsoleto e insostenibile (in ogni accezione e declinazione di questo termine) e lo scontro Est-Ovest è dovuto all’indisponibilità dell’Occidente, per paura, incapacità, per smisurati orgoglio ed egoismo, a smettere di esercitare questo predominio.

Pagliani è pessimista sulla probabilità di successo della sfida multipolare per la disomogeneità politico-sociale-culturale dello schieramento (o del possibile schieramento) multipolarista.

ma proprio questo potrebbe essere il suo punto di forza in un mondo autenticamente multi-polare.

Tuttavia la logica e la storia non garantiscono che ci possa essere un ordine mondiale differente. Si potrebbe andare incontro a un disordine sistemico prolungato.

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e quest’altro, ributtante nei toni e tuttavia lucido nell’analisi della situazione:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/06/27/per-la-russia-linvasione-ucraina-e-solo-un-pretesto-ecco-cosa-dico-a-chi-ripete-pace-pace/6638241/

un assaggio?

Possiamo sperare che finalmente si cheti il pigolio molesto quanto insistente [..] con la gag perdigiorno del pacifismo come atto di fede a prescindere; di anime belle destinate al paradiso del politicamente corretto. Gente che ripete a disco rotto la parola “pace, pace” succhiandosela in bocca come una caramella. [..] Certo, i cultori della non-violenza sempre e ovunque, le vestali della salvezza attraverso il perdono fino al martirio, della superiorità etica della guancia offerta allo schiaffo reiterato, sono meno esecrabili nella loro puerile ingenuità degli strumentalizzatori dei buoni sentimenti per buttarla in caciara [..], dei conformisti alternativi alla ricerca di una platea da blandire [..], del furbo gesuita Bergoglio, impegnato a riproporre coram populo il testo pacioso che gli è prescritto dal ruolo di sua competenza.

e tuttavia sono da condividere le conclusioni di queste sparate a dir poco irritanti:

Quindici anni fa lo storico dell’economia Giovanni Arrighi, prefigurando l’inevitabile crisi degli equilibri nel sistema-mondo, indicava come probabile esito quello dell’instaurazione di un caos sistemico. […] A partire dai pokeristi bluffatori che stanno mandando a ramengo il mondo, da Mosca e Washington; oltre un po’ di altre sedi minori.

8 commenti

  1. Se il prezzo della pace sarà una riduzione dei consumi in europa, il prezzo della guerra sarà una riduzione dei consumi in europa a cui aggiungere sfaceli vari e migliaia di morti. La scelta sarebbe ovvia.

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    • l’obiezione è più che ragionevole e funziona dal punto di vista dei popoli, ma non da quello di chi li governa.
      nel caso di una riduzione dei consumi, è molto meglio la guerra, perché obbliga a concentrare le risorse su una produzione di armi che garantisce più alti profitti,
      inoltre rende più comprensibili, in apparenza, i sacrifici, riduce le proteste sociali e, se nel caso, giustifica molto meglio la loro repressione.

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  2. In Sicilia, se può rassicurarti, sono arrivate anche le cavallette.
    Non ho capito se sono una vestale della salvezza pure io che non sono molto pacifista ma ritengo che mandare ancora armi sia un crimine, quello sì, di guerra.
    Per il resto se scontro per il predominio è, temo che non finirà bene. Tra l’altro se si dovessero stufare gli ucraini che succederà, useranno i moldavi, i georgiani, i kazachi? Andrà là Boris Johnson in persona (magari)?
    Oggi Scholtz (che il signore lo abbia in gloria) diceva che Putin non deve assolutamente vincere. Blaterano di mettere un tetto al prezzo del gas che acquistano dalla Russia… fanno davvero pena, ce li vedi? “Sentite, noi avremmo deciso che più di un tot non paghiamo, ce lo mandate lo stesso? Ah, tenete conto che stiamo mandando le armi agli ucraini e abbiamo deciso di staccarci dalle vostre forniture. Ci fate sapere?”

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  3. Di nuovo, sono d’accordo con te. Come hai detto, si è già visto durante i vari lockdown di quale pasta è fatta la gente. Conosco gente che dava di matto perché non poteva andare a fare l’aperitivo, ci rendiamo conto? Io sono una seguace del minimalismo, non necessariamente estremo ma sono assolutamente dell’idea che meno cose hai meglio stai. Anche a livello di consumi, tolte le ovvie spese di casa per bollette e cibo, siamo una famiglia molto anomala. Niente vacanze, né ristoranti o tanto meno, appunto, aperitivi. Eppure molti non si capacitano di come si possa vivere così. Esattamente come non mi capacito io di loro, del resto.

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    • non vorrei condizionare alle mie scelte quelle degli altri, ed ammetto che sono (stato) un consumista anche io: dei viaggi, delle esperienze, del giro del mondo. e c’era chi non condivideva questa mia passione e mi rinfacciava l’incoerenza. mio figlio preferisce certamente la socialità degli aperitivi ai viaggi in solitaria, e buon per lui: forse ne ha fatto indigestione da piccolo, ahha.
      ma, arrivata la pandemia, me ne sono fatto una ragione. non posso dire che la cosa non mi pesi un pochino. proprio ieri ho dato un’occhiata se era possibile andare a trovare un amico cinese, ma loro, che se lo possono permettere, anno vietato ogni forma di turismo dall’estero, e pazienza.

      mi accontento di viaggi virtuali sul mio blog di viaggi, non è la stessa cosa. ma per il resto condivido le tue scelte e le mie verdure vengono tutte dalle mie mani…

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