scrivere un post sulla finanziaria mi pare come dovere fare un compito in classe di italiano, quando ancora si facevano i cosiddetti temi e non i test a crocette per le prove di comprensione (del resto, oramai ci sono programmi in grado di scrivere molto meglio di noi e allora a che pro affaticare le menti di pargoli e adolescenti?).
quindi una specie di argomento obbligato per un blog che ogni tanto si occupa ancora di quella cosa vetusta che si chiama politica, come se le poleis, le comunità politiche, e i cittadini esistessero ancora (è chiaro che sono in vena di provocazioni, stasera).
e il poco entusiasmo che metterò nello scriverlo, credo che si trasmetterà anche ai pochissimi che si avventureranno a leggere, a meno che a questo punto non abbiano gettato già la spugna tutti… .-)
però, per riscattarmi, anticipo subito che, dopo avere evitato di partecipare alla grottesca sarabanda mediatica sulle consuete traversie della sua discussione e approvazione sul filo della lana, ora che i giochi si sono chiusi esprimerò valutazioni che mi paiono originali.
qualcuno le giudicherà indubbiamente bizzarre, ma è di quelli che certamente non mi leggono.
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primo punto, e potrebbe essere l’ultimo:
per portare da 560 a 600 euro al mese le pensioni minime di chi ha più di 75 anni, si è tagliato un mese di reddito di cittadinanza portandolo da otto a sette: il pensiero è talmente ripugnante, per questa guerra che mette i vecchietti senza reddito contro i disoccupati senza reddito, che basterebbe da solo per un giudizio che vedrebbe volentieri davanti a una corte marziale chi ha avuto questa idea immonda.
non basta: è altrettanto bacata l’idea stessa di erogare il reddito soltanto per una parte dell’anno, abbandonando poi a se stessi i malcapitati che lo ricevevano.
il reddito erogato in Italia era certamente troppo alto (ben più di quello tedesco, a quanto io sappia), e distribuito nel modo più adatto a facilitare ogni tipo di truffa ed imbroglio), ma si dovevano correggere le storture in ben altro modo che questo.
Conte è un maestro del clientelismo e io mi domando ancora, stropicciandomi gli occhi, come ci sia gente che vota per lui, considerandolo quel che c’è più di sinistra sulla piazza; ma c’erano modi più intelligenti di ridurre il costo sule casse dello stato, se questa era la vera motivazione:
bastava ridurne l’importo di un terzo, ma garantirlo per tutto l’anno a chi ne ha bisogno, no?
ma la regola costante in Italia è che, se lo stato non sa controllare l’applicazione corretta di una legge, allora ne fa un’altra più roboante, che resterà comunque egualmente senza effetto pratico, dato che ciò che serve non è una legge più severa, ma controlli più efficaci sugli abusi.
vedi, tanto per dire il decreto contro i rave party…, che c’era già e bastava applicarlo bene, dove occorreva davvero, anziché farne uno nuovo, una nuova grida egualmente senza sostanza, che promette sfracelli, ma non si sa se verrà mai applicato davvero, ma intanto è servito per cancellare di nascosto provvedimenti anti-corruzione.
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ma, tornando ai punti di vista dai quali credo che si debba giudicare una legge finanziaria: prima di tutto occorre fare un passo indietro e valutare da quale visione strategica nascono le diverse decisioni.
altrimenti non rimane che aggregarsi alle proteste demagogiche di panza di chi si lamenta soltanto di questo o quell’aspetto particolare, perché non gli risulta fatto proprio a favore suo.
i miei punti di riferimento generali sono questi:
1) l’Italia è ancora un paese complessivamente ricco; se vasti strati della popolazione è in povertà, questo non dipende dal fatto che il paese produce poco e la soluzione non è produrre ancora di più, ma distribuire meglio la ricchezza, anche perché è dimostrato che ogni aumento di ricchezza prodotta va a vantaggio di chi già affoga nel denaro, e non certo a chi soffre di una cronica carenza di reddito.
quindi il primo punto da valutare di una legge finanziaria è se aiuta una migliore distribuzione della ricchezza.
la risposta è chiaramente no: questa finanziaria, anzi, toglie ai deboli e al ceto medio-basso, per dare più potere e ricchezza alle grande famiglie degli iper-capitalisti e degli evasori fiscali dello strato sociale medio-alto.
2) ogni annuncio di aumento del PIL, almeno fino a questo resta legato soprattutto alla produzione e allo scambio di prodotti materiali, dovrebbe essere salutato con una giornata di lutto…
e questa finanziaria agisce ancora per aumentare ancora l’aumento stesso del PIL.
3) a maggior ragione dovrebbe essere percepito il lutto se l’aumento del PIL viene realizzato a debito, continuando a consumare più di quel che di produce, con un incremento delle distruzione delle risorse non rinnovabili del pianeta e l’accelerazione dell’inquinamento che contribuisce al riscaldamento globale, anziché cercare di diminuire gli effetti.
tutto il futuro umano sacrificato sull’altare del consumismo esasperato dell’oggi, oltre ogni ragionevole dimensione.
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ora, commisurata su questi parametri, la legge finanziaria del primo ministro Meloni appare folle, ma giusto per i motivi opposti a quelli per i quali la si critica da sinistra e o dalla demagogia clientelare dei 5Stelle di Conte.
1. questa finanziaria “riduce” al 4,5% del PIL prodotto nell’anno il deficit statale, che va ad aggiungersi ai 2.700 miliardi di debito già maturato: ben al di sopra del 3% previsto come limite massimo dai trattati europei.
2. la situazione geopolitica mostra un attacco globale americano al benessere dell’Europa, che credo debba essere dato per vincente nei prossimi mesi; d’altra parte l’Europa si rivela incapace di sottrarsi al suo destino di neo-colonia economica e politica americana.
e le sue classi dirigenti continuano ad agire, con varie soluzioni precarie, per tenere in vita il consumismo ipertrofico attuale, invece di pensare ad una gestione ordinata e socialmente giusta, di un impoverimento globale già in corso, ma comunque non del tutto tragico nelle sue conseguenze, dato che potrebbe portare anzi a limitarlo beneficamente.
3. l’Italia è l’anello debole della catena europea e dell’euro, e sarà presto al centro di un attacco finanziario speculativo che già si vede in preparazione.
in questo quadro i dementi al governo proclamano di non volere ricorrere al MES, lo scudo europeo contro il fallimento dello stato; giusto per non cambiare questa politica economica, come diventerebbe necessario, nel caso di crisi finanziaria globale, che preferiamo affrontare da soli.
4. peraltro tutto questo dispendio di risorse ed indebitamento ulteriore porta ad un aumento previsto del PIL soltanto dello 0,3%:
più debito del 4,5% per un più PIL dello 0,3%?
non sono un economista, ma mi pare che i conti non tornano.
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quindi la domanda del titolo è doppia:
a) chi è che sta finanziando questa finanziaria? risposta: il ceto medio-basso dei lavoratori salariati, che ne escono impoveriti.
b) chi viene effettivamente finanziato da questa finanziaria? il ceto medio-alto dei lavoratori autonomi.
in sostanza si prevede un travaso di ricchezza dal basso verso l’alto. ma nel quadro del proseguimento impossibile dell’attuale modello iper-trofico dei consumi di lusso di un ceto benestante sempre più ristretto e privilegiato.
col rischio imminente di un patratac finanziario globale dell’Italia sotto il peso degli interessi sul debito rapidamente crescenti.
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capisco da me di essere totalmente fuori corrente, da ogni corrente politica attuale, con queste considerazioni, ma vi avevo avvisato, del resto.
io intanto mi tocco i cabasisi, perché sento l’arrivo di un disastro annunciato.
e naturalmente spero soltanto di sbagliarmi.
voi fate quel che preferite…
Credo che al momento attuale, con l’automazione che sta erodendo sempre di più il lavoro manuale e poco qualificato, il reddito di cittadinanza è una delle uniche possibilità per garantire a tutti un’esistenza dignitosa (l’altra, ovviamente, è la formazione e l’istruzione diffusa). Siccome dall’automazione, che gli mette in mano dei lavoratori che possono lavorare 24 ore su 24, e senza accampare diritti, traggono vantaggio i “padroni del vapore”, ritengo dovrebbero essere loro a pagare per questa misura, che dovrebbe essere orizzontale e non richiedere compensazioni. Le persone così non lavoreranno? Forse. Ma questo non è necessariamente colpa loro;
P.S.: il “decreto rave”, be’, non è pensato per colpire i rave.
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indubbiamente contro le multinazionali che erodono gradualmente il mondo del lavoro umano concreto occorrerebbe imporre il versamento dell’equivalente dei contributi sociali di ogni lavoratore che sostituiscono, ma questa sarebbe un’eresia dato che l’automazione progressiva garantisce lo sviluppo del PIL, almeno nel suo aspetto finanziario.
indubbiamente il salario di cittadinanza (non il reddito!) è l’unica prospettiva futura per una società equilibrata, ma va ancorato alla prestazione almeno parziale di qualche attività sociale.
contro una visione ideologizzante, vanno ribaditi due concetti che stridono con le fumoserie del politically correct: senza un minimo di attività pratica, gli esseri umani si annoiano, e si deprimono o finiscono schizzati; il lavoro va davvero garantito, anche se in forme non oppressive.
in secondo luogo è troppo facile dire che la formazione è l’alternativa alla disoccupazione indotta dall’automazione; una parte non piccola degli esseri umani NON CI ARRIVA, non è capace e non c’è nessun modo per farcela arrivare.
vogliamo parlare di chi conclude la terza media restando praticamente analfabeta? vogliamo dire che un’altra parte consistente di chi sa leggere e scrivere almeno apparentemente, però non capisce quello che legge, anche a livelli espositivi molto semplici? il 25% dei soldati americani alla visita di leva è praticamente analfabeta di fatto.
e solo in qualche caso è frutto di errori del sistema formativo; nella maggior parte dei casi è il risultato di limiti strutturali insuperabili.
del resto, se non fosse così, non si spiegherebbe nemmeno il facile predominio delle peggiori ideologie nella storia, che possono sempre contare sull’adesione di coloro che capiscono ben poco di concetti complessi.
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E allora torniamo al punto che a quelle persone va garantito il salario di cittadinanza:-).
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ma indubbiamente!
il salario sociale (da garantire anche a chi la cittadinanza non l’ha, ma risiede comunque legalmente) mica può essere legato al cosiddetto merito (peraltro storpiatura del vero concetto, visto che con la parola merito si indicano invece le capacità, che non sono meritevoli affatto di niente).
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certamente, il decreto rave è stato la scusa per far passare tra le sue pieghe quel che interessava davvero.
abile manovra: mentre noi ci siamo sgolati a fare pubblicità, che credevamo negativa, allo specchietto per le allodole, quatti quatti, lì dentro hanno fatto passare ben altro, senza che la sinistra che si dice tale neppure fiatasse.
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L’anno inizia bene, con aumenti generalizzati. Alla fine dell’anno l’inflazione si sarà mangiata una bella fetta di risparmi ancora. Ma nuovo debito e PIL sono calcolati al netto dell’inflazione? Perché altrimenti i dati reali sono diversi. Detto ciò, accanirsi sul RDC è una posizione ideologica odiosa: occupabili… poi sono gli stessi che rendono più facile il tempo determinato portando il contratto senza causale a 3 anni; o reintroducono i bvoucher… lo sanno questi che ci sono contratti a chiamata per cui si fa lavorare la gente in nero e poi, se anche vengono beccati, hanno due giorni di tempo per “regolarizzarli”? Quanta ipocrisia.
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a quanto so, ma non prenderla per oro colato, debito e aumento del PIL sono calcolati in valori inflazionati. verificalo meglio, se puoi, ma se è così, siamo chiaramente di fronte ad una colossale truffa comunicativa, perché chiaramente un aumento del PIL dello 0,3% con una inflazione del 9,3% (cifre puramente indicative), significa una diminuzione della ricchezza reale del 9%.
bene!, dico provocatoriamente: siamo sulla bona strada verso una diminuzione dei consumi reali e del lusso sfrenato.
però non si direbbe affatto, guardandosi attorno; e sai perché?
perché le diseguaglianze sociali crescono, appunto; una parte sempre maggiore della popolazione finisce a livello di povertà e anche sotto questo limite; ma allora sparisce allo sguardo, scompare dalla vista sociale, al massimo la vedi fare la fila alle distribuzioni gratuite di cibo.
gli altri invece, anche se il loro numero si va concentrando, sono ancora in grado di riempire i centri commerciali e le stazioni turistiche, continuando a scialare alle spalle dei disperati.
è così che l’Europa sta scivolando nel terzo mondo, quasi senza accorgersene, e l’Italia ovviamente fa da battistrada.
ma il rendiconto finale potrebbe non essere lontano: il costo del debito sta crescendo; col PNNR stiamo per accumularne un’altra bella razione, e lo sperperemo per continuare ad alimentare l’idea di essere un paese ricco.
la crisi climatica dovrebbe farci investire tutti i nostri soldi per creare bacini di raccolta dell’acqua che ancora ci cade dal cielo l’inverno (poca), visto che non c’è quasi più neve nei monti e l’estate moriremo di sete: altro che piste ciclabili ed espansione del turismo!
condivido tutto il resto che dici, salvo un punto.
i voucher non sono affatto un’idea sbagliata in se stessa, anzi, sono un’idea molto brillante; non dobbiamo fare opposizione ideologica; solo, vanno fatti bene e non sputtanati dalla destra con una gestione efolle, esattamente come i 5Stelle hanno sputtanato, dall’altra parte, il reddito di cittadinanza con una realizzazione clientelare e demenziale, strizzando gli occhi agli abusi.
anche i voucher della destra strizzano gli occhi agli abusi, e se guardiamo in faccia la realtà, possiamo accorgerci che la vera unità nazionale italiana è quella che vuole favorire gli abusi, solo che poi i partiti si scannano perché ognuno vuole difendere quelli della sua fascia sociale di riferimento.
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